Bentornati e ben ritrovati a tutti coloro che daranno un’occhiata a queste “4 righe” di memorie oramai consegnate allo scorrere del tempo...
Beh..., di tempo certamente ne è passato..., ma ne è valsa la pena!

... Appunto come volevasi dimostrare, grazie Colonne' per l'assist introduttivo! Ma non perdiamoci in chiacchiere e partiamo con la nuova puntata:
<<ПОЕХАЛИ!>> OVVERO UN MODERNO PINOCCHIO NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Il mio terzo giorno moscovita inizia come quasi tutti gli altri della mia vita: in silenzio, con il solo suono di una macchinetta del caffè e l’odore del caffè in uscita o del latte scaldato con i cereali. Solo che data l’assenza della macchinetta e del caffè, le loro veci sono state fatte dal bollitore e dal tè (tanto la molecola è la stessa, cambia solo l’odore). Comunque il rituale del risveglio quest’oggi è molto veloce, mi aspetta una intera giornata di camminate. Come vi avevo anticipato, la mia euforia non si è affievolita con il passare dei giorni, ma è solo aumentata perché oggi mi aspettano due tappe che, nel progettare il viaggio, erano state incluse ancora prima dell’itinerario di partenza dall’italia: il parco VDNKh e il museo della cosmonautica!
Citazione:
«Земля - колыбель человечества, но нельзя вечно жить в колыбели.»
«La terra è la culla dell'umanità, ma non si può vivere per sempre in una culla.»
Konstantin Ėduardovič Tsiolkovskij
Citazione:
Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.
Citazione:
Поехали!
Jurij Gagarin
Citazione:
Se le donne in URSS possono lavorare per le ferrovie perché non possono volare nello spazio?
Valentina Tereshkova
Il museo della cosmonautica è stata la prima tappa. Nel tragitto in metro ero incontenibile, sembravo realmente un bambino diretto ad un parco divertimenti dato che per me le imprese spaziali sono una parte essenziale dei miei sogni bambineschi -vissuti “purtroppo” solo con il mito dell’uomo sulla luna e degli shuttle americani- e quindi sono qui per recuperare e guardare tutto ciò che la cosmonautica sovietica ci ha offerti. Arriviamo a destinazione e prima del museo veniamo accolti dal monumento sovrastante:
il monumento ai conquistatori dello spazio. Questi è in pieno stile architettonico sovietico: possente e minimalista con quel V2 in titanio che campeggia in alto, ad indicare il cielo raggiunto ed ancora raggiungibile e da esplorare e il mosaico sottostante dove è rappresentata la forza dell’ideologia comunista in questa impresa, in quello che presumo sia bronzo. Già mi piace. Inoltre è disposto come una sorta di percorso che parte dal monumento ora citatovi per poi svilupparsi a partire dalla statua dedicata al padre di TUTTA l'esplorazione spaziale: Tsiolkovskij il quale osserva il progresso attraverso il “viale dei cosmonauti”. Di fianco sul suo lato dx, campeggia la statua di
Sergej Korolev il capo progettista e direttore del programma spaziale, messo di lato come se fosse un braccio destro designare a portare l’uomo al successo in questa impresa. Dal lato sinistro campeggiano i busti dei “primi” -l’ho ribattezzati così

-Gagarin, la Tereshkova, Leonov, etc. etc. infine il percorso continua con una stella per ogni conquista ottenuta in questo campo e termina con la rappresentazione del sistema solare in 3D. il viale poi, termina (o inizia, dipende da dove si arriva) con due grandi mappamondi posti a destra e a sinistra del viale; questi rappresentano il mappamondo della terra e il mappamondo della volta celeste con tutte le costellazioni.
È veramente un qualcosa di emozionante. Il museo della cosmonautica poi… non saprei come descriverlo. Un vero crescendo di emozioni su emozioni (si sono ripetitivo, lo so

). Il museo in sé e perno riferimenti alla osservazione spaziale compiuta in periodo greco e alla mitologia collegata, con in particolare il mito di Icaro -tale tema è molto presente nella cosmonautica sovietica, tanto da esserne fonte di ispirazione- la quale fa da benvenuto agli spettatori, mentre tutt’intorno si estende la mitologia moderna dell’esplorazione spaziale e dell’opera di Gagarin.
Alle spalle della statua si estende la prima area piena di satelliti sovietici tra cui il modello a grandezza naturale dello Sputnik, i corpi -imbalsamati se non erro- di Belka e Strelka, e molti progetti che fanno da antipasto a cosa rappresenta il museo. L’area finisce con una grande statua di Gagarin a mo’ di Cristo con un mosaico di vetri colorati alle sue spalle i quali rendono l’ambiente molto accogliente; infatti l’area è piena di scolaresche cosa che mi riempe il cuore di gioia, perché i bambini dovrebbero vedere cose del genere tutti i giorni a scuola. Ne avessi avuto io la possibilità da bambino… vabbè, basta divagare. Per divagare stavo dimenticando un secondo aspetto: l’arte propagandistica. Eh si perché tra un poster di spiegazioni e un satellite vi sono molte stampe dei manifesti di propaganda e opere di vari artisti dedicati ai temi del museo.

