MOSCA - Il 97,1% degli elettori del Transdnestr si è pronunciato ieri per il divorzio dalla Moldavia e il ricongiungimento con Mosca nel referendum organizzato dalle autoproclamate autorità locali. Ha partecipato il 78,6% degli oltre 300mila iscritti al voto. Solo il 2,3% si è pronunciato per la permanenza nella repubblica moldava. Lo ha comunicato la commissione elettorale di Tiraspol, capoluogo del Transdnestr.
La questione del Transdnestr è congelata dal 1992, quando l'intervento di una forza di interposizione russa di 1.400 uomini mise fine al nascente conflitto civile fra moldavi e russofoni. Tiraspol, capoluogo della regione, si è autoproclamata capitale di una repubblica indipendente non riconosciuta da nessuno, e il suo status è al centro di altalenanti negoziati mediati anche dall'Ucraina.
Ora però alcuni fatti nuovi sono intervenuti a riaccendere le speranze di un distacco ufficiale da Chisinau: da un lato l'esempio del Montenegro, separatosi con una consultazione popolare dal'unione con la Serbia, e del Kosovo, la cui aspirazione indipendentista trova sempre più concretezza; dall'altro i tesi rapporti fra Moldavia e Russia che hanno esasperato gli schieramenti. L'Unione europea si è già pronunciata con un secco monito, disconoscendo qualunque validità al voto.