30 luglio 2012
Camilla Shin, dall'edizione cartacea di Russia Oggi
Lo spazio verde nel cuore di Mosca si è trasformato da ente sovietico nel luogo più trendy della città. La strategia della direttrice Olga Zakharova
È un giorno feriale e questa mattina Gorky Park, a Mosca, è quasi deserto. La fontana bisbiglia fra sé e sé. Gli ampi viali sprofondano nel verde, l’acqua degli impianti di irrigazione cambia colore alla luce del sole. La rugiada mattutina bagna ancora i prati. Silenzio.
È difficile credere che fino a un anno fa tutto era diverso: attrazioni, amplificatori che sparavano musica ad alto volume, alcool in vendita. Per entrare bisognava comprare il biglietto. “Siamo partiti dalla riforma del sistema di sorveglianza – ricorda Olga Zakharova, direttrice del Cpkio (Centralnyj Park Kultury i otdycha, il Parco centrale della cultura e dello svago, ndr) Gorky. – Abbiamo portato il servizio di sicurezza a 24 ore e cambiato le divise dei collaboratori, perché l’uniforme non sembrasse quella carceraria e i guardiani non assomigliassero a dei detenuti che vagano per gli spazi del parco minacciando la vita delle persone. Abbiamo quindi rinnovato il sistema di illuminazione, tolto le attrazioni, messo delle panchine e grandi cuscini sui prati: questo è il criterio fondamentale del parco, si può stare sull’erba. Il nostro credo più importante è sperimentare. Abbiamo poi inserito il wi-fi e delle prese di corrente per ricaricare i portatili. Così le persone hanno iniziato a venire non soltanto per riposarsi, ma anche per lavorare".
Nel 2011 Olga Zakharova è riuscita a smontare l’eterno stereotipo russo secondo il quale lo svago in un parco consiste soltanto nel cibo e nelle giostre. “Durante il primo anno di lavoro abbiamo ricevuto molti giudizi negativi per aver tolto le attrazioni. Non erano soltanto strutture di ferro, erano storia. La gente chiedeva perché le avessimo tolte, dove fossero finite”.
http://russiaoggi.it/articles/2012/...uovo_16825.html