la propaganda
le opere d'arte (icaro onnipresente)
A chiudere la prima ala, vi è una mega opera dedicata a Gagarin. Un'opera davvero molto bella!
Proseguiamo, ed entriamo nella seconda stanza. questi è piccolina a mo di ricreare una abitazione, perché è l'ala dedicata alla vita di Tsiolkovskij. Del fatto che una persona di umili origini come lui (tra l’altro mezzo sordo) sia riuscito a imparare la matematica (anche avanzata) da autodidatta, delle sue fantasie e sogni. Sembra di vedere un moderno Da Vinci della cosmonautica e questa cosa un po’ mi lascia il dente amaro. Si perché un piccolo appunto devo farlo ed è rivolto alla nostra cultura: io prima di venire qui, non lo conoscevo proprio, eppure egli, come ho già accennato, è stato davvero come il padre dell’esplorazione spaziale non solo sovietica, ma mondiale dato dal suo genio visionario! Perché per colpa -suppongo- di una stupida propaganda noi gli abbiamo dato il devoto ruolo che gli spetta? Dubbi che non saprò rispondere.
Le aree successive sono un susseguirsi di cimeli, tute, pezzi di luna, fino al giungere dell’area più grande e vasta: quella dei modellini. Voi non avete idea di cosa sia quell’area. Penso che se io fossi stato un riccone, mi sarei fatto una stanza IDENTICA a quella. Quest’area è quella paradossalmente più moderna. Si perché spazia dai primi modelli dei razzi R1 agli ultimi modelli dei razzi sojuz, proton, angarà, etc. oltre a un modello della ISS e i razzi occidentali (è un’area più internazionale). Qui però non mancano il primo rover lunare Lunochod 1 che immaginavo molto più piccolo ma si è dimostrato enorme (alto 135 cm e aveva una massa di 840 kg, lungo 170 cm e largo 160 cm fonte, WIKIPEDIA) e un pezzo di una sojuz vero che mostra l’abitacolo. Poi il mio razzo preferito e il mio veicolo di trasporto preferito: il vettore Energhija e il Buran.
eccomi con il buran
A tal proposito, ne approfitto del Buran per lasciare il bellissimo museo, uscire da questi e avviarmi verso Выставка Достижений Народного Хозяйства, ВДНХ cioè l’esposizione delle conquiste economiche della nazione, il VDNKh. Il tempo in quei giorni era piovoso. <<Fischiava il vento e urlava la bufera>> avrebbe detto Nino Manfredi in un suo film [Cafè Express per chi non lo conoscesse], ma per fortuna non eravamo in quel caso ma comunque un po' per stanchezza, un po' perché era l'ora di pranzo e infine anche per riscaldarci, ci siam dovuti rifugiare (io e la mia musa) nell’unico cafè trovato nelle vicinanze… un Mc Donald’s (b**t!)
Il tempo di riposare per rifocillarci un po’ e di bere un ““caffè””, scambiando una chiacchiera sulle prime impressioni di questa giornata, ma anche per un mini bilancio su sta vacanza e su varie argomenti più o meno blandi, a volte sciocchi, che magari a qualcuno possono dare l’impressione che io sia un bamboccione o uno sciocco. La mia amica ogni tanto me lo fa notare, non tanto per bacchettarmi o perché mi ritenga realmente tale, quanto perché non riesce a comprendere questo mio lato infantile. Come spiegarglielo? Non è facile ci provo, ma non ottengo alcun risultato. A quel punto dico “vabbè, vuol dire che devo migliorare. Devo maturare. Ho anche una certa età, è tempo di essere seri” ma è un ragionamento che non ha molta importanza in questo momento. anche perché ci sono punti di vista differenti che andrebbero spiegati, fatti capire, discussi ma il tempo a nostra disposizione è finito, si perché il locale era affollato e dei ragazzetti con i loro vassoi pieni di patatine, coca cola a bicchieroni e hamburger, vedendoci con il tavolo semivuoto coperto solo con cartacce e due tazzine vuote, ci chiedono se a momenti saremmo andati via, così da occupare il tavolo. Noi glielo cediamo volentieri, ci alziamo e prima di riprendere facciamo una sosta al bagno. In attesa che torni Katja parte spontanea una delle mie solite riflessioni sulla curiosa scenetta appena svoltasi: io sono venuto in questo posto, per sfuggire da quella che oramai è la “mia” mondanità; il ritrovarsi al mc di sabato (o comunque nei festivi) e vestire alla occidentale è uno scenario tipico alla quale sono -anzi siamo- abituato e che nonostante cerchi di sfuggirgli perché lo trovo sbagliato, è curioso vedere come questi mi insegui e mi trovi sempre. Sempre a ricordarti del mondo globalizzato in cui vivi dove tutti vogliono quel modello e pensare che questi era un paese che fino ad un 30anni fa era in prima linea contro quegli standard di vita, mentre oggi questo stesso paese ne è stato permeato fino in fondo al punto tale di farmi ritrovare al Mc Donald’s della stazione di Pisa Centrale o al Mc Donald’s di Napoli o quello di Salerno. Sia chiaro, questo non è un discorso contro il capitalismo in sé, quanto contro lo stile di vita che abbiamo noi da questa parte del globo e che comunque sia cerchiamo di imporre agli altri: vogliamo essere tutti diversi e liberi, ma allo stesso tempo siamo tutti uguali e incatenati. Vorremmo imitare stili di vita che oramai non ci appartengono più e che pensiamo di trovare solo in determinati posti, ma allo stesso tempo in questi luoghi esiste ciò da cui fuggiamo. Il mondo è veramente un posto strano! Fatta la pausa pipì, approfittiamo della piccola tregua della pioggia per fare un giro nel parco (piccola un corno, saranno state un paio d’ore). Devo dire che nonostante questi sia in fase di ristrutturazione resta comunque molto bello, anche se allo stesso tempo è un po’ abbandonato a se’ stesso. Oramai i tempi in cui i padiglioni erano pieni sono passati (giusto per ricollegarmi al discorso del Mc), ma a quanto pare un nuovo spiraglio è all’orizzonte, si perché anche i padiglioni a quanto ho capito sono in fase di recupero totale per poter un giorno ricominciare ad esporre. La grande statua dell’amicizia tra i popoli purtroppo è spenta per via del clima ma nonostante ciò, è di una bellezza unica. Anche i colori e i giochi armoniosi architettonici del padiglione bielorusso, quello uzbeko quello georgiano in legno, sanno appagare lo sguardo. Ma ahimè come capitò a Lucca qualche anno fa durante il periodo del comix, anche questa volta le bellezze architettoniche ai miei occhi sono state sovrastate da altro: un razzo R-1, uno Shukoj su-27 e un mig-8 mi attendono in tutta la loro bellezza e io regredisco nuovamente a bambino. Aaah quanto sono belli, ma ecco che lo intravedo: dietro un cespuglio c’è lui che mi attende… Nascosto: il Buran. Quello vero autentico! Beh non proprio, quello “vero e autentico” parrebbe non esistere più. Giaceva abbandonato in un hangar del cosmodromo di Bajkonur e a quanto pare una ultima neve ha fatto crollare il tetto, danneggiandolo. Questo esposto è solo uno dei modelli che avevano costruito per uno dei vari test (non ricordo quale fosse). Adesso è un museo che spiega la storia di questa titanica impresa del programma spaziale sovietico. Titanica, si è la parola giusta. Il programma è costato un bel po’ di miliardi di rubli dei tempi per l’ottenimento. Sia chiaro il suo sviluppo ha fatto sì che le tecnologie sovietiche progredissero e io ne sono contento perché sono sempre a favore della scienza come traino per lo sviluppo umanistico. Mi spiace solo che in quel periodo l’urss non navigasse in buone acque e che i dirigenti del pcus fossero sordi alle esigenze della propria popolazione. Quanti errori sono stati fatti in passato in queste zone. Si spera sempre che la storia sia maestra e che abbiano appreso la lezione.

