Marco, utente-FB da Ronchi dei Legionari (GO), ha contattato il nostro canale WhatsApp chiedendo consiglio su una situazione piuttosto ingarbugliata.
La sua fidanzata russa è giunta in Italia con un visto per lavoro rilasciato dalla Polonia, senza però transitare per la Polonia bensì per l'Ungheria, dove lo stesso Marco alterna i suoi soggiorni di lavoro tra Ungheria e Austria.
Marco ha chiesto come regolarsi con le dichiarazioni di ospitalità e di presenza, perché la sua ragazza è giunta in Italia con lui in auto ormai da più di due settimane, durante le quali ha osservato il periodo di quarantena. All'arrivo in Italia, Marco ha inviato una mail all'Ufficio Immigrazione della Questura, ma ha riferito di non aver mai ricevuto risposta.
Abbiamo consigliato di rivolgersi ai vigili del suo comune di residenza, presentando una copia stampata della mail inviata alla Questura. Marco ci ha comunicato di averlo fatto ieri stesso nel pomeriggio (il colloquio è avvenuto all'ora di pranzo), quindi le due dichiarazioni sono state rese e i nostri amici ne hanno ricevuto le copie regolarmente vistate.
Un'altra richiesta di Marco - quella principale - riguardava invece la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno in Italia per motivi di lavoro. La sua ragazza è una imprenditrice privata nel settore del trading, lavoro grazie al quale ha ottenuto dalla Polonia un visto di 180 giorni, con la possibilità di trascorrere in territorio UE tutti i 180 giorni.
In questo caso abbiamo risposto esponendo la difficoltà del non aver aperto il visto in Polonia, bensì in Ungheria e di non avere - in teoria - nessun appiglio per la richiesta di un PDS nel nostro Paese. Il tipo di lavoro effettuato dalla fidanzata potrebbe però offrire qualche appiglio: una ditta polacca che (realmente o in modo fittizio) la invii in Italia per concludere degli accordi o qualcos'altro del genere, presupponendo però che il PDS sia più verosimilmente rilasciato in Polonia e le dia poi la possibilità di soggiornare e operare anche in Italia.
L'ultima richiesta di Marco consisteva nella possibilità di ricorrere alla legge sulle coppie di fatto vigente in Austria, dove lui dispone di un domicilio per lavoro regolarmente registrato.
A differenza dell'analoga legge italiana, che ha maggiormente previsto come coppie di fatto le coppie composte da persone dello stesso sesso, la legge austriaca è rivolta a tutti, quindi essendo Marco regolarmente presente e registrato in quel paese potrebbe sottoscrivere un accordo di convivenza con la sua compagna di fronte alle Autorità austriache e la sua compagna potrebbe ottenere il relativo permesso di soggiorno.
A richiesta di marco, abbiamo anche esposto un breve escursus sulle procedure necessarie per il matrimonio, al quale però la coppia non è momentaneamente intenzionata a ricorrere, riservandosi di farlo in futuro.
Invitando marco a prendere visione del Forum, gi abbiamo garantito la nostra futura assistenza, soprattutto per le procedure allle quali la copppia deciderà di fare ricorso.
In ultimo, vivendo a pochissimi chilometri di distanza, abbiamo convenuto di trovarci uno dei prossimi giorni per un caffé e per conoscerci personalmente, quando le condizioni dell'emergenza sanitaria consentiranno una maggiore libertà di movimento.
Consulenza Telefonica Su Una Richiesta Di Permesso Di Soggiorno Decisamente Inusuale
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