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Forum Russia - Italia


"Ugolok" degli Italiani delle terre russofone - GRINGOX d'UCRAINA



gringox [ 04 Luglio 2016, 14:32 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
geom_calboni ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
PS: Geometra, chissà, la prossima volta torni in Zakarpatja con me ... e magari ci portiamo dietro qualche altro forumista... che ne dici Lombards, sei dei nostri ?

Sarebbe una bella cosa

Appena ho tempo vi posto delle foto delle rinomate pozze... ehm... piscine di Solotvyno...



Hehe conosco anche quelle... il massimo del "soviet style"


Matt [ 04 Luglio 2016, 18:08 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Che spettacolo queste foto!


direttore [ 04 Luglio 2016, 20:10 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Grande Generale Estasiato da questo bellissimo racconto di viaggio


gringox [ 07 Luglio 2017, 17:08 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
03-05/06/2017: in famiglia sui Carpazi, come da tradizione durante il "ponte" della Pentecoste.



Lago Sinevir.


sinevir_panorama
Il lago Sinevir.


Di veramente curioso intorno a questo laghetto alpino c’è, a mio parere, solo la leggenda... C’era una volta un conte che possedeva un grande appezzamento di bosco sui verdi Carpazi; egli aveva una bella figlia di nome Sinja, dagli occhi appunto “sinije” (blu) come il cielo. Molti uomini, semplici boscaioli e potenti di altre zone dei Carpazi, facevano la corte alla fanciulla... ma Sinja si era innamorata di un bel giovane pastore di nome Vir, un ragazzo semplice, la cui unica ricchezza era un piffero, che suonava sempre e col quale egli sapeva ammaliare Sinja.

Il padre di Sinja venne a sapere della storia d’amore e si oppose fortemente ad essa. Sinja e Vir, che però si amavano profondamente, erano dunque costretti ad incontrarsi segretamente. I due giovani erano felici...

In breve il conte decise di farla finita con Vir. Commissionò dunque l’omicidio. E così, poco dopo, mentre Vir stava aspettando Sinja per un nuovo incontro, uomini mandati dal conte lo individuarono e gettarono un grande masso sopra il ragazzo uccidendolo. Quando Sinja giunse sul posto venne presa dal dolore lancinante ed immenso, ed iniziò a piangere. Pianse talmente tanto e a lungo che intorno a lei si creò un lago di lacrime nel quale lei stessa annegò.


sin_vir
Sin e Vir.

Da allora il lago prende il nome di Sinevir, appunto in memoria dei due innamorati Sinja e Vir a simboleggiare l’eterno amore che i due hanno potuto conservare solo con la morte.


Per il resto il laghetto in sè mi delude un pò. Mi aspettavo di catapultarmi in un’oasi di silenzio in mezzo al boscoi e invece mi ritrovo in mezzo a decine di bambini starnazzanti di qualche scolaresca o colonie estive.
L’acqua del laghetto non è neppure così pulita, almeno lungo la sponda. Bello invece il bosco tutt’intorno, le sfumature di verde che si riflettono sull’acqua immobile; e curioso l’isolotto là in mezzo al lago che, se uno lo volesse, si può raggiungere con una sorta di zattera. Chissà, che sia esso forse il masso che uccise Vir?



L’escursione al lago Sinevir non era però l’obiettivo principale del fine-settimana, sebbene sia stato un incipit interessante, dato che era anni che mi riproponevo di vederlo e, per un motivo o per un altro, non ci ero ancora mai stato.

Quest’anno dovevo assolutissimamente porre fine alla maledizione del Goverla, che per ben due volte nel passato (l’ultima l’anno scorso, come raccontato sul Forum), ha provocato il dietrofront nel bel mezzo dell’ascesa alla vetta più alta d’Ucraina (2061 m.).

Lasciati nella casetta nel bosco i bambini insieme ai nonni (che questa volta appositamente ho portato dietro, prevedendo appunto di portare a termine la missione Goverla), e approfittando di un tempo clemente siamo dunque, io e la mogliettina, partiti per l’impresa.

Indescrivibile la fatica! Sul serio... io mi ritengo un discreto montanaro, ho un buon passo, una buona resistenza e amo fare trekking e arrampicare; a questo proposito, proprio mentalmente e sulla base dell’esperienza, ho sempre un pò snobbato, pur avendo imparato ad amarli, i Carpazi in generale, e questa montagna in particolare, ritenendola semplice per il fatto della sua forma a “panettone” erboso dalle pendici apparentemente dolci, senza rocce o burroni... ma mi sono dovuto ricredere! Oltretutto, forse, proprio quell’approccio mi ha causato le sfortune dei tentativi di ascensione precedenti, miseramente falliti...

Parallelamente mi ha sorpreso la quantità di escursionisti, di tutte le età, che abbiamo incontrato durante la salita, e poi sulla cima; questi tra l’altro parevano più in forma e più esperti di me, a giudicare dalla scioltezza con cui si muovevano; mentre io, non facendomi una ragione di ciò, arrancavo e la fatica era ancora maggiore per il senso di invidia che provavo nei confronti di questa gente...

Infine l’ultimo tratto, quello che conduce alla vetta; qui non c’è più un sentiero, bensì è possibile zigzagare come si vuole sul pendio; salita che mi ha comportato uno sforzo bestiale. Alla fine, dopo circa 4 ore di camminata e circa 800 m. di dislivello, ce l’abbiamo fatta! La grande soddisfazione nel mettere i piedi sulla larga e piatta cima del Goverla dopo tutta quella fatica è altrettanto indescrivibile. Il panorama da qui è spettacolare, da una parte, in fondo verso sud si vedono i Carpazi romeni; tutt’intorno le cime più basse dei Carpazi ucraini, “gobbe” di detriti, muschio ed erbe; mentre più in basso i boschi di conifere immensi; praticamente nessun segno di civiltà a valle; tira un forte vento e ci sono anche parecchi sprazzi di neve, cosa apparentemente strana per queste altezze non così estreme – in fondo siamo a poco più di 2000 m., ma è chiaro che la latitudine qui gioca la sua parte e molto spesso capitano nevicate a queste quote anche d’estate.
Bello, bello davvero!


goverla
Il panorama dalla cima del Goverla.

goverla_1


goverla_2
e ancora...


Il resto del week end l’abbiamo dedicato al riposo; per i funghi è ancora presto, nel bosco non ce n’è traccia, neppure di quelli “matti”. Quindi abbiamo optato per una gita alla “fighetta” Bukovel’ – la più rinomata località sciistica d’Ucraina dove da anni c’è un boom di turismo d’èlite un pò in tutte le stagioni dato che qui le infrastrutture ed i servizi sono a livelli europei (come i prezzi!). Nonostante io personalmente non verrei qui a passare le vacanze, non sentendomi a mio agio in questa oasi “finta” e “pantovaja”, devo riconoscere che la conca naturale dove si trova ed il paesaggio intorno sono veramente belli. Come pure il lago artificiale che è una delle attrazioni principale del paese.



bukovel_lago
Il lago di Bukovel' e il bel panorama intorno.



Preferisco decisamente sempre la “nostra” grezza e genuina Vorohta, la “nostra” casetta di legno altrettanto grezza ai margini del bosco, le strade piene di buche sulle quali la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o... coi carretti trainati dal cavallo...



carretto
Il Gringox contadino dei Carpazi


L’ultima sera, per la gioia di bambini ed adulti, e soprattutto del vecchio scout Gringox, si fa shashlyk nel bosco... i bambini vanno a raccogliere la legna, gli insegno come preparare il fuoco e tutti ci divertiamo ad alimentarlo, a fare le fiamme alte, a cuocere la carne, e, tra una cosa e l’altra, a fare la guerra con le pigne. Fino a quando scende il buio che trasforma le “smereke” (la “smereka” è il larice dei Carpazi) in inquietanti forme che tanto spaventano i bambini e non solo... e si va a dormire.


fuoco
Il nonno (mio suocero) coi bambini intorno al fuoco nel bosco.



Gringox


n4italia [ 07 Luglio 2017, 17:59 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
...questa volta anche la favoletta...

Il piccolo nell'ultima foto lo vedo bello cresciuto...


geom_calboni [ 07 Luglio 2017, 19:03 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Il piccolo nell'ultima foto lo vedo bello cresciuto...

E parecchio "pimpante"...


Butterfly77 [ 07 Luglio 2017, 19:19 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Bella la leggenda Gringox!!!

I tuoi figli sono veramente belli, complimenti.....

Il piccolo è veramente la tua fotocopia.... spero di conoscere la tua famiglia al prossimo raduno.....

Ciao ciao.


akphantom [ 08 Luglio 2017, 8:10 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...


Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.


n4italia [ 08 Luglio 2017, 10:35 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
akphantom ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...


Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.


Ce ne sono tante in circolazione anche nella citta' dei suoceri, Velikij Novgorod.


lo stalker [ 08 Luglio 2017, 15:44 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
akphantom ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...


Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.


Ce ne sono tante in circolazione anche nella citta' dei suoceri, Velikij Novgorod.


quando giro per il mio paeselle mi sento come se fossi in URSS... vedo lada Niva OVUNQUE!!!


akphantom [ 09 Luglio 2017, 3:26 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Ce ne sono tante in circolazione anche nella citta' dei suoceri, Velikij Novgorod.


UAZ è una vera macchina per un uomo duro: il conforto è minimale, la guida è faticosa, in corsa sballotta tutti in salotto, ha un motore fra i sedili anteriori che fa rumore e fa caldo.

