Ha suscitato una furiosa reazione da parte di Serghei Lavrov, ministro degli Esteri della Russia, la imposizione di sanzioni da parte degli Stati Uniti contro la 'Rosoboronexport', societa' statale russa esportatrice di armi che avrebbe fornito tecnologia militare all'Iran. "Queste nuove sanzioni sono state adottate senza il benche' minimo fondamento nel diritto internazionale", e' sbottato Lavrov. "E' ovvio che ne terremo conto negli aspetti pratici e nelle relazioni con gli Stati Uniti, sul piano commerciale ed economico e in altri settori. Il nostro intero interscambio e la nostra collaborazione tecnico-militare con l'Iran si svolgono in piena armonia con le norme internazionali vigenti", ha sottolineato il capo della diplomazia del Cremlino. "Non puo' esservi altra spiegazione che la volonta' assolutamente arrogante di applicare in maniera extra-territoriale le leggi americane". In un successivo comunicato ministeriale, inoltre, si avverte che la mossa di Washington avra' un impatto negativo sui colloqui relativi al programma nucleare iraniano in sede di '5+1', cioe' tra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu piu' la Germania, e che essa nuocera' alla posizione Usa in tale ambito. "E' chiaro che simili iniziative danneggiano la cooperazione in atto tra i 'Sei'", recita la nota. "E' l'ora che gli Stati Uniti decidano se sono pronti a proseguirla o meno in tale sede, e sulla base di un approccio concordato", e' il monito. La 'Rosoboronexport', che era gia' stata colpita da misure analoghe nel 2006, a sua volta ha denunciato la propria nuova penalizzazione come un "caso di concorrenza sleale". Le societa' nel mirino, il cui elenco e' stato pubblicato sul sito on-line del Dipartimento di Stato Usa, sono nel complesso tredici, e tra esse ve ne sono diverse cinesi e una venezuelana.
Fonte: La Repubblica