"..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Povertà..


Titolo: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Povertà..
M'è venuto in mente mentre scrivevo una risposta al 3d "finanziario"...(?)!
Nel matrimonio, almeno in quello cristiano (negli altri non saprei), il prete chiede ai due sposi (alla sposa e allo sposo):

"....." vuoi prendere come tua legittima sposa/o la/il qui presente (il suo nome), per amarla/o, onorarla/o e rispettarla/o, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?

E' un giuramento molto profondo e forte che credo non venga capito dalla maggior parte delle coppie sposate.
Oggi si parla molto dei pari diritti alle "unioni di fatto", voi che ne pensate?
Le semplici convivenze hanno pari dignità di un matrimonio? E' giusto garantire gli stessi diritti?

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Shrek ha scritto: [Visualizza Messaggio]
M'è venuto in mente mentre scrivevo una risposta al 3d "finanziario"...(?)!
Nel matrimonio, almeno in quello cristiano (negli altri non saprei), il prete chiede ai due sposi (alla sposa e allo sposo):

"....." vuoi prendere come tua legittima sposa/o la/il qui presente (il suo nome), per amarla/o, onorarla/o e rispettarla/o, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?

E' un giuramento molto profondo e forte che credo non venga capito dalla maggior parte delle coppie sposate.
Oggi si parla molto dei pari diritti alle "unioni di fatto", voi che ne pensate?
Le semplici convivenze hanno pari dignità di un matrimonio? E' giusto garantire gli stessi diritti?


A livello teorico potrà essere possibile ma a livello pratico un'unione di fatto non potrà mai raggiungere la profondità mistico/spirituale di un'unione sancita da un vincolo religioso......anche se sono sicuro che in futuro tale differenziazione andrà sempre più a livellarsi!!!

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Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
pierfect ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Shrek ha scritto: [Visualizza Messaggio]
M'è venuto in mente mentre scrivevo una risposta al 3d "finanziario"...(?)!
Nel matrimonio, almeno in quello cristiano (negli altri non saprei), il prete chiede ai due sposi (alla sposa e allo sposo):

"....." vuoi prendere come tua legittima sposa/o la/il qui presente (il suo nome), per amarla/o, onorarla/o e rispettarla/o, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?

E' un giuramento molto profondo e forte che credo non venga capito dalla maggior parte delle coppie sposate.
Oggi si parla molto dei pari diritti alle "unioni di fatto", voi che ne pensate?
Le semplici convivenze hanno pari dignità di un matrimonio? E' giusto garantire gli stessi diritti?


A livello teorico potrà essere possibile ma a livello pratico un'unione di fatto non potrà mai raggiungere la profondità mistico/spirituale di un'unione sancita da un vincolo religioso......anche se sono sicuro che in futuro tale differenziazione andrà sempre più a livellarsi!!!


Dipende che valore da una persona al matrimonio religioso...

Se uno si sposa in chiesa perchè convinto e credente allora ti dò ragione, ma se uno si sposa in chiesa per: la festa, perchè è usanza, perchè così fanno tutti e così vogliono i parenti.... allora non cambia assolutamente niente rispetto ad una unione di fatto (stai fin che ti garba e quando non ti và +... ognuno per se e tanti saluti...)

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Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Shrek ha scritto: [Visualizza Messaggio]
M'è venuto in mente mentre scrivevo una risposta al 3d "finanziario"...(?)!
Nel matrimonio, almeno in quello cristiano (negli altri non saprei), il prete chiede ai due sposi (alla sposa e allo sposo):

"....." vuoi prendere come tua legittima sposa/o la/il qui presente (il suo nome), per amarla/o, onorarla/o e rispettarla/o, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?

E' un giuramento molto profondo e forte che credo non venga capito dalla maggior parte delle coppie sposate.
Oggi si parla molto dei pari diritti alle "unioni di fatto", voi che ne pensate?
Le semplici convivenze hanno pari dignità di un matrimonio? E' giusto garantire gli stessi diritti?


Uhmmm.... intanto ormai quella frase cosi' tosta non viene quasi piu' usata. Ora e' sostituita da un semplice "per tutti i giorni della tua vita". Poi in Italia di matrimoni religiosi ne sono riconosciuti ufficialmente solo due o tre oltre a quello cattolico (il rito ebraico e forse un altro ce al momento non mi sovviene). Inoltre, parlando da persona che ha "solo" convissuto per dieci anni con la sua compagna (che io mi permetto di definire comunque mia moglie!) "finche' morte non ci ha separati" (e "nel dolore e nella malattia") mi permetto di sostenere che l'assenza di una formalizzazione dell'unione non incide sulla sua dignita'. Quanto ai pari diritti, il fatto di non averli rende semmai ancora piu' impegnativo il rapporto di esclusivita' del legame ed estremamente crudele tutto cio' che ne segue la fine per decesso di uno dei due. E' giusto che siano garantiti per legge? Non esiste ovviamente un'unica risposta, ma nella mia idea le leggi rappresentano l'organizzazione che una societa' si da ed il fatto che un fenomeno oggi significativo come la convivenza non venga considerato per opposizioni di tipo ideologico-religiose rappresenta un fallimento della capacita' di una societa' di rispondere ai suoi dinamismi ed alle sue novita'.