La cosa interessante che queste macchine si vendono in Giappone per circa 40 000$ (perché dazi d'entrata per le macchine straniere sono alti in Giappone) e certo si trovano quelli amanti di UAZ che li comprano e poi li migliorano spendendo altri 30 000$.


YouTube Link


http://www.uaz.jp/

P.S. Gringox, scusami per offtop.


gringox [ 10 Luglio 2017, 7:30 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
akphantom ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
... la gente locale si muove in UAZ, in Lada Niva o in altre “carcasse” di eredità sovietica o...


Quelli "carcasse" ancora si producono e si vendono UAZ si considera una macchina abbastanza affidabile e facile in manutenzione. Lo comprano cacciatori e pescatori. In alcuni posti estremali e meglio "uccidere" un UAZ che un Landcruiser.


Fantom caro, ma io scherzavo!!! Ho usato quel termine "carcassa" in modo ironico
Ti aggiungo addirittura che se non ho ancora comprato la UAZ è perché la mogliettina non vuole che io spenda dei soldi che devono essere usati per cose famigliari... ma non appena ho risolto tutte le cose di famiglia e ho un gruzzoletto disponibile, vai tranquillo che la UAZ me la compro
Guarda non so quanti italiani abbiano avuto esperienze in UAZ come il sottoscritto... Io sono legatissimo a quella macchina che mi ha scarrozzato in tutti i miei viaggi in Russia e Asia centrale: a partire dalla Mongolia, dove andavamo a caccia di marmotte in UAZ nel Bayan Olgii!!! Fino arrivare al Pamir in Tajikistan, passando per le l'Altaj in Kazakhstan e Iturup sulle Kurili (anche se qui, per vicinanza al Giappone, erano molto presenti anche Toyota, col volante a destra).

Insomma, giusto per puntualizzare
Per me la UAZ è un mito

Gringox


icipo76 [ 10 Luglio 2017, 8:12 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?

quella furgone sembra un boiler con le ruote

la jeep invece e' bella tosta mi piace


gringox [ 10 Luglio 2017, 8:52 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?

quella furgone sembra un boiler con le ruote

la jeep invece e' bella tosta mi piace



Icipetto ciao, io ho esperienze anche di furgone UAZ in Turkmenistan... ma ovviamente intend la jeep
Questa qui, tanto per intenderci:


960


Ciao,

Gringox


n4italia [ 10 Luglio 2017, 10:15 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?

quella furgone sembra un boiler con le ruote

la jeep invece e' bella tosta mi piace




prova123
...ahahah..., il boiler con le ruote, soprattutto nella versione Carabinieri, fa parte dei miei ricordi d'infanzia, quando mio padre non aveva ancora la patente e venivano spesso a prenderlo o a riaccompagnarlo a casa i colleghi, specie quando c'era qualcosa di urgente...

In seguito anch'io ho avuto modo di usarlo parecchie volte nell'Esercito. Nei miei primi anni di servizio - e ultimi anni del Fiat 900 - era abbastanza utilizzato per spostamenti di piccoli gruppi di persone o per il trasporto di materiali di piccolo ingombro.


icipo76 [ 10 Luglio 2017, 13:05 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
ma vuoi prenderti la uaz tipo jeep o tipo la fiat 900 ?

quella furgone sembra un boiler con le ruote

la jeep invece e' bella tosta mi piace



Icipetto ciao, io ho esperienze anche di furgone UAZ in Turkmenistan... ma ovviamente intend la jeep
Questa qui, tanto per intenderci:


960


Ciao,

Gringox


meno male ero gia' preoccupato

la jeep effettivamente e' bella massiccia
sono dei muli questi mezzi


akphantom [ 10 Luglio 2017, 15:25 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Fantom caro, ma io scherzavo!!! Ho usato quel termine "carcassa" in modo ironico
Ti aggiungo addirittura che se non ho ancora comprato la UAZ è perché la mogliettina non vuole che io spenda dei soldi che devono essere usati per cose famigliari... ma non appena ho risolto tutte le cose di famiglia e ho un gruzzoletto disponibile, vai tranquillo che la UAZ me la compro
Guarda non so quanti italiani abbiano avuto esperienze in UAZ come il sottoscritto... Io sono legatissimo a quella macchina che mi ha scarrozzato in tutti i miei viaggi in Russia e Asia centrale: a partire dalla Mongolia, dove andavamo a caccia di marmotte in UAZ nel Bayan Olgii!!! Fino arrivare al Pamir in Tajikistan, passando per le l'Altaj in Kazakhstan e Iturup sulle Kurili (anche se qui, per vicinanza al Giappone, erano molto presenti anche Toyota, col volante a destra).

Insomma, giusto per puntualizzare
Per me la UAZ è un mito

Gringox


Ciao Gringox! Infatti pure io penso che UAZ è una "carcassa". Ho capito la tua ironia. Volevo solo notare che la storia di questa macchina non era finita insieme con la epoca sovietica. Sembra che avrà ancora una vita lunga.
Hai ragione detto che è una macchina mitica, epocale. Ma il tempo va avanti e personalmente io mai mi comprerei un UAZ. Anche se un giorno lo farò mia moglie mi lega alla corda di gancio e poi mi rimorchia alla bottega per far tornarlo indietro.

Ho scritto su di Giappone perché l'anno precedente ho visitato Tokyo. E' una città ultramoderna!! Tutte le macchine sono nuove, sempre pulite, senza ammaccature. Non so che pazzi comprano lì UAZ

dsc09098
E' un solito autoparcheggio presso al aeroporto Shizuoka.

A proposito ho scoperto sul web che esiste una modificazione italiana UAZ - Martorelli:

uaz_martorelli_22


gringox [ 06 Settembre 2017, 13:16 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
1° settembre 2017.


Se c’è un aspetto della russofilia che da sempre mi lega ad essa questo è sicuramente il culto di certe tappe della vita dell’uomo come di certe ricorrenze, che davvero – a pensarci bene – sono solenni, e dovrebbero essere vissute davvero come tali, affinchè il ricordo possa essere conservato nel cuore e nella mente per tutta la vita, da chi ha vissuto quel momento come protagonista e da chi gli è stato vicino. Così è la nascita, così è il matrimonio, i vari “giubilei” per i compleanni importanti, così è la morte... e così è il primo giorno di scuola.

L’epoca sovietica ha impresso sicuramente un marchio importante nel consolidamento del culto del 1° settembre – tanto da essere elevato a “den’ znanji” (giorno della conoscenza) – e nel conferimento dell’aspetto coreografico militaresco un pò da “regime”; in questo modo viene insegnato e ribadito un senso di appartenza, fondamentale per l’identificazione dello scolaro e dello studente a un certo tipo di cultura, di tradizione, di società, di mondo. Mi è sempre piaciuto questo approccio, di sicuro più valido del qualunquismo ormai diffuso in Italia. Non avrei immaginato, solo qualche anno fa, che un giorno mi sarebbe toccato assistere in prima persona a questa festa.

Nell’Ucraina del 2017, in questo Paese dilaniato da una guerra civile che si consuma ormai da oltre tre anni nell’Est del Paese e che ha prodotto, oltre ai morti, migliaia di profughi, e dove si sta cercando di estirpare per legge un certo tipo di eredità passata e di belle usanze, queste però tuttora resistono, finchè dura e – aggiungo io – fortunatamente, in alcune realtà e situazioni locali.

Oggi essere russofoni in Ucraina significa appartenere “de-jure” ad una minoranza etnico-linguistica, alla quale si stanno togliendo sempre più diritti e riconoscimenti, nonostante di fatto più di metà del Paese sia tuttora di lingua russa. Un paradosso, certo; ma questa è la politica, e troppo spesso essa non perssegue ahimè il bene comune di un popolo...
Nel caso delle scuole è avvenuto in questi ultimi anni un pesante reindirizzamento verso la lingua ucraina e le scuole russe ad oggi sono quasi del tutto scomparse, almeno qui a Kiev. In questo forse non ci sarebbe nulla di male, se la lingua russa fosse almeno inserita come seconda lingua o come lingua facoltativa, ma questo non sempre avviene.

Io, nel mio piccolo, pur da straniero non rientrante nel mondo ex-sovietico, ma pur sempre russofono, mi sono ritrovato così in questa nuova “minoranza”. E, come tutti gli altri russofoni d’Ucraina colti ed evoluti, mi sono dovuto adeguare (ma sarebbe meglio dire ingoiare) a questi cambiamenti, cercando però, nelle situazioni in cui ciò è ancora permesso, di conservare la propria appartenenza linguistica, per me e per la mia famiglia. Ecco perchè ho insistito affinchè il mio bambino fosse inserito in un contesto scolastico russofono. Per un motivo ideale anzitutto, perchè pur rispettando la nuova priorità di Stato della “ridna mova” (la lingua “patria” ucraina), io e la mia famiglia perseguiamo la nostra priorità, che è quella, attraverso il percorso scolastico in lingua russa, di mantenere un legame forte con le proprie origini culturali. E poi per uno pratico, potendo in questo modo seguire il bambino più da vicino nel suo corso di studi, dato che con l’ucraino non sono ad livello tale da potergli correggere i compiti! Il caso poi ha voluto che questa scuola fosse pure vicina a casa...

Del resto poi, a questa “minoranza” russofona, appartiene tutto quel residuato di società sovietica che per mille ragioni è tuttora presente nell’Ucraina post-sovietica, e post-Maidan. Come in Russia, anche qui ci sono armeni, uzbeki, tajiki, kazaki, azeri, kirghizi, georgiani, moldavi, russi, ecc.; oltre agli stranieri come me, che provengono da altri Paesi del mondo; e tutta questa gente per comunicare usa la lingua russa; e tutta questa gente cerca chiaramente di iscrivere i propri figli, se può, in una scuola dove l’insegnamento venga fatto in russo.