[imimg]
lavoratore molto impegnato a ponderare sul lavoro da fare, il nuovo Stakanov
Finito il giro sullo spazioplano (non mi dilungo molto sulla sua descrizione, sarebbe più o meno come quella del museo della cosmonautica con la mia eccitazione a mille e un silenzio pregnante, disturbato solo dalle parole della guida e della voce della mia amica che traduce le parti che non capisco. Sembra di essere in chiesa e di ascoltare in religioso silenzio un sermione) il tempo ricomincia a farsi vedere: di nuovo la pioggia! Oramai il parco lo abbiam visitato, quindi decidiamo di ritirarci prendendo però al posto della metro la monorotaia. Prima però vengo invitato dalla mia amica in un piccolo negozietto per bambini il quale produce un dolcetto tipico della sua infanzia: delle ciambelline fritte cosparse di zucchero a velo. Vi dirò la verità: non sono tutta stra gran specialità e non sono nulla di nuovo al mio palato -per fare l'italiano megalomane basta dire che mia zia è una maestra nel farle e da noi so tipiche (a Napoli le chiamano graffe, noi dell’entroterra siamo più contadini e sempliciotti e le chiamiamo solo zeppole

) ma resto affascinato dal ricordo della mia amica sulla sua gioventù, quasi a riviverlo io in prima persona, dai suoi occhi pieni di spensieratezza e gioia di quelle volte che andava a comprarsi le zeppoline.
Finito l’amarcord delle zeppoline, è tempo di rientrare; un'occhiata veloce al monumento dell'operaio e la kolkonitsa e a un paio di giocattolini di Mr. Putin messi in bella mostra
Dal vagone della monorotaia guardo la torre di Ostankino e la sua grande bandiera russa che sventola in balia del vento forte presente in cima a quelle quote. Sembra proprio una rappresentazione dello stoicismo russo alle intemperie della storia: rivoluzioni, guerre, stermini, occupazioni, dittature, zarismo, carestie ma il russo è sempre li. Stoico in attesa che tutto passi, che tutto scorra, proprio come la torre. [tra l’altro questa torre è anche un punto importante nella storia del libro citatovi]. Nella metro con la mia amica ci salutiamo. Lei ha un altro treno da prendere per tornare a casa e dovrà fare un’altra ora di viaggio. Io invece ne approfitto per tornare -nonostante il brutto tempo- nella piazza rossa.
Podmoskovnje vecherà
per chi non conoscesse questa bellissima serenata a Mosca, ecco un approfondimento:
YouTube Linked ecco una versione un po' più tradizionale e corale
YouTube Link
Come quando passeggio per Napoli adoro ascoltare la canzone "Toledo" di Pino Daniele, per le sere di Mosca questa colonna sonora era la più adatta e voglio condividerla con voi. Torniamo a noi: direzione piazza rossa... Di nuovo! eh si perché nonostante ci sia stato già due volte, è come se avessi l'impressione di non averla visitata per nulla e tutt'oggi ad un anno di distanza questa sensazione permane. Questo perché mi mancano ancora molte cose da vedere come il cremlino, il gum, il mausoleo di Lenin, la cattedrale di San Basilio, il Bol'shoj!!! Prendo la palla al balzo e decido quindi di uscire alla fermata della biblioteca Lenin, per recarmi al teatro e vi racconto una curiosità: solo l’altro giorno mentre riguardavo le foto mi sono reso conto che l’uscita della metro da me presa in questa occasione è stata la stessa del film girato da Vittorio De Sica nel film “i girasoli” quando la Loren esce dalla metro e arriva nell’immensa Mosca (come la musica tende a sottolineare. c'era il video di quella determinata scena su youtube, ma è sparito!!!

