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gringox
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
PS: Geometra, chissà, la prossima volta torni in Zakarpatja con me ... e magari ci portiamo dietro qualche altro forumista... che ne dici Lombards, sei dei nostri ?
Sarebbe una bella cosa
Appena ho tempo vi posto delle foto delle rinomate pozze... ehm... piscine di Solotvyno...
Hehe conosco anche quelle... il massimo del "soviet style"
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#661 04 Luglio 2016, 14:32 |
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Matt
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
Che spettacolo queste foto!
____________ "Otium cum dignitate." - Marcus Tullius Cicero
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#662 04 Luglio 2016, 18:08 |
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direttore
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
Grande Generale Estasiato da questo bellissimo racconto di viaggio
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#663 04 Luglio 2016, 20:10 |
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gringox
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
03-05/06/2017: in famiglia sui Carpazi, come da tradizione durante il "ponte" della Pentecoste.
Lago Sinevir.
Il lago Sinevir.
Di veramente curioso intorno a questo laghetto alpino c’è, a mio parere, solo la leggenda... C’era una volta un conte che possedeva un grande appezzamento di bosco sui verdi Carpazi; egli aveva una bella figlia di nome Sinja, dagli occhi appunto “sinije” (blu) come il cielo. Molti uomini, semplici boscaioli e potenti di altre zone dei Carpazi, facevano la corte alla fanciulla... ma Sinja si era innamorata di un bel giovane pastore di nome Vir, un ragazzo semplice, la cui unica ricchezza era un piffero, che suonava sempre e col quale egli sapeva ammaliare Sinja.
Il padre di Sinja venne a sapere della storia d’amore e si oppose fortemente ad essa. Sinja e Vir, che però si amavano profondamente, erano dunque costretti ad incontrarsi segretamente. I due giovani erano felici...
In breve il conte decise di farla finita con Vir. Commissionò dunque l’omicidio. E così, poco dopo, mentre Vir stava aspettando Sinja per un nuovo incontro, uomini mandati dal conte lo individuarono e gettarono un grande masso sopra il ragazzo uccidendolo. Quando Sinja giunse sul posto venne presa dal dolore lancinante ed immenso, ed iniziò a piangere. Pianse talmente tanto e a lungo che intorno a lei si creò un lago di lacrime nel quale lei stessa annegò.
Sin e Vir.
Da allora il lago prende il nome di Sinevir, appunto in memoria dei due innamorati Sinja e Vir a simboleggiare l’eterno amore che i due hanno potuto conservare solo con la morte.
Per il resto il laghetto in sè mi delude un pò. Mi aspettavo di catapultarmi in un’oasi di silenzio in mezzo al boscoi e invece mi ritrovo in mezzo a decine di bambini starnazzanti di qualche scolaresca o colonie estive.
L’acqua del laghetto non è neppure così pulita, almeno lungo la sponda. Bello invece il bosco tutt’intorno, le sfumature di verde che si riflettono sull’acqua immobile; e curioso l’isolotto là in mezzo al lago che, se uno lo volesse, si può raggiungere con una sorta di zattera. Chissà, che sia esso forse il masso che uccise Vir?
L’escursione al lago Sinevir non era però l’obiettivo principale del fine-settimana, sebbene sia stato un incipit interessante, dato che era anni che mi riproponevo di vederlo e, per un motivo o per un altro, non ci ero ancora mai stato.
Quest’anno dovevo assolutissimamente porre fine alla maledizione del Goverla, che per ben due volte nel passato (l’ultima l’anno scorso, come raccontato sul Forum), ha provocato il dietrofront nel bel mezzo dell’ascesa alla vetta più alta d’Ucraina (2061 m.).
Lasciati nella casetta nel bosco i bambini insieme ai nonni (che questa volta appositamente ho portato dietro, prevedendo appunto di portare a termine la missione Goverla), e approfittando di un tempo clemente siamo dunque, io e la mogliettina, partiti per l’impresa.
Indescrivibile la fatica! Sul serio... io mi ritengo un discreto montanaro, ho un buon passo, una buona resistenza e amo fare trekking e arrampicare; a questo proposito, proprio mentalmente e sulla base dell’esperienza, ho sempre un pò snobbato, pur avendo imparato ad amarli, i Carpazi in generale, e questa montagna in particolare, ritenendola semplice per il fatto della sua forma a “panettone” erboso dalle pendici apparentemente dolci, senza rocce o burroni... ma mi sono dovuto ricredere! Oltretutto, forse, proprio quell’approccio mi ha causato le sfortune dei tentativi di ascensione precedenti, miseramente falliti...