Ed in sostanza era questa l’Ucraina che mi ha accolto quasi 13 anni fa... questo il Paese che ho imparato a conoscere nel profondo e ad amare: russofono e russofilo, e al tempo stesso tollerante, multietnico e multiculturale, contradditorio e diviso internamente, ma al tempo stesso tenuto insieme da un unico destino ucraino; originale e curioso nel suo bilinguismo condiviso da tutti, che spesso risultava bizzarro, talmente era spontaneo e naturale. E questo il Paese che mi piacerebbe tornasse a rivivere nella sua unicità originaria.

E così il 1° settembre 2017 è stato il primo giorno di scuola, della 1° elementare, per mio figlio Paolo. Un primo giorno anche per me, che ho assistito per la prima volta alla “linejka” (la “riga”, così chiamata per il posizionamento degli scolari in fila orizzontale, a mò di riga), la solenne e assai toccante celebrazione dell’inizio dell’anno scolastico nella quale viene suonata la prima campanella.
Non ricordo ai miei tempi, nella “lontana” e, pur diversa da adesso, Milano del 1980, un tale tripudio di solennità.

L’emozione è iniziata già il giorno prima per noi “stranieri” della classe perchè abbiamo dovuto fare la “repeticija” (le prove) della parte di spettacolo che ci riguardava.
Ma il vero scossone emotivo giunge la mattina del 1° settembre, quando, ancora a casa, aiuto a vestire il Paolino, e a “conciarlo” come un “ometto”: il completo blu scuro, la camicetta bianca con il papillon sotto ad un gilè pure scuro, e le scarpe tipo “mocassino” nere. Lui stesso, nonostante l’aria da “figurino”, riesce a malapena a trattenere l’apprensione, e lo si vede dall’espressione seriosa del viso.
Il ritrovo a scuola è per le 8,30. La cerimonia inizia ufficialmente alle 9,00.



a_casa
il Paolino "primino"



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Lo scambio dei fiori.



Qualche attimo prima dell’inizio si raggruppano i bambini delle prime elementari, con la maestra e i genitori. Sono due sole classi di 33 scolari ciascuna. Ci si scambiano mazzi di fiori, si chiacchiera un pò per conoscersi, un pò per definire gli ultimi dettagli della manifestazione. La maestrina è lì, sorridente e timida, meravigliosa nella sua frangetta castano-chiara, che calza a pennello con quel suo “grembiule” bianco che termina a strisce orizzontali amaranto con i tipici rombi della tradizione ucraina; si percepisce anche la sua commozione. È lei che dispone i bambini a due a due, un maschietto e una femminuccia, e tiene per mano il primo bambino della prima coppia.



fila
I bambini della classe si dispongono in fila...



maestrina
La maestrina a guidare la fila.



Alle 9,00 in punto entrano i “primini” accompagnati dalle maestre e vengono disposti su una lunga fila orizzontale – appunto la “linejka” – di fronte al palco dove si trova la direzione della scuola. Ai lati del cortile, nelle file davanti i bambini e i ragazzi delle classi superiori. Infine, tutt’intorno, la folla dei genitori, soprattutto di quelli delle prime classi. Il cortile della scuola è gremito. Ad un certo punto si interrompe il brusio generale, e dagli altoparlanti un pò gracchianti, in totale sintonia con le pareti della scuola che portano i segni evidenti dell’età che ha (è della fine degli anni ’30 del ‘900), si eleva una musica “mezza” militare, una sorta di marcetta. Irrompe allora un “plotoncino” di cinque studenti (tre ragazzi e due ragazze, delle classi più grandi), vestiti con un’uniforme scura da cerimonia, con fascia amaranto sulla giacca che scende in diagonale, e berretto pure color amaranto in testa, che, con preciso passo dell’oca, tenendo sotto mano uno la bandiera ucraina, l’altro, dietro, quella della scuola (un sole rosso con raggi gialli e rossi, su sfondo blu, e in cima il nome della scuola), si dirigono verso il punto dove sosteranno. Questo picchetto d’onore durerà poi fino alla fine della festa.
Parte a questo punto, pastoso e coinvolgente, l’inno nazionale ucraino. Cantano in molti, molti si mettono la mano sul cuore... è l’inizio ufficiale della celebrazione del 1° settembre.


linejka
La "linejka".



cortile



Da ora in poi, per circa un’ora e mezzo è un susseguirsi di balli, di canzoni cantate da scolari piccoli, di filastrocche pronunciate da altrettanti bambini; e poi è il turno dell’inno della scuola – questo in russo, a sottolineare la sua solida e antica tradizione russofona – e lo spettacolino degli scolari stranieri della prima classe nel quale essi scandiscono rumorosamente delle piccole campanelle – il cosiddetto “pervij zvonok” – a simboleggiare l’inizio della prima lezione di scuola. Qui anche il mio Paolino svolge la sua parte degnamente.

Segue poi il discorso della direttrice, una donnona col faccione tondo e paffuto, vestita anche lei in modo tradizionale con una sorta di tunica nera con al centro una striscia gialla verticale riempita da disegni floreali neri... lei, dal sorriso buono ma dalle maniere decise, come si nota dal tono della sua possente voce, proclama un messaggio breve, bello, che in pochi minuti riesce ad esprimere decine di concetti e a trasmettere altrettanti messaggi, alcuni più “ideali”, altri che guardano più al “sodo”. Centrale l’aspetto della multiculturalità, fonte di orgoglio per la scuola; il legame storico alle tradizioni della scuola, che al tempo stesso però guarda al futuro e punta all’insegnamento delle lingue (inglese e tedesco); il senso di appartenenza ad una grande famiglia che comprende i ragazzi, le loro famiglie, gli insegnanti e la scuola in generale; fino poi ai riferimenti alle più “concrete” conquiste della scuola, ai finanziamenti ottenuti per terminare il “remont” (la ristrutturazione), all’impegno congiunto, di personale scolastico e genitori, di rendere la scuola un ambiente più accogliente e più moderno. E fino al commovente minuto di silenzio per tutti i morti di questa martoriata Ucraina... “per tutti i morti”... senza distinzione di etnia, di lingua, di regione del Paese e di “credo” politico.
.
Infine la consegna della spilla col girasole, un altro simbolo ucraino, colorata a metà blu (in alto) e a metà gialla (in basso), i colori della bandiera ucraina, e l’attaccamento della stessa sul vestito dei “primini”, dalla parte del cuore.

Al termine della manifestazione gli scolari rompono le righe ed escono dal cortile passando in mezzo ad una porta immaginaria delimitata da due grandi “rushniki” (sorta di tovaglie di lino o cotone, decorate con disegni a rombi, tipiche della tradizione slava dell’Est) tenuti in mano da due volenterosi genitori. Quasi a “benedire” il passaggio del bambino verso il nuovo mondo della scuola e sancire la nuova unione, non solo ideale, che si crea tra il bambino (e la sua famiglia) e la scuola. A guidare la fila dei “primini” è la maestra che tiene in mano il “karavaj”, il tipico pane rotondo, grande, con decorazioni floreali di pane sulla superficie (usato anche nei matrimoni, viene consegnato agli sposi), pure appartenente alla tradizione slava.

Ci si ritrova poi in classe, scolari, maestra e genitori. La stanza, semplice e modesta, senza tanti fronzoli, dalle pareti color verdognolo appena riverniciate, e con i banchi e le finestre che profumano di nuovo, è accogliente. Qui si conclude il tripudio di gesti che ha caratterizzato la bellissima atmosfera festosa di questa tiepida mattinata kievliana di fine estate; la “nostra” maestrina tiene in mano il “karavaj” e, dopo aver pronunciato un breve discorso di buon auspicio per il lungo, difficile ma interessante viaggio che l’intera classe e ogni singolo scolaro stanno per intraprendere, ancora commossa, lo consegna al bambino seduto al primo banco, affinchè nè stacchi un pezzo, lo mangi, e poi lo consegni al suo compagno di banco e così via. Un momento al quale, alla fine, anche i genitori partecipano, mangiandosi anch’essi un tozzo di pane.



classe
In classe.



Poi alla fine tutti a casa. La festa deve proseguire per tutta la giornata, così ha indicato la direttrice nel suo proclama, rivolegendosi ai “pervoklassniki” (i bambini della prima elementare) e ai loro genitori. Perchè questo è un giorno solenne, che non si ripeterà più, e tale deve restare impresso nella memoria di bambini e grandi. Simbolo del passaggio dall’infanzia al mondo dei grandi.



famiglia
La foto ricordo di famiglia



Ed io, in totale coerenza con le direttive scolastiche, decido così di “bigiare” qualche ora di lavoro facendo una passeggiata con la famiglia e dirigendomi a comprare un pò di squisitezze per la cena in modo da concludere in bellezza la giornata, ma con uno stile decisamente più italiano... a base di antipasto di pesce, e poi polipo e prosecco...



polpo
Il pezzo forte della cenetta a fine giornata





Gringox


sorrento76 [ 06 Settembre 2017, 13:36 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Emozionante resoconto caro Generale. Buon anno scolastico al giovanotto!!