). Una cosa bellissima, notata ahimè solo a distanza di un anno

pian piano mi avvicino al teatro e vedo anche la Duma russa (in uno dei vecchi imponenti edifici sovietici) e una moltitudine di poliziotti dei corpi speciali i famosi OMOH (si legge amòn) che si vedono spesso nei video delle proteste in Russia (sono i corrispettivi russi dei Berkut ukraini e dei celerini italiani). Riesco a vedere anche il campio della guardia alla fiamma eterna e riesco a fare un video sotto la pioggia (non so se riesco a caricarlo, ma ci provo). arrivato al Bol'shoj sento un suono familiare... Qualcosa che capisco a primo impatto: delle ragazze italiane che davanti al teatro sono intende a fare foto ricordo. Quando sento dire "accidenti ma come facciamo per la foto insieme?" a quel punto da buon marpione ho esclamato "aaah ma pure qua mi ritrovo gente che parla come me?"

devo dire che fare il finto antipatico ha funzionato; una foto, una chiacchiera breve dove scopro che sono delle studentesse in una sorta di Erasmus e poi di nuovo ognuno per la propria strada... Nono sono venuto qua mica per incontrare le italiane?

in verità nemmeno le russe, l'intenzione del viaggio non era proprio quella (ma se fosse capitata l'occasione non mi sarei tirato indietro... Oddio una mezza c'è stata ma non è stata possibile approfondirla per via del fatto che sia io che lei stavamo nello stesso ostello e che entrambi avevamo poco tempo a disposizione

) vabbè continuo il mio divagare e le righe aumentano. Scusate! Comunque il mio giro prosegue con la visita della moscova e con una pazzia(!!) provo ad andare all'università statale e all'accademia delle scienze russe. Prendo la metro e scendo ad una stazione che a qualcuno del forum è abbastanza conosciuta: la stazione Frunzenskaja... Sorre'... Sai niente?

Peccato che nel cercare le due mete (di cui una avvistata in lontananza, cioè l'accademia) mi sono perso e siccome oramai era tardi decido di tornare in tutta fretta alla piazza rossa perché devo scattarmi una foto di me di spalle mentre guardo la piazza rossa. Completata la missione e fatto un giro nel GUM e in una delle librerie, e in un negozio della piazza finalmente torno al mio ostello... Distrutto ma felice. Affamato... MOLTO, decido di comprare un pirozhok in uno dei chioschetti della zona. Ricordandomi le parole di Katja "non comprare cibo nei chioschetti perché poco igienici, sopratutto quelli con le uova", decido di comprarne uno... Con le uova e di sfidare il destino!!!

La sfida con la sorte in questo caso la vinco io, ma un secondo round sta per giocarsi all'ostello prima che io vada a letto: davanti la porta trovo due tizi vestiti con cappotto elegante e vestiario elegante discutere tra loro, altamente ubriachi. "Merda!" esclamo, perché i due erano proprio davanti la porta. Non solo fino al giorno prima erano clienti dell'ostello. il tizio più sobrio mi vede e decide di cambiare aria chiamando anche il suo amico. Quest'altro invece mi vede e inizia a interloquire con me. In tutta la mia vita non avrò mai sentito un misto di parolacce, imprecazioni, alito di vodka e confessioni da parte di un ubriaco come in questa occasione: per non portarvela a lungo i due erano il classico esempio di poliziotto altolocato venuto a mosca in veste di non so cosa... Corrotto. Mi parla di un suo amico che viene in italia con il ferrari e ha villa a Riccione, del fatto che lui abbia i gradi e nessuno può dirgli cosa fare... Mi sorge un sospetto che questi oltre a essere un poliziotto sia un вор в законе (un mafioso de noartri). Inizio un po' a scagarmi sotto dato che mi sta dicendo la sua vita morte e miracoli vari. Fortuna che interviene il suo amico a tirarselo via e io tiro un sospiro di sollievo. Entro e vedo la ragazza proprietaria dell'ostello piangere. Questa mi chiede se i signori mi hanno arrecato danno. Le dico che è tutto ok e mi dice che l'hanno mezza truffata pagando la metà e sfasciando mezza stanza. Che tipi di merda

saluto lei, vado in cucina per mangiucchire qualche altra cosa e il mio amico tataro (mi pare si chiami Sergej) mi presenta una ragazza ospite anche lei li-la tipa con cui avrei potuto approfondire- una chiacchiera veloce dove scopro che lei mi credeva indiano

deluso da questa ultimo colpo, incasso il tutto e rientro in camera. Doccia, una sistemata alla valigia e un'occhiata all'ultime tappe del giorno dopo prima del rientro a casa.... Che peccato il tempo in terre Russe sta per volgere al termine, come volgerà al termine questo racconto fra due giorni. Bentornati e ben ritrovati a tutti coloro che daranno un’occhiata a queste “4 righe” di memorie oramai consegnate allo scorrere del tempo...
Beh..., di tempo certamente ne è passato..., ma ne è valsa la pena!