Parallelamente mi ha sorpreso la quantità di escursionisti, di tutte le età, che abbiamo incontrato durante la salita, e poi sulla cima; questi tra l’altro parevano più in forma e più esperti di me, a giudicare dalla scioltezza con cui si muovevano; mentre io, non facendomi una ragione di ciò, arrancavo e la fatica era ancora maggiore per il senso di invidia che provavo nei confronti di questa gente...
Infine l’ultimo tratto, quello che conduce alla vetta; qui non c’è più un sentiero, bensì è possibile zigzagare come si vuole sul pendio; salita che mi ha comportato uno sforzo bestiale. Alla fine, dopo circa 4 ore di camminata e circa 800 m. di dislivello, ce l’abbiamo fatta! La grande soddisfazione nel mettere i piedi sulla larga e piatta cima del Goverla dopo tutta quella fatica è altrettanto indescrivibile. Il panorama da qui è spettacolare, da una parte, in fondo verso sud si vedono i Carpazi romeni; tutt’intorno le cime più basse dei Carpazi ucraini, “gobbe” di detriti, muschio ed erbe; mentre più in basso i boschi di conifere immensi; praticamente nessun segno di civiltà a valle; tira un forte vento e ci sono anche parecchi sprazzi di neve, cosa apparentemente strana per queste altezze non così estreme – in fondo siamo a poco più di 2000 m., ma è chiaro che la latitudine qui gioca la sua parte e molto spesso capitano nevicate a queste quote anche d’estate.
Bello, bello davvero!
Il panorama dalla cima del Goverla.
e ancora...
Il resto del week end l’abbiamo dedicato al riposo; per i funghi è ancora presto, nel bosco non ce n’è traccia, neppure di quelli “matti”. Quindi abbiamo optato per una gita alla “fighetta” Bukovel’ – la più rinomata località sciistica d’Ucraina dove da anni c’è un boom di turismo d’èlite un pò in tutte le stagioni dato che qui le infrastrutture ed i servizi sono a livelli europei (come i prezzi!). Nonostante io personalmente non verrei qui a passare le vacanze, non sentendomi a mio agio in questa oasi “finta” e “pantovaja”, devo riconoscere che la conca naturale dove si trova ed il paesaggio intorno sono veramente belli. Come pure il lago artificiale che è una delle attrazioni principale del paese.
Il lago di Bukovel' e il bel panorama intorno.
Preferisco decisamente sempre la “nostra” grezza e genuina Vorohta, la “nostra” casetta di legno altrettanto grezza ai margini del bosco, le strade piene di buche sulle quali la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o... coi carretti trainati dal cavallo...
Il Gringox contadino dei Carpazi
L’ultima sera, per la gioia di bambini ed adulti, e soprattutto del vecchio scout Gringox, si fa shashlyk nel bosco... i bambini vanno a raccogliere la legna, gli insegno come preparare il fuoco e tutti ci divertiamo ad alimentarlo, a fare le fiamme alte, a cuocere la carne, e, tra una cosa e l’altra, a fare la guerra con le pigne. Fino a quando scende il buio che trasforma le “smereke” (la “smereka” è il larice dei Carpazi) in inquietanti forme che tanto spaventano i bambini e non solo... e si va a dormire.
Il nonno (mio suocero) coi bambini intorno al fuoco nel bosco.
Gringox
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#664 07 Luglio 2017, 17:08 |
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n4italia
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
...questa volta anche la favoletta...
Il piccolo nell'ultima foto lo vedo bello cresciuto...
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#665 07 Luglio 2017, 17:59 |
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geom_calboni
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
Il piccolo nell'ultima foto lo vedo bello cresciuto...
E parecchio "pimpante"...
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#666 07 Luglio 2017, 19:03 |
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Butterfly77
Chiara
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
Bella la leggenda Gringox!!!
I tuoi figli sono veramente belli, complimenti.....
Il piccolo è veramente la tua fotocopia.... spero di conoscere la tua famiglia al prossimo raduno.....