Maxovich [ 06 Settembre 2017, 15:53 ]
Oggetto: Re: GRINGOX d'UCRAINA
Bel resoconto grazie.
Parlavo l'altra sera con mia moglie della differenza del primo giorno di scuola tra Italia e Russia, qui un giorno qualsiasi in Russia un momento di festa di solennità e di impegno per il futuro. A volte mi sorge il dubbio se è il caso di farla crescere qui o in Russia la mia piccola дочь.


geom_calboni [ 06 Settembre 2017, 16:12 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Paolino spettacolare. Salutamelo.
Farà le scarpe a tutti per quanto è scaltro


Butterfly77 [ 06 Settembre 2017, 16:16 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Uau Gringo gran bel racconto....grazie di averlo condiviso qui sul forum anche oggi ho imparato una nuova cosa bella davvero....

Tradizioni che portano sì il passaggio del bambino all'età adulta.... si vede il Paolino visivamente teso nella prima foto che hai postato.....mentre Giorgio nella foto di famiglia sembra un po' annoiato come voglia dire.... "tra poco tocca anche a me tutto questo?"

Grazie ancora di questo pezzo di storia nel primo giorno di scuola di tuo figlio.....


Luda Mila [ 07 Settembre 2017, 9:39 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Emozionante davvero il tuo racconto, Gringox! Con tutti i momenti descritti e le foto, leggendo si ha l' impressione di esserci presenti Apprendo con un po' di sorpresa che il rito sovietico della "linejka" e` sopravvissuto nell'Ucraina di oggi; e` finora la tipica procedura solenne del 1 settembre in tutte le scuole della Russia, solo che qui, invece dell'inno nazionale, si sente la musica popolare delle canzoni per bambini. Paolino e` un vero piccolo gentiluomo Pure la mia nipotina quest'anno ha cominciato la prima elementare, a Mosca...
Scusa la curiosita`, se ho capito bene - nella scuola che avete scelto la lingua ucraina non viene studiata affatto?


icipo76 [ 07 Settembre 2017, 9:55 ]
Oggetto: 
Complimenti bel racconto , questa è sicuramente una di quelle cose che mi piace della Russia.
Queste tradizioni che durano nel tempo , poi a differenza dell'Italia mi è sempre piaciuto il fatto che la inizio è sempre il primo di settembre , da noi è un casino
Tutte le regioni tutti gli anni un giorno diverso


gringox [ 07 Settembre 2017, 10:13 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Luda Mila ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Emozionante davvero il tuo racconto, Gringox! Con tutti i momenti descritti e le foto, leggendo si ha l' impressione di esserci presenti Apprendo con un po' di sorpresa che il rito sovietico della "linejka" e` sopravvissuto nell'Ucraina di oggi; e` finora la tipica procedura solenne del 1 settembre in tutte le scuole della Russia, solo che qui, invece dell'inno nazionale, si sente la musica popolare delle canzoni per bambini. Paolino e` un vero piccolo gentiluomo Pure la mia nipotina quest'anno ha cominciato la prima elementare, a Mosca...
Scusa la curiosita`, se ho capito bene - nella scuola che avete scelto la lingua ucraina non viene studiata affatto?


Grazie cara Luda Che io sappia la "linejka" è tuttora mantenuta in tutte le scuole in Ucraina.
Rispondo subito alla tua curiosità, forse dal racconto non emerge chiaramente: la lingua ucraina certo che viene studiata, come lingua parallela (avranno 3 o 4 ore alla settimana di ucraino), e poi c'è l'inglese (3 ore/settimana). Dalla 5a classe poi verrà inserito anche il tedesco

Ehh già caro Icipetto, proprio così

Ehh già caro geometra, tu che l'hai pure conosciuto recentemente, il Paolino è tosto, ehh...

Oggi, accompagnandolo a scuola, mi sono soffermato a chiacchierare e fare amicizia col nonno di Bobò (mi pare di aver capito si chiami così il bambino), il compagno di classe tajiko del Paolino. La conversazione mi ha riportato alla mente il mio viaggio storico in Tajkistan, secoli fa... ho fatto pure vedere le foto del viaggio (che conservo, come quele degli altri viaggi, nella memoria del telefonino)... e lui si è pure emozionato La famiglia di Bobò ha un chiosco al bazar Demeevskij e vendono frutta secca e spezie... gente semplice, ma dignitosa.

Gringox


n4italia [ 07 Settembre 2017, 10:45 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Bel racconto e belle foto, davvero si ha la sensazione di essere stati lì ad assistere...

Per Paolo: vai, ragazzo..., impegnati e buona fortuna !!

Per il polipo finale: quando capiti di nuovo dalle mie parti, lo preparo io: dicono che mi riesca abbastanza bene..., faremo una "polipata forumistica"...


assodipicche [ 07 Settembre 2017, 10:52 ]
Oggetto: Re:
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Complimenti bel racconto , questa è sicuramente una di quelle cose che mi piace della Russia.
Queste tradizioni che durano nel tempo , poi a differenza dell'Italia mi è sempre piaciuto il fatto che la inizio è sempre il primo di settembre , da noi è un casino
Tutte le regioni tutti gli anni un giorno diverso


infatti, la penso come te.
In Russia hanno 9 fusi orari e iniziano tutti il 1 settembre, da noi solo se si provano a proporlo partono le pippe mentali


icipo76 [ 07 Settembre 2017, 11:18 ]
Oggetto: 
Toglimi una curiosità Gringox

Come percepisci il futuro di queste cose ?

È chiaro che tutte queste tradizioni seppur belle sono un eredità sovietica e visto che in ucraina la strada è verso l' allontanamento di queste influenze,
C'è il rischio che tutte queste tradizioni spariscano lentamente?


Butterfly77 [ 07 Settembre 2017, 11:28 ]
Oggetto: Re:
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
[...]
Queste tradizioni che durano nel tempo , poi a differenza dell'Italia mi è sempre piaciuto il fatto che la inizio è sempre il primo di settembre , da noi è un casino
Tutte le regioni tutti gli anni un giorno diverso


Caro Icipo condivido il tuo pensiero è un vero peccato averle perse in Italia e si vedono oramai solo nei filmati di tempi che furono meno male che ci sono nazioni come l'Ucraina e la Russia (e credo anche qualcun altro boh?) che le mantengono vive queste tradizioni..... e che il bambino rispetta la maestra fin dal primo giorno.....

n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]


[...]

Per il polipo finale: quando capiti di nuovo dalle mie parti, lo preparo io: dicono che mi riesca abbastanza bene..., faremo una "polipata forumistica"...


Per la "polipata forumistica" contate anche su di me sono una vera ghiotta di pesce....perché non organizzare un raduno a base di pesce? A chi piace naturalmente.....


icipo76 [ 07 Settembre 2017, 12:09 ]
Oggetto: Re: Re:
Butterfly77 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
[...]
Queste tradizioni che durano nel tempo , poi a differenza dell'Italia mi è sempre piaciuto il fatto che la inizio è sempre il primo di settembre , da noi è un casino
Tutte le regioni tutti gli anni un giorno diverso


Caro Icipo condivido il tuo pensiero è un vero peccato averle perse in Italia



Non credo che in Italia abbiamo perso qualcosa per il semplice fatto che non c'è mai stata un nessun tipo di tradizione legata al primo giorno di scuola


gringox [ 07 Settembre 2017, 12:46 ]
Oggetto: Re:
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Toglimi una curiosità Gringox

Come percepisci il futuro di queste cose ?

È chiaro che tutte queste tradizioni seppur belle sono un eredità sovietica e visto che in ucraina la strada è verso l' allontanamento di queste influenze,
C'è il rischio che tutte queste tradizioni spariscano lentamente?



Guarda Icipetto, a dire il vero viviamo un po' "alla giornata" e purtroppo siamo costretti a subire la direzione del vento... oggi è così e non è detto che lo sia anche domani. Nel caso in questione, di scuole con l'insegnamento in russo prima ce n'erano tante, oggi sono rimaste poche, e non è escluso che domani tolgano pure quelle... oppure le rimettano come era prima...

Questa è, in generale, la triste situazione di insicurezza, di instabilità, che permane nel Paese.

Fare ipotesi per il futuro non è così semplice, poiché la sensazione di instabilità sociale è il riflesso di una instabilità politica. E proprio la politica poi è quella che determina un indirizzo piuttosto che un altro.

Posso dire che sul breve termine le cose, dal punto di vista del nostro discorso, non possono altro che peggiorare. Ma già sul medio-lungo termine non mi azzardo a fare previsioni. Perché potrebbe pure cambiare il vento. Ma come potrebbe cambiare? Ehh..., tutto può succedere, può cambiare in peggio (e in questo caso il rischio è davvero la soppressione di tutta quella eredità), o potrebbe cambiare in meglio.

Poi bisogna anche vedere, nel breve termine, come nei fatti riesce ad essere cambiata la società nel complesso. Capisci che sradicare tutto un passato, o fai come Pol Pot e radi tutto al suolo e fai stragi umane e allontani i bambini dai genitori, oppure inevitabilmente ti scontri con delle difficoltà reali, anzitutto con la forza stessa di certe tradizioni che sono diventate nei decenni una prassi, un dato acquisito, che rallentano l'azione distruttiva. Ecco che quindi tale azione può raggiungere un risultato importante in un tempo medio-lungo (una generazione e oltre); bisogna vedere appunto se il vento che tira ora potrà ancora soffiare a lungo e per quanto...
Oltre che vedere come la società "reale" reagisce a tale azione... al momento una gran parte della società mi pare subisca e stia zitta (e non salti di gioia!), e, dove può, si aggrappa a tutte quelle situazioni, a quegli appigli (come nel nostro caso per es. una scuola russa), a quelle "gabole" che ritiene necessarie per vivere come ritiene più giusto e valido per sé stessa.