... Appunto come volevasi dimostrare, grazie Colonne' per l'assist introduttivo! Ma non perdiamoci in chiacchiere e partiamo con la nuova puntata:
<<ПОЕХАЛИ!>> OVVERO UN MODERNO PINOCCHIO NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Il mio terzo giorno moscovita inizia come quasi tutti gli altri della mia vita: in silenzio, con il solo suono di una macchinetta del caffè e l’odore del caffè in uscita o del latte scaldato con i cereali. Solo che data l’assenza della macchinetta e del caffè, le loro veci sono state fatte dal bollitore e dal tè (tanto la molecola è la stessa, cambia solo l’odore). Comunque il rituale del risveglio quest’oggi è molto veloce, mi aspetta una intera giornata di camminate. Come vi avevo anticipato, la mia euforia non si è affievolita con il passare dei giorni, ma è solo aumentata perché oggi mi aspettano due tappe che, nel progettare il viaggio, erano state incluse ancora prima dell’itinerario di partenza dall’italia: il parco VDNKh e il museo della cosmonautica!
Citazione:
«Земля - колыбель человечества, но нельзя вечно жить в колыбели.»
«La terra è la culla dell'umanità, ma non si può vivere per sempre in una culla.»
Konstantin Ėduardovič Tsiolkovskij
Citazione:
Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.
Citazione:
Поехали!
Jurij Gagarin
Citazione:
Se le donne in URSS possono lavorare per le ferrovie perché non possono volare nello spazio?
Valentina Tereshkova
Il museo della cosmonautica è stata la prima tappa. Nel tragitto in metro ero incontenibile, sembravo realmente un bambino diretto ad un parco divertimenti dato che per me le imprese spaziali sono una parte essenziale dei miei sogni bambineschi -vissuti “purtroppo” solo con il mito dell’uomo sulla luna e degli shuttle americani- e quindi sono qui per recuperare e guardare tutto ciò che la cosmonautica sovietica ci ha offerti. Arriviamo a destinazione e prima del museo veniamo accolti dal monumento sovrastante:
il monumento ai conquistatori dello spazio. Questi è in pieno stile architettonico sovietico: possente e minimalista con quel V2 in titanio che campeggia in alto, ad indicare il cielo raggiunto ed ancora raggiungibile e da esplorare e il mosaico sottostante dove è rappresentata la forza dell’ideologia comunista in questa impresa, in quello che presumo sia bronzo. Già mi piace. Inoltre è disposto come una sorta di percorso che parte dal monumento ora citatovi per poi svilupparsi a partire dalla statua dedicata al padre di TUTTA l'esplorazione spaziale: Tsiolkovskij il quale osserva il progresso attraverso il “viale dei cosmonauti”. Di fianco sul suo lato dx, campeggia la statua di
Sergej Korolev il capo progettista e direttore del programma spaziale, messo di lato come se fosse un braccio destro designare a portare l’uomo al successo in questa impresa. Dal lato sinistro campeggiano i busti dei “primi” -l’ho ribattezzati così

-Gagarin, la Tereshkova, Leonov, etc. etc. infine il percorso continua con una stella per ogni conquista ottenuta in questo campo e termina con la rappresentazione del sistema solare in 3D. il viale poi, termina (o inizia, dipende da dove si arriva) con due grandi mappamondi posti a destra e a sinistra del viale; questi rappresentano il mappamondo della terra e il mappamondo della volta celeste con tutte le costellazioni.
È veramente un qualcosa di emozionante. Il museo della cosmonautica poi… non saprei come descriverlo. Un vero crescendo di emozioni su emozioni (si sono ripetitivo, lo so

). Il museo in sé e perno riferimenti alla osservazione spaziale compiuta in periodo greco e alla mitologia collegata, con in particolare il mito di Icaro -tale tema è molto presente nella cosmonautica sovietica, tanto da esserne fonte di ispirazione- la quale fa da benvenuto agli spettatori, mentre tutt’intorno si estende la mitologia moderna dell’esplorazione spaziale e dell’opera di Gagarin.
Alle spalle della statua si estende la prima area piena di satelliti sovietici tra cui il modello a grandezza naturale dello Sputnik, i corpi -imbalsamati se non erro- di Belka e Strelka, e molti progetti che fanno da antipasto a cosa rappresenta il museo. L’area finisce con una grande statua di Gagarin a mo’ di Cristo con un mosaico di vetri colorati alle sue spalle i quali rendono l’ambiente molto accogliente; infatti l’area è piena di scolaresche cosa che mi riempe il cuore di gioia, perché i bambini dovrebbero vedere cose del genere tutti i giorni a scuola. Ne avessi avuto io la possibilità da bambino… vabbè, basta divagare. Per divagare stavo dimenticando un secondo aspetto: l’arte propagandistica. Eh si perché tra un poster di spiegazioni e un satellite vi sono molte stampe dei manifesti di propaganda e opere di vari artisti dedicati ai temi del museo.