Ciao ciao.
____________ Amo viaggiare fino a conoscere la cultura di un popolo
***ISTANBUL NEL CUORE***
"La felicità è come una farfalla: se l'insegui non riesci mai a prenderla,
ma se ti metti tranquillo può anche posarsi su di te."
Nathaniel Hawthorne
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#667 07 Luglio 2017, 19:19 |
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akphantom
Andrei
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...
Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.
Ultima modifica di akphantom il 08 Luglio 2017, 8:12, modificato 1 volta in totale |
#668 08 Luglio 2017, 8:10 |
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n4italia
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...
Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.
Ce ne sono tante in circolazione anche nella citta' dei suoceri, Velikij Novgorod.
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#669 08 Luglio 2017, 10:35 |
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lo stalker
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...
Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.
Ce ne sono tante in circolazione anche nella citta' dei suoceri, Velikij Novgorod.
quando giro per il mio paeselle mi sento come se fossi in URSS... vedo lada Niva OVUNQUE!!!
____________ « La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza. » (lo stalker)
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#670 08 Luglio 2017, 15:44 |
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akphantom
Andrei
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
Ce ne sono tante in circolazione anche nella citta' dei suoceri, Velikij Novgorod.
UAZ è una vera macchina per un uomo duro: il conforto è minimale, la guida è faticosa, in corsa sballotta tutti in salotto, ha un motore fra i sedili anteriori che fa rumore e fa caldo.
La cosa interessante che queste macchine si vendono in Giappone per circa 40 000$ (perché dazi d'entrata per le macchine straniere sono alti in Giappone) e certo si trovano quelli amanti di UAZ che li comprano e poi li migliorano spendendo altri 30 000$.
YouTube Link
http://www.uaz.jp/
P.S. Gringox, scusami per offtop.
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#671 09 Luglio 2017, 3:26 |
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gringox
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...
Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.
Fantom caro, ma io scherzavo!!! Ho usato quel termine "carcassa" in modo ironico
Ti aggiungo addirittura che se non ho ancora comprato la UAZ è perché la mogliettina non vuole che io spenda dei soldi che devono essere usati per cose famigliari... ma non appena ho risolto tutte le cose di famiglia e ho un gruzzoletto disponibile, vai tranquillo che la UAZ me la compro
Guarda non so quanti italiani abbiano avuto esperienze in UAZ come il sottoscritto... Io sono legatissimo a quella macchina che mi ha scarrozzato in tutti i miei viaggi in Russia e Asia centrale: a partire dalla Mongolia, dove andavamo a caccia di marmotte in UAZ nel Bayan Olgii!!! Fino arrivare al Pamir in Tajikistan, passando per le l'Altaj in Kazakhstan e Iturup sulle Kurili (anche se qui, per vicinanza al Giappone, erano molto presenti anche Toyota, col volante a destra).
Insomma, giusto per puntualizzare
Per me la UAZ è un mito
Gringox
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#672 10 Luglio 2017, 7:30 |
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icipo76
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?
quella furgone sembra un boiler con le ruote
la jeep invece e' bella tosta mi piace
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#673 10 Luglio 2017, 8:12 |
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gringox
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?
quella furgone sembra un boiler con le ruote
la jeep invece e' bella tosta mi piace
Icipetto ciao, io ho esperienze anche di furgone UAZ in Turkmenistan... ma ovviamente intend la jeep
Questa qui, tanto per intenderci:
Ciao,
Gringox
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#674 10 Luglio 2017, 8:52 |
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n4italia
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?
quella furgone sembra un boiler con le ruote
la jeep invece e' bella tosta mi piace
...ahahah..., il boiler con le ruote, soprattutto nella versione Carabinieri, fa parte dei miei ricordi d'infanzia, quando mio padre non aveva ancora la patente e venivano spesso a prenderlo o a riaccompagnarlo a casa i colleghi, specie quando c'era qualcosa di urgente...
In seguito anch'io ho avuto modo di usarlo parecchie volte nell'Esercito. Nei miei primi anni di servizio - e ultimi anni del Fiat 900 - era abbastanza utilizzato per spostamenti di piccoli gruppi di persone o per il trasporto di materiali di piccolo ingombro.