Spero di averti un po' chiarito le idee

Gringox


icipo76 [ 07 Settembre 2017, 15:43 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
grazie , chiarissimo

era semplice curiosita' mi interessano queste cose


lo stalker [ 07 Settembre 2017, 16:07 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Bel Racconto Gringox... Come sempre il tuo stile unico. Complimenti per la cena... il polpo è uno dei miei cibi preferiti... By the way... Hai il numero della maestrina?


n4italia [ 07 Settembre 2017, 16:40 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
lo stalker ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Bel Racconto Gringox... Come sempre il tuo stile unico. Complimenti per la cena... il polpo è uno dei miei cibi preferiti... By the way... Hai il numero della maestrina?



...visto che nell'altro topic Lo Stalker deve unie l'utile al dilettevole con un viaggio in Ucraìna, visto che c'è fa anche questo sacrificio...

Bravo, Stalker..., meriti un premio per l'impegno...


lo stalker [ 07 Settembre 2017, 17:05 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
lo stalker ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Bel Racconto Gringox... Come sempre il tuo stile unico. Complimenti per la cena... il polpo è uno dei miei cibi preferiti... By the way... Hai il numero della maestrina?



...visto che nell'altro topic Lo Stalker deve unie l'utile al dilettevole con un viaggio in Ucraìna, visto che c'è fa anche questo sacrificio...

Bravo, Stalker..., meriti un premio per l'impegno...


Uno cerca sempre di tenersi impegnato su diversi fronti...


gringox [ 08 Settembre 2017, 8:08 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
lo stalker ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Bel Racconto Gringox... Come sempre il tuo stile unico. Complimenti per la cena... il polpo è uno dei miei cibi preferiti... By the way... Hai il numero della maestrina?



...visto che nell'altro topic Lo Stalker deve unie l'utile al dilettevole con un viaggio in Ucraìna, visto che c'è fa anche questo sacrificio...

Bravo, Stalker..., meriti un premio per l'impegno...



Stalkerino ciao!

... che fai ci provi?? Mamma mia... è dolcissima
Certo che ce l'ho, ehhh Devo pur tenere i contatti per ogni evenienza Comunque, chissà, quando vieni a Kiev, portiamo il Paolino a scuola e te la presento

Grazie colonnello per l'augurio al Paolino Vedo già che il ragazzo ha cominciato con il "buzzo" buono
...e per la polipata, si può fare, mi fido di te, ehhehhee

Ciao,

Gringox


Marco1973 [ 10 Marzo 2020, 14:16 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Il gringox come molto non l'hanno mai letto....

Lui milanese di nascita che ci racconta l'impatto avuto durante il suo trasferimento in terra ucraina, tra belle donne (il suo terzo post è troppo carino), il nuovo lavoro e tutto il resto.....

Un thread che va stampato e letto la sera prima d'andare a dormire....
e chissà come sono cambiate le cose ora.....


gringox [ 11 Marzo 2020, 16:26 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Marco1973 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Il gringox come molto non l'hanno mai letto....

Lui milanese di nascita che ci racconta l'impatto avuto durante il suo trasferimento in terra ucraina, tra belle donne (il suo terzo post è troppo carino), il nuovo lavoro e tutto il resto.....

Un thread che va stampato e letto la sera prima d'andare a dormire....
e chissà come sono cambiate le cose ora.....


Ahahahaha ... forse ti riferivi a questo: "c'e' troppa gnocca! Ne ero conscio gia' da prima , avendo gia' una certa esperienza di queste zone! E, devo pure ammettere che, sara' forse per la tensione legata al lavoro o perche' sto invecchiando, heheheheh, che comunque non mi fa piu' l'effetto di una volta... Anche se tutte quelle cosce perfette, quelle minigonne esagerate o quei pantaloni stretti che evidenziano le forme piu' armoniche che la natura abbia mai generato e quelle magliettine aderenti ricoperte da folte chiome dorate o nere che rivestono visi deliziosi...lasciano il loro segno!
da tempo non andavo in discoteca e mercoledi' sono uscito con il mal di testa e il torcicollo!!! Di cessi c'erano solo quelli con i simbolini all'entata "uomini" e "donne"!!!"


Ehhh caro Marcuzzo, guarda ripeschi una situazione particolare, senza probabilmente manco farlo apposta, quando curiosamente mancano pochi giorni ad una data simbolica ed importante per me: 15 anni in terra ucraina. Era il 20 marzo 2005... lo ricordo come ora; la bufera di neve all'arrivo, il "transfer" a quello che diventerà il Quartier Generale del Gringox d'Ucraina a Kiev... la copia del Corriere della Sera presa in aereo, sul volo Malpensa-Budapest dove ho fatto scalo per Kiev, copia che tuttora conservo come una reliquia... E tra pochi giorni saranno 15 anni!!!!!

Peccato in un certo senso aver smesso (o quasi) di portare avanti questo topic; mi rendo conto che è un peccato; ma ahimè un pò la pigrizia, un pò gli "sbattimenti" vari della vita quotidiana, del lavoro hanno fatto sì che questo tipic andasse lentamente un pò nel dimenticatoio... e poi, parliamoci chiaro, è anche vero che da allora, da quei primi post e da quei primi anni a Kiev, la mia vita è davvero cambiata un pò in tutti i sensi. Ora con due figli e 'na moglie sempre intorno (per usare un eufemismo) certe avventure non si possono più fare E poi le responsabilità al lavoro; insomma qui più si va avanti invece di rilassarsi sembra che aumentino le difficoltà; sarà forse anche l'età che avanza
Certo è che rileggendo il passato in questi post - e vi assicuro che io ogni tanto me lo rileggo perchè son fatto così, mi piace trastullarmi coi ricordi - mi vengono le lacrime agli occhi...

Grazie Marco, ancora una volta idea azzeccatissima la tua

Gringox


Marco1973 [ 11 Marzo 2020, 16:45 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
nella vita, caro Alessandro, ci si trasforma...e tu non fai eccezione.

io credo che quello che potresti raccontare ora, avrebbe lo stesso fascino di quello che hai raccontato tempo fa....perchè calato in una situazione completamente diversa ma lo stesso affascinante...

quindi il mio invito è di riprendere 'carta e penna' e rituffarti, con tutto il tempo di cui hai bisogno, in questi racconti molto molto coinvolgenti.....anche se con meno gnocca.....


gringox [ 08 Aprile 2020, 7:48 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
25 marzo 2020

In questi giorni di Coronavirus in cui praticamente tutto il mondo è in quarantena, anche l’Ucraina non fa eccezione. È un momento storico particolare in cui, nella tragedia generale, c’è, credo, una grande occasione per ciascuno di noi. Quella di poter ritrovare sè stessi. È vero anche però che se da una parte il tempo per sè stessi aumenta incredibilmente come non mai in condizioni di vita normali, dall’altra fare ordine nella propria testa e nel proprio cuore non è così semplice un pò per la depressione che ci assale quando si è costretti all’isolamento, un pò per lo stress che ci appesantisce per il continuo bombardamento delle notizie dal mondo e dai bollettini di guerra, un pò per la pigrizia, altrettanto umana, di chi si lascia andare nella noia rimandando cose magari importanti ad altri momenti, “tanto c’è un sacco di tempo”... “chi ha tempo non aspetti tempo” mi ha sempre insegnato mio papà quando ero piccolo... ma tant’è. Ssenza dunque la consapevolezza che questi giorni, apparentemente interminabili, se ne vanno e non tornneranno mai più, rischiamo di logorarci e annichilirci buttando via del tempo prezioso.

Per alcuni forse, sicuramente per me, questi sono anche giorni di nostalgia, di ricordi, di pensieri al passato... sarà che sono già stato colpito dal “corona” che si è avvicinato tremendamente alla mia famiglia portandosi via un mio caro zio; sarà che ho i genitori, soli e vecchi, a Milano, quasi nell’epicentro di questa emergenza pandemica mondiale e sono angosciato dal pensiero che non posso fare niente per loro... sarà per la preoccupazione del mio futuro dal quale dipende non solo la mia vita, ma soprattutto quella della mia famiglia e dei miei figli, il cui sostentamento di fatto dipendono da me... sarà per la tristezza di vedere da lontano la “mia” Milano desolata e spettrale come neanche a Ferragosto e per l’inquietudine legata all’evoluzione negativa che sta prendendo anche Kiev svuotandosi di giorno in giorno; ma sono anche giorni di pensieri nuovi rivolti al futuro, di speranza e di voglia di riscossa.

Ebbene, in questo contesto e con uno stato d’animo parecchio compromesso, vado incontro quest’anno ad una data simbolica importante per me: l’anniversario per i miei 15 anni in Ucraina.

Era il 20 marzo 2005...


gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Domenica 20 Marzo 2005 si decolla...
L'amico Giuseppe (Mr. G.), insieme alla fedelissima gringax mi accompagnano a Malpensa e mi sostengono moralmente e fisicamente (dato il pesante ed ingombrante bagaglio che mi e' addirittura costato circa 300 euro di sovrappeso! - come ben descritto dal Giusy nel post "Passaggio importante"). Gli ultimi sguardi prima del controllo passaporti e poi via; in perfetto orario decollo alla volta di Budapest e poi Kiev.
All'arrivo a Borispol' (aeroporto di Kiev) mi aspetta il mio nuovo collega Oleg con sua moglie e l'Ucraina mi accoglie col suo residuo d'inverno: gelo, vento forte e neve... appena qualche ora prima Milano mi salutava con i suoi 15 gradi di prima mattina...e siamo al 20 Marzo!!!

Fortunatamente niente problemi di sdoganamento, niente storiacce coi bagagli...tutto andato liscio dal punto di vista burocratico.