la propaganda
le opere d'arte (icaro onnipresente)
A chiudere la prima ala, vi è una mega opera dedicata a Gagarin. Un'opera davvero molto bella!
Proseguiamo, ed entriamo nella seconda stanza. questi è piccolina a mo di ricreare una abitazione, perché è l'ala dedicata alla vita di Tsiolkovskij. Del fatto che una persona di umili origini come lui (tra l’altro mezzo sordo) sia riuscito a imparare la matematica (anche avanzata) da autodidatta, delle sue fantasie e sogni. Sembra di vedere un moderno Da Vinci della cosmonautica e questa cosa un po’ mi lascia il dente amaro. Si perché un piccolo appunto devo farlo ed è rivolto alla nostra cultura: io prima di venire qui, non lo conoscevo proprio, eppure egli, come ho già accennato, è stato davvero come il padre dell’esplorazione spaziale non solo sovietica, ma mondiale dato dal suo genio visionario! Perché per colpa -suppongo- di una stupida propaganda noi gli abbiamo dato il devoto ruolo che gli spetta? Dubbi che non saprò rispondere.
Le aree successive sono un susseguirsi di cimeli, tute, pezzi di luna, fino al giungere dell’area più grande e vasta: quella dei modellini. Voi non avete idea di cosa sia quell’area. Penso che se io fossi stato un riccone, mi sarei fatto una stanza IDENTICA a quella. Quest’area è quella paradossalmente più moderna. Si perché spazia dai primi modelli dei razzi R1 agli ultimi modelli dei razzi sojuz, proton, angarà, etc. oltre a un modello della ISS e i razzi occidentali (è un’area più internazionale). Qui però non mancano il primo rover lunare Lunochod 1 che immaginavo molto più piccolo ma si è dimostrato enorme (alto 135 cm e aveva una massa di 840 kg, lungo 170 cm e largo 160 cm fonte, WIKIPEDIA) e un pezzo di una sojuz vero che mostra l’abitacolo. Poi il mio razzo preferito e il mio veicolo di trasporto preferito: il vettore Energhija e il Buran.
eccomi con il buran
A tal proposito, ne approfitto del Buran per lasciare il bellissimo museo, uscire da questi e avviarmi verso Выставка Достижений Народного Хозяйства, ВДНХ cioè l’esposizione delle conquiste economiche della nazione, il VDNKh. Il tempo in quei giorni era piovoso. <<Fischiava il vento e urlava la bufera>> avrebbe detto Nino Manfredi in un suo film [Cafè Express per chi non lo conoscesse], ma per fortuna non eravamo in quel caso ma comunque un po' per stanchezza, un po' perché era l'ora di pranzo e infine anche per riscaldarci, ci siam dovuti rifugiare (io e la mia musa) nell’unico cafè trovato nelle vicinanze… un Mc Donald’s (b**t!)
Il tempo di riposare per rifocillarci un po’ e di bere un ““caffè””, scambiando una chiacchiera sulle prime impressioni di questa giornata, ma anche per un mini bilancio su sta vacanza e su varie argomenti più o meno blandi, a volte sciocchi, che magari a qualcuno possono dare l’impressione che io sia un bamboccione o uno sciocco. La mia amica ogni tanto me lo fa notare, non tanto per bacchettarmi o perché mi ritenga realmente tale, quanto perché non riesce a comprendere questo mio lato infantile. Come spiegarglielo? Non è facile ci provo, ma non ottengo alcun risultato. A quel punto dico “vabbè, vuol dire che devo migliorare. Devo maturare. Ho anche una certa età, è tempo di essere seri” ma è un ragionamento che non ha molta importanza in questo momento. anche perché ci sono punti di vista differenti che andrebbero spiegati, fatti capire, discussi ma il tempo a nostra disposizione è finito, si perché il locale era affollato e dei ragazzetti con i loro vassoi pieni di patatine, coca cola a bicchieroni e hamburger, vedendoci con il tavolo semivuoto coperto solo con cartacce e due tazzine vuote, ci chiedono se a momenti saremmo andati via, così da occupare il tavolo. Noi glielo cediamo volentieri, ci alziamo e prima di riprendere facciamo una sosta al bagno. In attesa che torni Katja parte spontanea una delle mie solite riflessioni sulla curiosa scenetta appena svoltasi: io sono venuto in questo posto, per sfuggire da quella che oramai è la “mia” mondanità; il ritrovarsi al mc di sabato (o comunque nei festivi) e vestire alla occidentale è uno scenario tipico alla quale sono -anzi siamo- abituato e che nonostante cerchi di sfuggirgli perché lo trovo sbagliato, è curioso vedere come questi mi insegui e mi trovi sempre. Sempre a ricordarti del mondo globalizzato in cui vivi dove tutti vogliono quel modello e pensare che questi era un paese che fino ad un 30anni fa era in prima linea contro quegli standard di vita, mentre oggi questo stesso paese ne è stato permeato fino in fondo al punto tale di farmi ritrovare al Mc Donald’s della stazione di Pisa Centrale o al Mc Donald’s di Napoli o quello di Salerno. Sia chiaro, questo non è un discorso contro il capitalismo in sé, quanto contro lo stile di vita che abbiamo noi da questa parte del globo e che comunque sia cerchiamo di imporre agli altri: vogliamo essere tutti diversi e liberi, ma allo stesso tempo siamo tutti uguali e incatenati. Vorremmo imitare stili di vita che oramai non ci appartengono più e che pensiamo di trovare solo in determinati posti, ma allo stesso tempo in questi luoghi esiste ciò da cui fuggiamo. Il mondo è veramente un posto strano! Fatta la pausa pipì, approfittiamo della piccola tregua della pioggia per fare un giro nel parco (piccola un corno, saranno state un paio d’ore). Devo dire che nonostante questi sia in fase di ristrutturazione resta comunque molto bello, anche se allo stesso tempo è un po’ abbandonato a se’ stesso. Oramai i tempi in cui i padiglioni erano pieni sono passati (giusto per ricollegarmi al discorso del Mc), ma a quanto pare un nuovo spiraglio è all’orizzonte, si perché anche i padiglioni a quanto ho capito sono in fase di recupero totale per poter un giorno ricominciare ad esporre. La grande statua dell’amicizia tra i popoli purtroppo è spenta per via del clima ma nonostante ciò, è di una bellezza unica. Anche i colori e i giochi armoniosi architettonici del padiglione bielorusso, quello uzbeko quello georgiano in legno, sanno appagare lo sguardo. Ma ahimè come capitò a Lucca qualche anno fa durante il periodo del comix, anche questa volta le bellezze architettoniche ai miei occhi sono state sovrastate da altro: un razzo R-1, uno Shukoj su-27 e un mig-8 mi attendono in tutta la loro bellezza e io regredisco nuovamente a bambino. Aaah quanto sono belli, ma ecco che lo intravedo: dietro un cespuglio c’è lui che mi attende… Nascosto: il Buran. Quello vero autentico! Beh non proprio, quello “vero e autentico” parrebbe non esistere più. Giaceva abbandonato in un hangar del cosmodromo di Bajkonur e a quanto pare una ultima neve ha fatto crollare il tetto, danneggiandolo. Questo esposto è solo uno dei modelli che avevano costruito per uno dei vari test (non ricordo quale fosse). Adesso è un museo che spiega la storia di questa titanica impresa del programma spaziale sovietico. Titanica, si è la parola giusta. Il programma è costato un bel po’ di miliardi di rubli dei tempi per l’ottenimento. Sia chiaro il suo sviluppo ha fatto sì che le tecnologie sovietiche progredissero e io ne sono contento perché sono sempre a favore della scienza come traino per lo sviluppo umanistico. Mi spiace solo che in quel periodo l’urss non navigasse in buone acque e che i dirigenti del pcus fossero sordi alle esigenze della propria popolazione. Quanti errori sono stati fatti in passato in queste zone. Si spera sempre che la storia sia maestra e che abbiano appreso la lezione.