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Ultima modifica di n4italia il 10 Luglio 2017, 10:17, modificato 1 volta in totale |
#675 10 Luglio 2017, 10:15 |
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icipo76
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?
quella furgone sembra un boiler con le ruote
la jeep invece e' bella tosta mi piace
Icipetto ciao, io ho esperienze anche di furgone UAZ in Turkmenistan... ma ovviamente intend la jeep
Questa qui, tanto per intenderci:
Ciao,
Gringox
meno male ero gia' preoccupato
la jeep effettivamente e' bella massiccia
sono dei muli questi mezzi
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#676 10 Luglio 2017, 13:05 |
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akphantom
Andrei
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
Fantom caro, ma io scherzavo!!! Ho usato quel termine "carcassa" in modo ironico
Ti aggiungo addirittura che se non ho ancora comprato la UAZ è perché la mogliettina non vuole che io spenda dei soldi che devono essere usati per cose famigliari... ma non appena ho risolto tutte le cose di famiglia e ho un gruzzoletto disponibile, vai tranquillo che la UAZ me la compro
Guarda non so quanti italiani abbiano avuto esperienze in UAZ come il sottoscritto... Io sono legatissimo a quella macchina che mi ha scarrozzato in tutti i miei viaggi in Russia e Asia centrale: a partire dalla Mongolia, dove andavamo a caccia di marmotte in UAZ nel Bayan Olgii!!! Fino arrivare al Pamir in Tajikistan, passando per le l'Altaj in Kazakhstan e Iturup sulle Kurili (anche se qui, per vicinanza al Giappone, erano molto presenti anche Toyota, col volante a destra).
Insomma, giusto per puntualizzare
Per me la UAZ è un mito
Gringox
Ciao Gringox! Infatti pure io penso che UAZ è una "carcassa". Ho capito la tua ironia. Volevo solo notare che la storia di questa macchina non era finita insieme con la epoca sovietica. Sembra che avrà ancora una vita lunga.
Hai ragione detto che è una macchina mitica, epocale. Ma il tempo va avanti e personalmente io mai mi comprerei un UAZ. Anche se un giorno lo farò mia moglie mi lega alla corda di gancio e poi mi rimorchia alla bottega per far tornarlo indietro.
Ho scritto su di Giappone perché l'anno precedente ho visitato Tokyo. E' una città ultramoderna!! Tutte le macchine sono nuove, sempre pulite, senza ammaccature. Non so che pazzi comprano lì UAZ
E' un solito autoparcheggio presso al aeroporto Shizuoka.
A proposito ho scoperto sul web che esiste una modificazione italiana UAZ - Martorelli:
Ultima modifica di akphantom il 10 Luglio 2017, 15:34, modificato 1 volta in totale |
#677 10 Luglio 2017, 15:25 |
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gringox
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
1° settembre 2017.
Se c’è un aspetto della russofilia che da sempre mi lega ad essa questo è sicuramente il culto di certe tappe della vita dell’uomo come di certe ricorrenze, che davvero – a pensarci bene – sono solenni, e dovrebbero essere vissute davvero come tali, affinchè il ricordo possa essere conservato nel cuore e nella mente per tutta la vita, da chi ha vissuto quel momento come protagonista e da chi gli è stato vicino. Così è la nascita, così è il matrimonio, i vari “giubilei” per i compleanni importanti, così è la morte... e così è il primo giorno di scuola.
L’epoca sovietica ha impresso sicuramente un marchio importante nel consolidamento del culto del 1° settembre – tanto da essere elevato a “den’ znanji” (giorno della conoscenza) – e nel conferimento dell’aspetto coreografico militaresco un pò da “regime”; in questo modo viene insegnato e ribadito un senso di appartenza, fondamentale per l’identificazione dello scolaro e dello studente a un certo tipo di cultura, di tradizione, di società, di mondo. Mi è sempre piaciuto questo approccio, di sicuro più valido del qualunquismo ormai diffuso in Italia. Non avrei immaginato, solo qualche anno fa, che un giorno mi sarebbe toccato assistere in prima persona a questa festa.
Nell’Ucraina del 2017, in questo Paese dilaniato da una guerra civile che si consuma ormai da oltre tre anni nell’Est del Paese e che ha prodotto, oltre ai morti, migliaia di profughi, e dove si sta cercando di estirpare per legge un certo tipo di eredità passata e di belle usanze, queste però tuttora resistono, finchè dura e – aggiungo io – fortunatamente, in alcune realtà e situazioni locali.