Dopo un'oretta circa eccomi nel mio nuovo temporaneo appartamento. Una casetta tutta nuova, in stile italiano, che si trova proprio nel territorio degli uffici e comodissima quindi per il mio inserimento "immediato" nello spirito della mia nuova attivita' qui in Ucraina!

La prima sera la trascorro col mio amico webboss, Stefano e col mio nuovo boss italiano, Marco a casa di quest'ultimo con un perfetto "benvenuto" in stile locale a suon di "Perzovka"...il risultato finale ve l'ha poi raccontato il webboss...macchina sequestrata per guida sotto l'effetto dell'alcohol, hehehehe.

Ehh gia' amici, qui non si scherza propio. Ti beccano praticamente sempre.
Addirittura mi e' capitato mercoledi' di andare fuori coi ragazzi qui al ristorante e poi in un klub fico di Kiev e di darci dentro ben benino con l'amichetta spensierata vodka e poi, all'uscita, l'amico che doveva stare al volante, consapevole del pericolo, ha chiesto ad un taxista di portarci a casa con la macchina del mio amico, gli ha dato le chiavi e il taxista ci ha portato tutti a casa. Poi ha chiamato il "suo" taxi e si e' fatto venire a prendere...roba da russi!!

gringox


Rileggo queste righe di 15 anni fa e mi accorgo che è passata un’eternità; ho la sensazione di essere catapultato in un’altra vita, una precedente in cui io e tutto ciò che ruotava intorno alla mia esistenza, persone, cose e situazioni, era diverso... colgo il grande entusiasmo della gioventù e di chi è consapevole di aver realizzato un grande sogno di vita, cercato e voluto fortissimamente. Di chi sente di essere entrato nel mondo che cercava, con le caratteristiche e le peculiarità che da sempre, negli anni addietro, lo avevano affascinato e attirato; e di esserci entrato non per farci una vacanza o per trascorrere qualche tempo, bensì per viverci e lavorare; e dunque per integrarsi.

E gli anni volano e fan presto a diventare 10! Per fortuna c’è l’amico Forum che conserva un patrimonio imprescindibile di scritti che imprimono momenti e situazioni che altrimenti cadrebbero nell’oblio...

E così ritrovo ciò che ho scritto nel marzo 2015 per i miei 10 anni di vita in Ucraina...


[quote user="gringox" post="6826392"]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]


20 marzo 2015.

Dieci anni fa il mio arrivo a Kiev.

Che emozione rileggere queste righe che risalgono a 10 anni fa.

Ricordo che quando sbarcai a Kiev, quella domenica 20 marzo 2005, nevicava fitto fitto e faceva freddo; e mi fece così effetto provare subito sulla pelle quel clima così diverso dall'Italia che avevo da poco lasciato, tanto che tuttora, ripensando a quel momento, ricordo quei brividi di freddo come se fosse ieri... oggi, a distanza di anni, abituato come sono al ciclo delle stagioni qui, il clima è forse l’ultimo dei miei pensieri… anche se devo ammettere che negli ultimi anni esso non è più così rigido nel suo schematismo stagionale come allora.

Di quel giorno mi è rimasto il biglietto aereo Milano Malpensa-Budapest-Kiev di sola andata (allora non si volava ancora direttamente con l’Italia, e men che meno esisteva la Wizz Air; solo qualche anno dopo avrei avuto l’emozione, per una pura coincidenza di date, di capitare sul primo volo diretto Alitalia Kiev-Milano Malpensa – volo che tempo dopo venne cancellato; e solo anni dopo invece è apparso il “law cost” Wizz Air); ed un Corriere della sera ormai un po’ ingiallito, che conservo come una reliquia, con una prima pagina dedicata al “solito” Berlusconi che allora era ancora in piena forma.

Lungi dagli sconvolgimenti politico-sociali di questo ultimo anno e mezzo che hanno purtroppo trasformato questa città – Kiev – e questo Paese in un relitto in preda alla bufera ed alla deriva, il mio ricordo va alle sensazioni di allora, di quei primissimi giorni kievliani, alla “pelle” , al “tatto”, agli occhi di quel Gringox che iniziava la sua nuova vita e sembrava un bambino curioso che aveva ottenuto il suo agognato “giochino” e stava iniziando a toccarlo.

Se ripenso a quei primi passi, a quella spaesatezza per la novità che da un lato mi preoccupava, ma che dall'altro rappresentava l'accettazione entusiastica della mia sfida russofila, della concretizzazione del mio sogno russofilo, che finalmente diventava realtà, non posso far altro che commuovermi sinceramente.

Quanta acqua sotto i ponti è passata in questi anni... quanti legami umani in quel preciso momento di passaggio sono cambiati, quanti se ne sono creati; altri si sono rotti. E penso anzitutto a ciò che lasciavo in Italia allora, ai miei genitori che fino all’ultimo ancora non realizzavano cosa potesse significare non avermi più vicino; alla Gringax (la cui storia sarà destinata a finire, tramutandosi però nel corso del tempo in una profonda e fraterna amicizia); agli amici della mia compagnia che improvvisamente non avrei più visto come al solito nei finesettimana. Penso al primo “webboss” (il webmaster) del nostro Forum russia-italia, che avevamo da poco creato; dopo mesi di corrispondenza virtuale, iniziata già nel Vecchio Contenitore, finalmente conoscevo di persona colui che ha di fatto reso possibile la realizzazione del mio sogno russofilo (e qui si ritrova il motivo originario della mia eterna riconoscenza verso il Forum e del mio affetto profondo verso di esso); egli è stato per me un “maestro” di vita e un buon amico nei primissimi tempi di vita kievliana. Successivamente, anni dopo, il suo definitivo rientro in Italia ha provocato la fine della nostra frequentazione. Penso ai colleghi ucraini del nuovo lavoro, alle primissime conoscenze nate qui in terra ucraina con gente locale e con altri Italiani, ai clienti delle varie città ucraine che poco alla volta iniziavo a girare per lavoro. Fino poi ad arrivare alla “Pesciolina”, che diversi anni dopo avrei conosciuto in uno dei “klub” che frequentavo, e che doveva essere una nuova “preda” come tante altre, ma che – ironia della sorte per uno come me che credeva di fare il “farfallone” in eterno – sarebbe invece poi diventata la donna della mia vita…
Il fattore umano è sempre stato centrale nella mia esistenza e, sin da subito, anche la mia nuova vita a Kiev cominciava a ruotare intorno ad esso, arricchito qui da un aspetto curioso, tipicamente russo, di spontaneità e improvvisazione delle relazioni umane: ed ecco che, sin dalle prime uscite solitarie a zonzo dei primi giorni “esplorativi”, capitava di socializzare in modo estemporaneo e casuale, così “naturalmente”, intorno ad una vodka, e di trascorrere incredibili serate con perfetti sconosciuti, con un coinvolgimento tale che in breve pareva di trovarsi insieme ad amici di una vita. Ed io ricordo quanto “godevo” di questo approccio umano che mi faceva stare bene dentro. Ed in alcuni casi da questi incontri, nel corso del tempo, sono venute davvero delle buone conoscenze…

Ricordo i primi passi nel mio nuovo lavoro, nell’ufficio con i nuovi colleghi ucraini, che ora, a distanza di anni sento ormai come fratelli, parte di una grande famiglia. Subito mi colpì la totale diversità dell’impostazione lavorativa, più “primitiva” se vogliamo nell’aspetto gestionale, ma decisamente più a misura d’uomo, non rigida, lontana anni luce dalla freddezza che respiravo nell’ufficio milanese del mio precedente posto di lavoro. Oggi questo ambiente è ormai diventato una parte così integrante della mia vita che farei fatica a staccarmene…

E poi quel Quartier Generale del Gringox d’Ucraina, che doveva essere “nido” temporaneo, in attesa di una soluzione abitativa diversa per me, è diventata invece la dimora sicura e confortevole nella quale oggi, dopo 10 anni, tuttora vivo. Prima solo soletto, e questo posto mi pareva una reggia; da qualche anno insieme alla mia famiglia che si sta ingrandendo poco alla volta, rendendo l’ambiente un po’ strettino e un po’ scomodo. Ma nonostante tutto, sinceramente, ancora non riesco a pensare di dover abbandonarlo…
Ahh, se le mura del Quartier Generale potessero parlare… quanti racconti, quanti aneddoti rivelerebbero… e molti forumisti sanno di cosa parlo perché hanno avuto in questi anni la fortuna di essere ospitati e di poter vivere le emozioni che in esso si sono sempre create.

Ricordo le prime emozioni legate alla quotidianità, prima tra tutte quella della comunicazione in russo. Di colpo abbandonare la propria lingua madre natia ed impostare la vita utilizzando l’amato e sempre percepito come proprio russo. Con la specificità – tipica di questo Paese – dell’aggiunta della lingua ucraina che, a quel tempo, mi risultava così strana, così curiosa… ed in un certo senso mi attirava, tanto che poi, qualche tempo dopo, avrei preso anche delle lezioni di ucraino perché mi sembrava giusto avere comunque delle basi di comprensione. Mai avrei immaginato che oggi, passato tanto tempo, l’ucraino mi sarebbe entrato in testa così inconsciamente, tanto che posso tranquillamente dire di capirlo bene e di parlarlo un po’.
Ricordo come “godevo” ad ascoltare la radio in russo, e subito mi affezionai a “russkoe radio”, che trasmetteva (e trasmette tuttora) solo musica russa… Tuttora in macchina ascolto praticamente sempre “russkoe radio”.

