Russia, la ciliegina sulla torta
Al termine di una stagione dominata Myskina e C. vincono anche la Fed Cup. Ma battere la Francia priva di Mauresmo e Pierce è stato più difficile del previsto.
MILANO, 29 novembre 2004 - Poteva la Russia, che quest'anno ha vinto tre tornei dello Slam su quattro e che ha piazzato quattro giocatrici tra le prime sei del mondo, perdere la Fed Cup? Poteva benissimo e le sarebbe di sicuro accaduto se non avesse avuto Anastasia Myskina, l'unica, dello squadrone russo, in grado di rispettare il pronostico sul velocissimo indoor di Mosca. Sembrava una formalità , la conquista della prima Fed Cup da parte delle russe che avevano dominato in lungo e in largo gran parte del 2004. L'ostacolo finale era rappresentato dalla Francia, campionessa in carica, ma orfana delle sue atlete più rappresentative: Amelie Mauresmo in debito d'ossigeno dopo una stagione massacrante, e Mary Pierce, infortunata.
Ma tutto questo non è bastato perchè la 42ª edizione della Fed Cup si è conclusa soltanto al doppio di spareggio (terza volta nella storia dopo il 3-2 di Valencia del 1995 tra Spagna e Stati Uniti e il 3-2 di Ginevra del 1998 tra Spagna e Svizzera). E dire che l'inizio sembrava, per le russe, tutto in discesa. Svetlana Kuznetsova, campionessa a Flushing Meadows, ha servito per il match sul 5-4 del secondo set nella sfida inaugurale contro Nathalie Dechy. Ma a questo punto, con l'euforico Boris Eltsin in tribuna a dispensare applausi e strette di mano, Svetlana è andata in confusione facendosi raggiungere dalla francese, numero 21 del ranking Wta. La Dechy si è ricordata di aver battuto la russa all'inizio del 2004 nel torneo australiano di Gold Coast in un match molto serrato e ha ripetuto l'impresa proprio a Mosca finendo per vincere per 8-6 al terzo.
A rimettere le cose sul giusto binario ci ha pensato proprio lei, Anastasia Myskina, che dopo lo spavento iniziale (3-0 per la Golovin), ha fatto correre da una parte all'altra del campo la sedicenne francese di origini russe, piegata alla fine con un punteggio più che accettabile (6-4 7-6). Sulla scia del pareggio ritrovato, la Russia è andata in vantaggio per 2-1 quando nel primo singolare della seconda giornata la Myskina ha tenuto a debita distanza la Dechy, domata per 6-3 6-4 con due set accorti ed equilibrati. Ma a questo punto la Russia è caduta nuovamente nel baratro quando l'evanescente Kuznetsova si è arresa alla Golovin senza praticamente buttare la palla al di là della rete, senza dare l'impressione di voler vincere l'ultima fatica dell'anno. La Golovin ha chiuso il match sul 6-4 6-1 e lo spettro di una sconfitta si è materializzato facendo sogghignare perfino la bella Maria Sharapova, campionessa a Wimbledon e al Masters ma esclusa dalle colleghe che si erano pronunciate unite: "O lei o noi". Come dire, meglio noi sconfitte che lei vittoriosa.
Sul due pari capitan Tarpischev ha pensato bene di sostituire Elena Likhovtseva, poco avvezza a match delicati sebbene doppista esperta, con la calda Anastasia Myskina che si è trovata in campo per la terza volta in poco più di 24 ore, al fianco di Vera Zvonareva. E questa è stata la mossa vincente perchè Marion Bartoli e Emilie Loit non avevano nessuna intenzione di lasciare la coppa a Mosca. Myskina e Zvonareva hanno dato l'anima salvando nel primo set ben quattro set point e chiudendo a braccia alzate dopo 2 ore e 13 minuti per 7-6 7-5. Da venerdì finale di coppa Davis a Siviglia tra Spagna e Stati Uniti.
(fonte la gazzetta dello sport articolo di Luca Marianantoni)