Oggi essere russofoni in Ucraina significa appartenere “de-jure” ad una minoranza etnico-linguistica, alla quale si stanno togliendo sempre più diritti e riconoscimenti, nonostante di fatto più di metà del Paese sia tuttora di lingua russa. Un paradosso, certo; ma questa è la politica, e troppo spesso essa non perssegue ahimè il bene comune di un popolo...
Nel caso delle scuole è avvenuto in questi ultimi anni un pesante reindirizzamento verso la lingua ucraina e le scuole russe ad oggi sono quasi del tutto scomparse, almeno qui a Kiev. In questo forse non ci sarebbe nulla di male, se la lingua russa fosse almeno inserita come seconda lingua o come lingua facoltativa, ma questo non sempre avviene.
Io, nel mio piccolo, pur da straniero non rientrante nel mondo ex-sovietico, ma pur sempre russofono, mi sono ritrovato così in questa nuova “minoranza”. E, come tutti gli altri russofoni d’Ucraina colti ed evoluti, mi sono dovuto adeguare (ma sarebbe meglio dire ingoiare) a questi cambiamenti, cercando però, nelle situazioni in cui ciò è ancora permesso, di conservare la propria appartenenza linguistica, per me e per la mia famiglia. Ecco perchè ho insistito affinchè il mio bambino fosse inserito in un contesto scolastico russofono. Per un motivo ideale anzitutto, perchè pur rispettando la nuova priorità di Stato della “ridna mova” (la lingua “patria” ucraina), io e la mia famiglia perseguiamo la nostra priorità, che è quella, attraverso il percorso scolastico in lingua russa, di mantenere un legame forte con le proprie origini culturali. E poi per uno pratico, potendo in questo modo seguire il bambino più da vicino nel suo corso di studi, dato che con l’ucraino non sono ad livello tale da potergli correggere i compiti! Il caso poi ha voluto che questa scuola fosse pure vicina a casa...
Del resto poi, a questa “minoranza” russofona, appartiene tutto quel residuato di società sovietica che per mille ragioni è tuttora presente nell’Ucraina post-sovietica, e post-Maidan. Come in Russia, anche qui ci sono armeni, uzbeki, tajiki, kazaki, azeri, kirghizi, georgiani, moldavi, russi, ecc.; oltre agli stranieri come me, che provengono da altri Paesi del mondo; e tutta questa gente per comunicare usa la lingua russa; e tutta questa gente cerca chiaramente di iscrivere i propri figli, se può, in una scuola dove l’insegnamento venga fatto in russo.
Ed in sostanza era questa l’Ucraina che mi ha accolto quasi 13 anni fa... questo il Paese che ho imparato a conoscere nel profondo e ad amare: russofono e russofilo, e al tempo stesso tollerante, multietnico e multiculturale, contradditorio e diviso internamente, ma al tempo stesso tenuto insieme da un unico destino ucraino; originale e curioso nel suo bilinguismo condiviso da tutti, che spesso risultava bizzarro, talmente era spontaneo e naturale. E questo il Paese che mi piacerebbe tornasse a rivivere nella sua unicità originaria.
E così il 1° settembre 2017 è stato il primo giorno di scuola, della 1° elementare, per mio figlio Paolo. Un primo giorno anche per me, che ho assistito per la prima volta alla “linejka” (la “riga”, così chiamata per il posizionamento degli scolari in fila orizzontale, a mò di riga), la solenne e assai toccante celebrazione dell’inizio dell’anno scolastico nella quale viene suonata la prima campanella.
Non ricordo ai miei tempi, nella “lontana” e, pur diversa da adesso, Milano del 1980, un tale tripudio di solennità.
L’emozione è iniziata già il giorno prima per noi “stranieri” della classe perchè abbiamo dovuto fare la “repeticija” (le prove) della parte di spettacolo che ci riguardava.
Ma il vero scossone emotivo giunge la mattina del 1° settembre, quando, ancora a casa, aiuto a vestire il Paolino, e a “conciarlo” come un “ometto”: il completo blu scuro, la camicetta bianca con il papillon sotto ad un gilè pure scuro, e le scarpe tipo “mocassino” nere. Lui stesso, nonostante l’aria da “figurino”, riesce a malapena a trattenere l’apprensione, e lo si vede dall’espressione seriosa del viso.