Oggi tutto è così talmente normale, automatico e “ovvio”, che ho la sensazione di non essere neppure più uno straniero, ma un “locale” che ha una qualche origine italiana e che per questo possiede la perfetta conoscenza della “seconda” lingua (l’italiano).

Ricordo le prime difficoltà organizzative: la stranezza di abituarsi ad avere a che fare con gli “obmenniki” (i cambi valuta) e ad impratichirsi col cambio euro/grivna, l’affrontare i prezzi in grivne, la “conoscenza” con i supermercati, con una disposizione degli scaffali e un assortimento di prodotti così diversi da quelli a cui io ero abituato in Italia. Mi ricordo come mi colpiva il reparto delle vodke, per ampiezza pari a quello dei vini nei supermercati italiani, con bottiglie di tantissime marche e di diversa dimensione… ed io mi soffermavo a guardarlo e dentro di me sorridevo…
Mi ricordo, a questo proposito, l’avidità di voler curiosare e provare tutte quelle novità alimentari, che già conoscevo in parte, ma che provocavano in me euforia al pensiero che ora avrei avuto tutto il tempo per assaggiare ciò che volevo (latticini, succhi, “pescetti”, vodke, birre, gastronomia varia, “salaty”, ecc…), invogliato anche dai prezzi che mi parevano così incredibili (e di fatto erano davvero bassi rispetto a ciò a cui ero abituato a Milano). Mi ricordo la “pivo” Obolon’ premium – quella con l’etichetta oro – la birra che doveva essere sempre presente nel mio frigorifero di casa…

E poi le difficoltà logistiche: prendere dimestichezza con il muoversi in città, i gettoni di plastica blu del metro, le marshrutke gialle, arrugginite e cigolanti, che sprizzavano a forte velocità talvolta non fermadosi agli “stop” o che sgattaiolavano sopra i marciapiedi per aggirare le code di macchine ferme al semaforo. Nella totale indifferenza della gente. Mi divertiva quel sistema così inusuale per me di pagamento del pedaggio facendo passare il denaro di mano in mano tra i passeggeri finchè non arrivava al conducente che, nel caso ce ne fosse stato bisogno, faceva ritornare nella direzione inversa il resto, e poi ripartiva. E ricordo la timidezza delle primissime volte in marshrutka nell’avvisare il conducente, praticamente urlando, della mia intenzione di scendere: “na ostanovke pozhalujsta!”… ma tutti facevano così e presto mi sarei abituato anch’io.
Per tanti mesi ho girato in marshrutka e metro, e mi è servito davvero tanto per conoscere la città; la macchina mi è arrivata solo parecchio tempo dopo. A distanza di anni, ora, la metro la uso ancora qualche volta, soprattutto quando devo uscire sapendo di trascorrere una serata “alcolica”; sulle marshrutke invece praticamente non salgo più da anni.

E che effetto che mi fecero da subito quei marciapiedi dissestati, pieni di buche, in cui tante volte ho inciampato… per non parlare delle strade, disseminate di voragini, dove zigzagavano vecchie Zhiguli “scarcassate” con le targhe ancora sovietiche (quelle col fondo nero e il numero bianco in rielievo) e sfrecciavano mastodontici Hammer coi vetri neri, macchine che prima d’allora non avevo mai visto in Italia; subito in quei primi giorni mi rendevo conto dello stridente contrasto sociale e dei forti paradossi di questa società. Oggi di Zhiguli se ne vedono ancora, ma sempre meno; pure gli Hammer sono scomparsi perché fuori moda e troppo dispendiosi, lasciando però il posto ad altri macchinoni, ai nuovi modelli di Bmw, Mercedes, Lexus, ecc.

Beh, in generale, non che fossi totalmente nuovo al mondo post-sovietico, anzi… (avevo 30 anni allora, e alle spalle già diverse esperienze russofile; avevo già vissuto per diverso tempo in Estonia a metà degli anni ‘90, e a Mosca nella fine degli anni ‘90, e avevo già viaggiato per anni attraverso i paesi delle Russie e dell’Asia Centrale); conoscevo dunque questa realtà – perché in fondo, con le dovute differenze di sviluppo, di etnicità, di dimensioni, non c’erano abissi di diversità nei meccanismi cittadini tra una Dushanbè e una Kishinev, ad esempio, o tra una Tbilisi, una Kiev, una Gomel’, una Juzhno-Sahalinsk, una Ashgabad – e dunque sapevo a cosa andavo incontro, e sapevo di “amare” questo mondo – in fondo questa è la mia russofilia, il mio “godere” di una quotidianità bizzarra e apparentemente “sregolata” come quella che esiste qui; non ero insomma un novellino, ma mi rendevo conto sin dai primi giorni a Kiev che questa volta si trattava di una svolta definitiva o, se non altro, di un cambiamento di vita non certo di breve termine.
A dir la verità, sin dall’inizio, non ho mai percepito questo aspetto della durata della mia permanenza: venivo in Ucraina per restarci. In cuor mio era quello che volevo; non fare un’esperienza, ma cambiare la mia vita in senso russofilo. O ritrovare me stesso. Non ho mai pensato a “fare soldi”, né a fare una carriera, tanto per fare un esempio; non ho mai avuto l’idea di venire qui come “expat” per un periodo e poi andarmene; non mi sono trasferito inseguendo il sogno di un amore per unirmi ad una donna amata; non voglio per carità esprimere dei giudizi su chi lascia il Paese natio per i motivi appena indicati, ma per me era diverso. Forse in un’altra, precedente vita ero nato qui e in qualche modo tornavo alle origini; Già da quei primi momenti mi sentivo “a casa”, non ero uno straniero…

Ricordo le mie prime frequentazioni di locali. Cercavo in zona, per non allontanarmi troppo dal Quartier Generale e perché sapevo che qui, abbastanza lontano dal centro, avrei trovato la situazione adatta a me, “soviet” nello stile e nell’atmosfera, come piaceva a me… Una delle prime sere trovai un posticino fantastico che finì per diventare il punto di riferimento delle mie cene solitarie durante le prime settimane kievliane: il “kafè” Natali, un “podvalchik” fetido in ul. Vasilokovskaja, vicinissimo a casa, coi divanetti in pelle rossa e l’odore di stantio che regnava fisso per il mal funzionamento dell’impianto di ventilazione; qui mangiavo quasi sempre una ciotola di borsh o una saljanka, e una “otbivnaja” con patate che navigavano nell’olio; e quando uscivo mi restava addosso sui vestiti il puzzo della cena… Ma mi piaceva, ahh, se mi piaceva… Adesso che ci ripenso, mi pare di sentire ancora l’odore… Oggi il “kafè” Natali non lavora più, chiuso ormai da anni…

Ricordo i “klub” che da subito ho iniziato a frequentare, lontano dalla “movida” del centro, come sempre calamita per turisti, “expat” stranieri o figli degli oligarchi; io cercavo l’autenticità russa, quella che conoscevo e che amavo, nella sostanza, nello stile, nel design; volevo ascoltare la musica russa, “popsa”, “shanson”, “retro”, andava bene tutto, possibilmente anche dal vivo… e volevo essere circondato da gente di quartiere, da studenti di “obshezhitje” (il quartiere dove vivo è noto per essere un quartiere universitario)… Capitai così al Saturn, situato nel parco Golosejvskij, quello che in breve diventò il mio “klub sotto casa”, il mio locale preferito, una sorta di taverna dal sapore caucasico coi tavolini in legno, il palco dove si esibivano le “tsiganki” del gruppo di Petja “Chernij”, tutte coloratissime; ricordo la voce della cantante “cicciona” che perforava i timpani, ma era bravissima. Tuttora, sebbene invecchiata anche lei, la sua voce è sempre micidiale come una volta! Qui potevo ascoltare musica russa “retro” dal vivo, ballare “belye rozy” e invitare ragazze a qualche “lento” romantico. Qui si mangiava (e si mangia tuttora) un shashlik strepitoso!
Oggi il Saturn non si chiama più Saturn, ha cambiato “faccia” nel corso degli anni, “remont” dopo “remont”, ed è diventato un locale abbastanza d’èlite, ma le “tsiganki” cantano ancora e l’atmosfera tutto sommato è sempre quella di allora, ed io continuo a frequentarlo perché a questo posto sono sinceramente affezionato.

Ricordo i chioschetti, il “Meri” in primis, all’incrocio tra la Vasilkovskaja e la “mia” ul. Bubnova; qui facevo i miei “aperitivini” a base di di vodka che veniva versata in banali bicchierini di plastica, stando in piedi, in mezzo a quella fauna umana variegata dove si mischiavano “bomzh”, alkogoliki o semplicemente gente che prima di rientrare a casa era solita “farsi” un 100 g di vodka, per scaldarsi un po’ dall’ultimo freddo di fine marzo. Il “Meri” tuttora, a distanza di 10 anni, è sempre lì, ma a differenza di allora che lavorava 24h, adesso la notte chiude, forse per imposizione comunale in seguito a risse notturne tra “alkogoliki” che sicuramente saranno successe nel corso di questi anni. Io al “Meri” la vodka non la bevo più, ma di tanto in tanto ogni volta che ci passo accanto, quando la mente è predisposta alla nostalgia, ripenso al gusto di quella vodka sulla cui qualità meglio sorvolare… e dentro di me sorrido.