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Bell'argomento, caro Shrek (a proposito, come te la passi?? presto conto di venire a Mosca!!).

Vedi, da credente ritengo che chiunque affronti un matrimonio debba prendere coscienza di quelle parole che tu hai citato perchè ritengo che stiano... mi correggo... che debbano stare alla base di una unione così importante.

Lo dico, ripeto, da credente e da persona che, per ragioni logistiche (ahimè!!) al momento ha contratto con la propria sposa solo il matrimonio civile (spero, un giorno, di coronare anche quello religioso). Dico questo perchè, anche non ci sia stata la celebrazione eucaristica ad unirci in questo vincolo, ciò a cui tendiamo e ci aiutiamo a tendere ogni giorno è a mantenere vivi e saldi l'amore, l'onore e il rispetto, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà.

Ti abbraccio,

Drugo

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Ecco Drugo (...a proposito, ciao è un po' che non ti leggevo..) come vedi i vs sono 2 tra i tanti modi di vedere il matrimonio...
L'importante a mio modo di vedere è che si stia assieme in modo consapevole e responsabile... il come poi ai fini pratici della vita di coppia può risultare ininfluente.

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Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Ochopepa ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Uhmmm.... intanto ormai quella frase cosi' tosta non viene quasi piu' usata. Ora e' sostituita da un semplice "per tutti i giorni della tua vita". Poi in Italia di matrimoni religiosi ne sono riconosciuti ufficialmente solo due o tre oltre a quello cattolico (il rito ebraico e forse un altro ce al momento non mi sovviene). Inoltre, parlando da persona che ha "solo" convissuto per dieci anni con la sua compagna (che io mi permetto di definire comunque mia moglie!) "finche' morte non ci ha separati" (e "nel dolore e nella malattia") mi permetto di sostenere che l'assenza di una formalizzazione dell'unione non incide sulla sua dignita'. Quanto ai pari diritti, il fatto di non averli rende semmai ancora piu' impegnativo il rapporto di esclusivita' del legame ed estremamente crudele tutto cio' che ne segue la fine per decesso di uno dei due. E' giusto che siano garantiti per legge? Non esiste ovviamente un'unica risposta, ma nella mia idea le leggi rappresentano l'organizzazione che una societa' si da ed il fatto che un fenomeno oggi significativo come la convivenza non venga considerato per opposizioni di tipo ideologico-religiose rappresenta un fallimento della capacita' di una societa' di rispondere ai suoi dinamismi ed alle sue novita'.


Scusa, la mancanza di diritti "da coppia sposata" rende ancora più impegnativo il rapporto di esclusività del legame? Intanto spiegami cosa intenti per "rapporto di esclusività del legame" e cosa vuol dire per te che sia ancora più impegnativo e quali diritti mancanti lo rendono tale.. non vorrei fraintendere. Circa quello che accade dopo la morte della/del compagno ti capisco, però, perché non vi siete sposati?

Vorrei ricordarti che a mezza via tra il matrimonio religioso e la convivenza esiste il matrimonio civile, quello in comune..
Quindi, per quale assurdo motivo si dovrebbe concedere qualche diritto "simil-matrimoniale" (qualsiasi esso sia) ad una "coppia di fatto" che, di fatto, ha solo evitato di formalizzare un impegno?

Le guardie giurate, prima di ricevere la pistola, giurano... niente giuramento niente status di guardia giurata. Mica si da la pistola a tutti quelli che 'promettono' di essere bravi ragazzi, no, è richiesto il giuramento formale. I diritti sono conseguenti ai doveri.

Se si vuole ottenere lo status ed i diritti di coppia ci si può sposare senza tirare in ballo alcuna religione, certo è un impegno formale, ma non vedo ragione alcuna per riconoscere gli stessi diritti a persone che non hanno intenzione di assumersi formalmente le dovute responsabilità. Se poi alcune coppie dimostrano, nella vita, di essersi assunte quelle responsabilità pur non avendo formalizzato il proprio impegno, buon per loro. Se si amano staranno bene ma i diritti di cui parliamo hanno poco a che fare con l'amore.. sono diritti burocratici, cose 'meccaniche', una pensione di reversibilità, ad esempio, cosa c'entra con l'amore? Chi evita il formalismo di un matrimonio (anche con rito civile in comune) poi non può richiedere i diritti (formali, meccanici) che ne sarebbero conseguiti.