Il ritrovo a scuola è per le 8,30. La cerimonia inizia ufficialmente alle 9,00.
il Paolino "primino"
Lo scambio dei fiori.
Qualche attimo prima dell’inizio si raggruppano i bambini delle prime elementari, con la maestra e i genitori. Sono due sole classi di 33 scolari ciascuna. Ci si scambiano mazzi di fiori, si chiacchiera un pò per conoscersi, un pò per definire gli ultimi dettagli della manifestazione. La maestrina è lì, sorridente e timida, meravigliosa nella sua frangetta castano-chiara, che calza a pennello con quel suo “grembiule” bianco che termina a strisce orizzontali amaranto con i tipici rombi della tradizione ucraina; si percepisce anche la sua commozione. È lei che dispone i bambini a due a due, un maschietto e una femminuccia, e tiene per mano il primo bambino della prima coppia.
I bambini della classe si dispongono in fila...
La maestrina a guidare la fila.
Alle 9,00 in punto entrano i “primini” accompagnati dalle maestre e vengono disposti su una lunga fila orizzontale – appunto la “linejka” – di fronte al palco dove si trova la direzione della scuola. Ai lati del cortile, nelle file davanti i bambini e i ragazzi delle classi superiori. Infine, tutt’intorno, la folla dei genitori, soprattutto di quelli delle prime classi. Il cortile della scuola è gremito. Ad un certo punto si interrompe il brusio generale, e dagli altoparlanti un pò gracchianti, in totale sintonia con le pareti della scuola che portano i segni evidenti dell’età che ha (è della fine degli anni ’30 del ‘900), si eleva una musica “mezza” militare, una sorta di marcetta. Irrompe allora un “plotoncino” di cinque studenti (tre ragazzi e due ragazze, delle classi più grandi), vestiti con un’uniforme scura da cerimonia, con fascia amaranto sulla giacca che scende in diagonale, e berretto pure color amaranto in testa, che, con preciso passo dell’oca, tenendo sotto mano uno la bandiera ucraina, l’altro, dietro, quella della scuola (un sole rosso con raggi gialli e rossi, su sfondo blu, e in cima il nome della scuola), si dirigono verso il punto dove sosteranno. Questo picchetto d’onore durerà poi fino alla fine della festa.
Parte a questo punto, pastoso e coinvolgente, l’inno nazionale ucraino. Cantano in molti, molti si mettono la mano sul cuore... è l’inizio ufficiale della celebrazione del 1° settembre.
La "linejka".
Da ora in poi, per circa un’ora e mezzo è un susseguirsi di balli, di canzoni cantate da scolari piccoli, di filastrocche pronunciate da altrettanti bambini; e poi è il turno dell’inno della scuola – questo in russo, a sottolineare la sua solida e antica tradizione russofona – e lo spettacolino degli scolari stranieri della prima classe nel quale essi scandiscono rumorosamente delle piccole campanelle – il cosiddetto “pervij zvonok” – a simboleggiare l’inizio della prima lezione di scuola. Qui anche il mio Paolino svolge la sua parte degnamente.
Segue poi il discorso della direttrice, una donnona col faccione tondo e paffuto, vestita anche lei in modo tradizionale con una sorta di tunica nera con al centro una striscia gialla verticale riempita da disegni floreali neri... lei, dal sorriso buono ma dalle maniere decise, come si nota dal tono della sua possente voce, proclama un messaggio breve, bello, che in pochi minuti riesce ad esprimere decine di concetti e a trasmettere altrettanti messaggi, alcuni più “ideali”, altri che guardano più al “sodo”. Centrale l’aspetto della multiculturalità, fonte di orgoglio per la scuola; il legame storico alle tradizioni della scuola, che al tempo stesso però guarda al futuro e punta all’insegnamento delle lingue (inglese e tedesco); il senso di appartenenza ad una grande famiglia che comprende i ragazzi, le loro famiglie, gli insegnanti e la scuola in generale; fino poi ai riferimenti alle più “concrete” conquiste della scuola, ai finanziamenti ottenuti per terminare il “remont” (la ristrutturazione), all’impegno congiunto, di personale scolastico e genitori, di rendere la scuola un ambiente più accogliente e più moderno. E fino al commovente minuto di silenzio per tutti i morti di questa martoriata Ucraina... “per tutti i morti”... senza distinzione di etnia, di lingua, di regione del Paese e di “credo” politico.