E che dire di quelle vecchiette che lungo la strada vicino ai supermercati o alle stazioni della metro vendevano (e ci sono tutt’ora) le cipolle, le verze e le carote del loro orto, o i “semechki” o le sigarette al pezzo…

Ricordo gli scoiattoli che vedevo arrampicarsi su quegli enormi e vecchi castani al parco Golosejvskij, il parco di quartiere, a 10 minuti a piedi da casa, quello del Saturn; e mi sembrava così strano vedere che in un parco cittadino (sebbene più che un parco sia un bosco in città) potessero così tranquillamente scorrazzare quelle bestiole, e mi fermavo a lungo ad osservarle… ricordo le mie passeggiate nei finesettimana di quella mia prima primavera kievliana, quando mi divertivo a “spinnazzare” le ragazzine sedute sulle panchine che bevevano una birretta e che “ciacolavano” spensieratamente, e che spesso vedendomi passare e notando il mio aspetto “diverso” si mettevano a ridere e bisbigliavano tra loro; oggi, a distanza di 10 anni, il parco è sempre quello, quello cambiato sono io… adesso ci vado correndo dietro al mio figlio grande che va già per i 5 anni e che ama giocare al pallone o spingendo la carrozzina dove dorme felice l’altro figlio che mi è nato 4 mesi fa… e talvolta mi sembra di rivedere quelle ragazzine di allora, ormai diventate madri, che passeggiano con i loro pargoli…

Tanti, tanti ricordi insomma di quei primi giorni kievliani, di quei momenti e di quelle emozioni che non si ripeteranno più ma che resteranno impresse nella mia mente per sempre.

Insomma sono volati dieci intensi e meravigliosi anni. Un quarto della mia vita l’ho trascorso qui, avevo 30 anni quando sono sbarcato a Kiev e mi ritrovo oggi di colpo quarantenne. Quanto tempo passerò ancora qui non lo so, sarà il destino a deciderlo. E molto dipenderà dall’evolversi della drammatica situazione che sta vivendo l’Ucraina oggi. Ma una cosa posso dire con convinzione di quel momento di passaggio di 10 ani fa e di questi anni trascorsi: non ho nulla da rimpiangere e se dovessi tornare indietro, rifarei convintamente tutto ciò che ho fatto.

Gringox


Rileggo attentamente queste riflessioni scritte per i miei 10 anni in Ucraina, nel marzo 2015, e mi viene da sorridere; penso che curiosamente mi trovo oggi, nel marzo 2020, ancora qui, “segregato” in questo tempo di coronavirus, in quel “Quartier Generale” che tuttora, dopo 15 anni, continua ad essere la mia dimora kievliana. E mi immergo nel ricordo del ricordo.

Ritrovo in quelle parole una percezione della realtà e delle situazioni riferita al passato che è ancora quella, oggi, che si sono aggiunti velocemente altri 5 anni e che quel passato è ancora più lontano. Ripenso a quante avventure, a quanti aneddoti io abbia vissuto sulla pelle in tutto questo tempo; volo con la mente e l’immaginazione ad allora, per poter rivivere quelle emozioni e quella spensieratezza che mi faceva sentire protagonista di un sogno. E così in questi giorni, andando incontro a questo mio anniversario, mi riguardo le foto degli anni passati, mi rileggo i miei vecchi scritti nel topic “Gringox d’Ucraina” e nei topic sui raduni kievliani, e mi immergo nei ricordi.
È vero che i ricordi, quando sono belli, fanno bene all’anima.

Ma nella vita, come saggiamente e proprio recentemente un amico ucraino mi ha ricordato, “vse menjaetsja” (tutto cambia) prima o dopo, e bisogna in qualche modo accettare il cambiamento, anche se esso non va nella direzione che noi vorremmo. La Kiev di oggi non è più quella di allora (anche rispetto a cinque anni fa), sempre più globalizzata e uniformizzata nella società, negli usi e nei costumi al resto del mondo occidentale; per non parlare del suo aspetto fisico dove nuovi quartieri residenziali ed edifici moderni sorti come funghi hanno stravolto l’uniformità urbana sovietica di prima, ampliando i contrasti estetici e sociali. Chissà per quanto ancora resteranno le vecchiette che vendono la verdura dei loro orti fuori dai supermercati o l’abitudine di bere una rjumka di vodka al chioschetto dopo il lavoro, o chissà ancora fino a quando si potranno vedere le Zhigulì o le Volga sgangherate, sempre più sporadiche, “sfrecciare” e rombare con quei motori rumorosissimi per le strade della città...

Ma anche io non sono più quello di allora (anche rispetto a cinque anni fa), sempre più casa e lavoro e sempre meno incline alle gioie “russofile” di un tempo. Sarà che ormai mancano le occasioni di allora, sarà che ormai le energie e gli stimoli sono ora rivolti ad altre priorità, sarà infine per l’abitudine e l’integrazione che nel corso degli anni hanno reso “normale” tutto ciò che avviene intorno a me.

E così, tra un ricordo e l’altro, infine ogni tanto penso, chissà dove sarò tra cinque anni? Chissà se il destino mi riserverà nuove sorprese? Chissà come sarà il dopo “coronavirus”... Mah... non ne ho proprio idea... ci troviamo nel periodo dell’incertezza e non si possono fare grandi previsioni pensando al futuro; posso però constatare un fatto particolarmente significativo per me, ad oggi un terzo della mia vita l’ho vissuta qui, in Ucraina, e credo che il legame con questa Terra me lo terrò stretto fino alla fine della vita, comunque vadano le cose, perchè troppe ormai sono le ramificazioni che mi legano ad essa.

Gringox


lo stalker [ 08 Aprile 2020, 10:29 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Che figata, Gringox. Si nota nei tre modi di scrivere, tre differenti personalità:
il Gringox giovane e spavaldo che non ha paura di niente, nemmeno degli "amici" militsionerj;
il Gringox nostalgico, ma maturo, che ricorda ciò che fu la sua prima esperienza come se stesse rispolverando le sue antiche memorie da riportare su un libro autobiografic;
il Gringox moderno e saggio, che analizza con cognizione di causa i passi che ha percorso, le sensazioni di giovinezza e poi di successiva seriertà che ha provato e con uno sguardo preoccupato per il presente, perché ora ha altre persone da proteggere. Sei passato da "uno, nessuno e centomila" a una sorta di "Крейцерова соната"


geom_calboni [ 08 Aprile 2020, 16:43 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
300 euro di bagaglio...

Noto nel post un po di malinconia ed un po di melanconia.
La vita cambia certo ma il Gringox di un tempo, il Gringox che è stato fino a qualche anno fa, non è e non deve andare ancora in pensione.
Forse ti manca qualche nuovo stimolo. E l'impossibilità data da famiglia, casa, lavoro, credimi, è solo autoconvinzione.
Certo il tempo a disposizione non è quello di un tempo e gli stimoli cambiano. Ma non per questo devono sparire…


Lantis [ 17 Luglio 2020, 11:49 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Ku ku!
Ogni tanto vengo a dare una sbirciatina nel forum anch'io, anche se non ci si sente ogni tanto vi penso!

Ho riletto un po' gli ultimo post anch'io e mi sono venuti in mente un po' di ricordi datati estate 2008 (e qui sono 12 anni ) ed annate immediatamente successive.
Ricordo ancora la visita in Marychanska ed i pernottamenti al Mir, la Skoda che volava sulle buche... ;)

Ci saranno ancora le radioline di plastica bianco-verde nelle camere del Mir? Ce n'era una sopra ogni letto, ci avevo anche fatto un video: https://www.youtube.com/watch?v=nAWbBw0LY0o

Io, per un motivo o per l'altro, mi sono più spostato sull'asse estremo oriente in questi ultimi anni - però la parte russofila richiama assai e non è detto che in un futuro non troppo distante (1-2 anni), non possa concretizzarsi qualcosa di più serio, forse più orientato verso Mosca - cerco a mio modo di mantenere aperte, lavorativamente parlando, tutte le strade possibili.

L'ultima visita a Kiev se non ricordo male era stata nel capodanno 2011/2012, poi capodanno 2018/2019 una settimana a Lviv sempre con il gruppo trentino e sempre l'estate scorsa una visita nelle campagne zona Dobromil e poi Lviv, però una visita al Gringox e a Kiev mi manca da morire!


gringox [ 17 Luglio 2020, 14:19 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Lantis ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ku ku!
Ogni tanto vengo a dare una sbirciatina nel forum anch'io, anche se non ci si sente ogni tanto vi penso!

Ho riletto un po' gli ultimo post anch'io e mi sono venuti in mente un po' di ricordi datati estate 2008 (e qui sono 12 anni ) ed annate immediatamente successive.
Ricordo ancora la visita in Marychanska ed i pernottamenti al Mir, la Skoda che volava sulle buche... ;)

Ci saranno ancora le radioline di plastica bianco-verde nelle camere del Mir? Ce n'era una sopra ogni letto, ci avevo anche fatto un video: https://www.youtube.com/watch?v=nAWbBw0LY0o

Io, per un motivo o per l'altro, mi sono più spostato sull'asse estremo oriente in questi ultimi anni - però la parte russofila richiama assai e non è detto che in un futuro non troppo distante (1-2 anni), non possa concretizzarsi qualcosa di più serio, forse più orientato verso Mosca - cerco a mio modo di mantenere aperte, lavorativamente parlando, tutte le strade possibili.

L'ultima visita a Kiev se non ricordo male era stata nel capodanno 2011/2012, poi capodanno 2018/2019 una settimana a Lviv sempre con il gruppo trentino e sempre l'estate scorsa una visita nelle campagne zona Dobromil e poi Lviv, però una visita al Gringox e a Kiev mi manca da morire!



Mitico Lantisuccio!!!

Strafelice di risentirti!!

Bei ricordi e bei tempi Ehh già, anche tu sei passato dal quartier generale di Kiev del Gringox, non lo dimentico!

Un abbraccio e spero di rivederti presto.

Gring




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