L'unica cosa che le coppie di fatto meritano è il rispetto e la non-discriminazione, ma i diritti di coppia sono una cosa ben diversa e bisogna fare attenzione a non confonderle.

Comunque sia la formula usata nei matrimoni in chiesa oggi, che io sappia, evita solo il "finché morte non vi separi" ma mantiene "in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, nella buona e nella cattiva sorte". Sinceramente se dovessi sposarmi in chiesa esigerei la formula completa che è realmente rappresentativa di ciò che dovrebbe essere il matrimonio religioso, altrimenti tanto vale andare in comune.

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
gladium ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ecco Drugo (...a proposito, ciao è un po' che non ti leggevo..) come vedi i vs sono 2 tra i tanti modi di vedere il matrimonio...
L'importante a mio modo di vedere è che si stia assieme in modo consapevole e responsabile... il come poi ai fini pratici della vita di coppia può risultare ininfluente.


Ei.. i modi di vedere il matrimonio sono, giustamente, proprio due: il primo è in chiesa davanti a Dio e al proprio paese, il secondo è in comune davanti al sindaco e al proprio paese.

Perché la coppia di fatto non è un matrimonio: non ci si impegna formalmente davanti a Dio ne davanti al proprio paese, non ci si impegna formalmente davanti a nulla, al massimo ci si impegna "di fatto".. ma senza il vincolo dell'impegno formale.

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
drugospb ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Bell'argomento, caro Shrek (a proposito, come te la passi?? presto conto di venire a Mosca!!).


Ehehe.. vedrai che a Novembre mi farò una o due settimane a S.P...

Come me la passo? Bah.. Mosca non è certo la mia città ma offre sufficienti distrazioni per farsi voler bene.
Comunque sia le colline del Chianti e gli Appennini del Mugello sono la mia casa.. sono cresciuto tra Fiesole ed il Piazzale Michelangelo.. come ed in cosa Mosca città potrebbe competere?


(lo so, lo so, non importa che mi rispondi..!)

:lol:

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Shrek ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Vorrei ricordarti che a mezza via tra il matrimonio religioso e la convivenza esiste il matrimonio civile, quello in comune..
Quindi, per quale assurdo motivo si dovrebbe concedere qualche diritto "simil-matrimoniale" (qualsiasi esso sia) ad una "coppia di fatto" che, di fatto, ha solo evitato di formalizzare un impegno?

Se si vuole ottenere lo status ed i diritti di coppia ci si può sposare senza tirare in ballo alcuna religione, certo è un impegno formale, ma non vedo ragione alcuna per riconoscere gli stessi diritti a persone che non hanno intenzione di assumersi formalmente le dovute responsabilità. Se poi alcune coppie dimostrano, nella vita, di essersi assunte quelle responsabilità pur non avendo formalizzato il proprio impegno, buon per loro. Se si amano staranno bene ma i diritti di cui parliamo hanno poco a che fare con l'amore.. sono diritti burocratici, cose 'meccaniche', una pensione di reversibilità, ad esempio, cosa c'entra con l'amore? Chi evita il formalismo di un matrimonio (anche con rito civile in comune) poi non può richiedere i diritti (formali, meccanici) che ne sarebbero conseguiti.

L'unica cosa che le coppie di fatto meritano è il rispetto e la non-discriminazione, ma i diritti di coppia sono una cosa ben diversa e bisogna fare attenzione a non confonderle.



Tempo fa scrissi un post ( meno articolato come nel mio stile ) che esprimeva lo stesso concetto , quindi non posso che quotare quanto sopra .
Inoltre anche dal punto di vista burocratico la formalizzazione delle coppie di fatto non e' una cosa semplice , vi ricordate il ridicolo tentativo fatto dal governo Prodi ?

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Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Quoto totalmente Shrek. Stradaccordissimo col suo pensiero. :wink:

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Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Shrek ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Scusa, la mancanza di diritti "da coppia sposata" rende ancora più impegnativo il rapporto di esclusività del legame? Intanto spiegami cosa intenti per "rapporto di esclusività del legame" e cosa vuol dire per te che sia ancora più impegnativo e quali diritti mancanti lo rendono tale.. non vorrei fraintendere. Circa quello che accade dopo la morte della/del compagno ti capisco, però, perché non vi siete sposati?

Vorrei ricordarti che a mezza via tra il matrimonio religioso e la convivenza esiste il matrimonio civile, quello in comune..
Quindi, per quale assurdo motivo si dovrebbe concedere qualche diritto "simil-matrimoniale" (qualsiasi esso sia) ad una "coppia di fatto" che, di fatto, ha solo evitato di formalizzare un impegno?