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lavoratore molto impegnato a ponderare sul lavoro da fare, il nuovo Stakanov
Finito il giro sullo spazioplano (non mi dilungo molto sulla sua descrizione, sarebbe più o meno come quella del museo della cosmonautica con la mia eccitazione a mille e un silenzio pregnante, disturbato solo dalle parole della guida e della voce della mia amica che traduce le parti che non capisco. Sembra di essere in chiesa e di ascoltare in religioso silenzio un sermione) il tempo ricomincia a farsi vedere: di nuovo la pioggia! Oramai il parco lo abbiam visitato, quindi decidiamo di ritirarci prendendo però al posto della metro la monorotaia. Prima però vengo invitato dalla mia amica in un piccolo negozietto per bambini il quale produce un dolcetto tipico della sua infanzia: delle ciambelline fritte cosparse di zucchero a velo. Vi dirò la verità: non sono tutta stra gran specialità e non sono nulla di nuovo al mio palato -per fare l'italiano megalomane basta dire che mia zia è una maestra nel farle e da noi so tipiche (a Napoli le chiamano graffe, noi dell’entroterra siamo più contadini e sempliciotti e le chiamiamo solo zeppole

) ma resto affascinato dal ricordo della mia amica sulla sua gioventù, quasi a riviverlo io in prima persona, dai suoi occhi pieni di spensieratezza e gioia di quelle volte che andava a comprarsi le zeppoline.
Finito l’amarcord delle zeppoline, è tempo di rientrare; un'occhiata veloce al monumento dell'operaio e la kolkonitsa e a un paio di giocattolini di Mr. Putin messi in bella mostra
Dal vagone della monorotaia guardo la torre di Ostankino e la sua grande bandiera russa che sventola in balia del vento forte presente in cima a quelle quote. Sembra proprio una rappresentazione dello stoicismo russo alle intemperie della storia: rivoluzioni, guerre, stermini, occupazioni, dittature, zarismo, carestie ma il russo è sempre li. Stoico in attesa che tutto passi, che tutto scorra, proprio come la torre. [tra l’altro questa torre è anche un punto importante nella storia del libro citatovi]. Nella metro con la mia amica ci salutiamo. Lei ha un altro treno da prendere per tornare a casa e dovrà fare un’altra ora di viaggio. Io invece ne approfitto per tornare -nonostante il brutto tempo- nella piazza rossa.
Podmoskovnje vecherà
per chi non conoscesse questa bellissima serenata a Mosca, ecco un approfondimento:
YouTube Linked ecco una versione un po' più tradizionale e corale
YouTube Link
Come quando passeggio per Napoli adoro ascoltare la canzone "Toledo" di Pino Daniele, per le sere di Mosca questa colonna sonora era la più adatta e voglio condividerla con voi. Torniamo a noi: direzione piazza rossa... Di nuovo! eh si perché nonostante ci sia stato già due volte, è come se avessi l'impressione di non averla visitata per nulla e tutt'oggi ad un anno di distanza questa sensazione permane. Questo perché mi mancano ancora molte cose da vedere come il cremlino, il gum, il mausoleo di Lenin, la cattedrale di San Basilio, il Bol'shoj!!! Prendo la palla al balzo e decido quindi di uscire alla fermata della biblioteca Lenin, per recarmi al teatro e vi racconto una curiosità: solo l’altro giorno mentre riguardavo le foto mi sono reso conto che l’uscita della metro da me presa in questa occasione è stata la stessa del film girato da Vittorio De Sica nel film “i girasoli” quando la Loren esce dalla metro e arriva nell’immensa Mosca (come la musica tende a sottolineare. c'era il video di quella determinata scena su youtube, ma è sparito!!!