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Infine la consegna della spilla col girasole, un altro simbolo ucraino, colorata a metà blu (in alto) e a metà gialla (in basso), i colori della bandiera ucraina, e l’attaccamento della stessa sul vestito dei “primini”, dalla parte del cuore.
Al termine della manifestazione gli scolari rompono le righe ed escono dal cortile passando in mezzo ad una porta immaginaria delimitata da due grandi “rushniki” (sorta di tovaglie di lino o cotone, decorate con disegni a rombi, tipiche della tradizione slava dell’Est) tenuti in mano da due volenterosi genitori. Quasi a “benedire” il passaggio del bambino verso il nuovo mondo della scuola e sancire la nuova unione, non solo ideale, che si crea tra il bambino (e la sua famiglia) e la scuola. A guidare la fila dei “primini” è la maestra che tiene in mano il “karavaj”, il tipico pane rotondo, grande, con decorazioni floreali di pane sulla superficie (usato anche nei matrimoni, viene consegnato agli sposi), pure appartenente alla tradizione slava.
Ci si ritrova poi in classe, scolari, maestra e genitori. La stanza, semplice e modesta, senza tanti fronzoli, dalle pareti color verdognolo appena riverniciate, e con i banchi e le finestre che profumano di nuovo, è accogliente. Qui si conclude il tripudio di gesti che ha caratterizzato la bellissima atmosfera festosa di questa tiepida mattinata kievliana di fine estate; la “nostra” maestrina tiene in mano il “karavaj” e, dopo aver pronunciato un breve discorso di buon auspicio per il lungo, difficile ma interessante viaggio che l’intera classe e ogni singolo scolaro stanno per intraprendere, ancora commossa, lo consegna al bambino seduto al primo banco, affinchè nè stacchi un pezzo, lo mangi, e poi lo consegni al suo compagno di banco e così via. Un momento al quale, alla fine, anche i genitori partecipano, mangiandosi anch’essi un tozzo di pane.
In classe.
Poi alla fine tutti a casa. La festa deve proseguire per tutta la giornata, così ha indicato la direttrice nel suo proclama, rivolegendosi ai “pervoklassniki” (i bambini della prima elementare) e ai loro genitori. Perchè questo è un giorno solenne, che non si ripeterà più, e tale deve restare impresso nella memoria di bambini e grandi. Simbolo del passaggio dall’infanzia al mondo dei grandi.
La foto ricordo di famiglia
Ed io, in totale coerenza con le direttive scolastiche, decido così di “bigiare” qualche ora di lavoro facendo una passeggiata con la famiglia e dirigendomi a comprare un pò di squisitezze per la cena in modo da concludere in bellezza la giornata, ma con uno stile decisamente più italiano... a base di antipasto di pesce, e poi polipo e prosecco...
Il pezzo forte della cenetta a fine giornata
Gringox
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#678 06 Settembre 2017, 13:16 |
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sorrento76
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Registrato: Febbraio 2009
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Età: 48 Residenza: Mosca-Piano di Sorrento
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Re: GRINGOX D'UCRAINA
Emozionante resoconto caro Generale. Buon anno scolastico al giovanotto!!
____________ SBALORDITO IL DIAVOLO RIMASE QUANDO COMPRESE QUANTO OSCENO FOSSE IL BENE!
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#679 06 Settembre 2017, 13:36 |
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Maxovich
Massimiliano
Rank3
Registrato: Dicembre 2014
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Età: 57 Residenza: Civitavecchia Roma Nizhny Novgorod
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Re: GRINGOX d'UCRAINA
Bel resoconto grazie.
Parlavo l'altra sera con mia moglie della differenza del primo giorno di scuola tra Italia e Russia, qui un giorno qualsiasi in Russia un momento di festa di solennità e di impegno per il futuro. A volte mi sorge il dubbio se è il caso di farla crescere qui o in Russia la mia piccola дочь.
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#680 06 Settembre 2017, 15:53 |
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