). Una cosa bellissima, notata ahimè solo a distanza di un anno

pian piano mi avvicino al teatro e vedo anche la Duma russa (in uno dei vecchi imponenti edifici sovietici) e una moltitudine di poliziotti dei corpi speciali i famosi OMOH (si legge amòn) che si vedono spesso nei video delle proteste in Russia (sono i corrispettivi russi dei Berkut ukraini e dei celerini italiani). Riesco a vedere anche il campio della guardia alla fiamma eterna e riesco a fare un video sotto la pioggia (non so se riesco a caricarlo, ma ci provo). arrivato al Bol'shoj sento un suono familiare... Qualcosa che capisco a primo impatto: delle ragazze italiane che davanti al teatro sono intende a fare foto ricordo. Quando sento dire "accidenti ma come facciamo per la foto insieme?" a quel punto da buon marpione ho esclamato "aaah ma pure qua mi ritrovo gente che parla come me?"

devo dire che fare il finto antipatico ha funzionato; una foto, una chiacchiera breve dove scopro che sono delle studentesse in una sorta di Erasmus e poi di nuovo ognuno per la propria strada... Nono sono venuto qua mica per incontrare le italiane?

in verità nemmeno le russe, l'intenzione del viaggio non era proprio quella (ma se fosse capitata l'occasione non mi sarei tirato indietro... Oddio una mezza c'è stata ma non è stata possibile approfondirla per via del fatto che sia io che lei stavamo nello stesso ostello e che entrambi avevamo poco tempo a disposizione

) vabbè continuo il mio divagare e le righe aumentano. Scusate! Comunque il mio giro prosegue con la visita della moscova e con una pazzia(!!) provo ad andare all'università statale e all'accademia delle scienze russe. Prendo la metro e scendo ad una stazione che a qualcuno del forum è abbastanza conosciuta: la stazione Frunzenskaja... Sorre'... Sai niente?

Peccato che nel cercare le due mete (di cui una avvistata in lontananza, cioè l'accademia) mi sono perso e siccome oramai era tardi decido di tornare in tutta fretta alla piazza rossa perché devo scattarmi una foto di me di spalle mentre guardo la piazza rossa. Completata la missione e fatto un giro nel GUM e in una delle librerie, e in un negozio della piazza finalmente torno al mio ostello... Distrutto ma felice. Affamato... MOLTO, decido di comprare un pirozhok in uno dei chioschetti della zona. Ricordandomi le parole di Katja "non comprare cibo nei chioschetti perché poco igienici, sopratutto quelli con le uova", decido di comprarne uno... Con le uova e di sfidare il destino!!!

La sfida con la sorte in questo caso la vinco io, ma un secondo round sta per giocarsi all'ostello prima che io vada a letto: davanti la porta trovo due tizi vestiti con cappotto elegante e vestiario elegante discutere tra loro, altamente ubriachi. "Merda!" esclamo, perché i due erano proprio davanti la porta. Non solo fino al giorno prima erano clienti dell'ostello. il tizio più sobrio mi vede e decide di cambiare aria chiamando anche il suo amico. Quest'altro invece mi vede e inizia a interloquire con me. In tutta la mia vita non avrò mai sentito un misto di parolacce, imprecazioni, alito di vodka e confessioni da parte di un ubriaco come in questa occasione: per non portarvela a lungo i due erano il classico esempio di poliziotto altolocato venuto a mosca in veste di non so cosa... Corrotto. Mi parla di un suo amico che viene in italia con il ferrari e ha villa a Riccione, del fatto che lui abbia i gradi e nessuno può dirgli cosa fare... Mi sorge un sospetto che questi oltre a essere un poliziotto sia un вор в законе (un mafioso de noartri). Inizio un po' a scagarmi sotto dato che mi sta dicendo la sua vita morte e miracoli vari. Fortuna che interviene il suo amico a tirarselo via e io tiro un sospiro di sollievo. Entro e vedo la ragazza proprietaria dell'ostello piangere. Questa mi chiede se i signori mi hanno arrecato danno. Le dico che è tutto ok e mi dice che l'hanno mezza truffata pagando la metà e sfasciando mezza stanza. Che tipi di merda

saluto lei, vado in cucina per mangiucchire qualche altra cosa e il mio amico tataro (mi pare si chiami Sergej) mi presenta una ragazza ospite anche lei li-la tipa con cui avrei potuto approfondire- una chiacchiera veloce dove scopro che lei mi credeva indiano

deluso da questa ultimo colpo, incasso il tutto e rientro in camera. Doccia, una sistemata alla valigia e un'occhiata all'ultime tappe del giorno dopo prima del rientro a casa.... Che peccato il tempo in terre Russe sta per volgere al termine, come volgerà al termine questo racconto fra due giorni.
до скорого!