Le guardie giurate, prima di ricevere la pistola, giurano... niente giuramento niente status di guardia giurata. Mica si da la pistola a tutti quelli che 'promettono' di essere bravi ragazzi, no, è richiesto il giuramento formale. I diritti sono conseguenti ai doveri.

Se si vuole ottenere lo status ed i diritti di coppia ci si può sposare senza tirare in ballo alcuna religione, certo è un impegno formale, ma non vedo ragione alcuna per riconoscere gli stessi diritti a persone che non hanno intenzione di assumersi formalmente le dovute responsabilità. Se poi alcune coppie dimostrano, nella vita, di essersi assunte quelle responsabilità pur non avendo formalizzato il proprio impegno, buon per loro. Se si amano staranno bene ma i diritti di cui parliamo hanno poco a che fare con l'amore.. sono diritti burocratici, cose 'meccaniche', una pensione di reversibilità, ad esempio, cosa c'entra con l'amore? Chi evita il formalismo di un matrimonio (anche con rito civile in comune) poi non può richiedere i diritti (formali, meccanici) che ne sarebbero conseguiti.

L'unica cosa che le coppie di fatto meritano è il rispetto e la non-discriminazione, ma i diritti di coppia sono una cosa ben diversa e bisogna fare attenzione a non confonderle.


Distinguiamo bene le cose: il matrimonio come sacramento ed impegno di fronte a Dio e quello come contratto sociale, di fronte alla comunita' civile.
Le due cose sono ben distinte ma vengono confuse dal Concordato che fa si che il matrimonio religioso abbia valenza anche civile.

Per chiarire bene la mia posizione, io sono credente e assolutamente favorevole all'impegno di fronte a Dio. Nota inoltre che io non pretendo un bel nulla. Il problema si pone perche' e' la societa' stessa a porlo, in quanto interessa una quantita' crescente di persone e rappresenta un'evoluzione dei
costumi e della concezione dei rapporti.

Allora si pongono due questioni, non una!
La prima e' che sono da rispettarsi tutti i matrimoni di fronte a Dio. Indipendentemente dal Dio. Se io sono Ortodosso o Scintoista, il mio impegno non e' meno sacro. Allora non facciamo un Concordato per dare la supremazia alla Chiesa Cattolica, ma offriamo a tutte le confessioni la possibilita' di inserire alla fine del loro rito la registrazione civile del legame.
La seconda e' che quello che tu chiami "il formalismo di un matrimonio" relativo all'acquisizione di diritti e doveri civili nell'ambito della societa' in cui vivi, sia che avvenga in Comune o come conseguenza di un Concordato, e' la formalizzazione di un modello di relazione esclusiva che non rappresenta piu' la maggioranza schiacciante delle scelte dei cittadini.
Allora laddove si parla di diritti e doveri civili, in una societa' e' importante seguire i cambiamenti degli stili e dei modelli di vita dei cittadini, perche' sono essi stessi a comporre la societa'. Nel mio caso, io sono passato attraverso le forche caudine del "non esistere" ai fini legali sia durante la malattia che dopo il decesso della mia compagna. Poco importa che sia stata proprio la malattia a far saltare il nostro progetto di "formalizzare" la nostra unione (tu ti sposeresti all'interno di un incubo, solo per acquisire dei diritti legali? E conseguentemente e' meno impegnativo come "dolore e malattia" perche' non l'ho formalizzato?). Nella societa' moderna costruire un rapporto esclusivo dipende da un numero infinito di variabili. Tanto per citarne qualcuna: la precarieta' del lavoro, le scelte di stabilita' abitativa e non ultimo il desiderio di prendersi un impegno con tutta la consapevolezza necessaria. Non sono i corsi prematrimoniali cattolici a rendere chiaro il significato di un tale impegno, io li trovo un'ipocrisia insopportabile, il solito "bollino blu" rituale ed inutile. E' la coscienza della coppia, il progetto di un futuro insieme. Non siamo piu' villici medievali ignoranti, le nostre scelte e le nostre responsabilita' le abbiamo davanti ben chiare. Possiamo scegliere di non vederle ma non far finta di esserne inconsapevoli.
Quello che mi stupisce nella societa' moderna e' che sono venuti meno anche diritti che una volta tutelavano la versione antica delle "coppie di fatto", i fidanzati! Una mia zia che oggi ha quasi novant'anni e' stata fidanzata per dieci prima di sposarsi, e c'erano regole precise anche per quello.
A me pare che se due persone vanno a vivere insieme ci sia un preciso intento ad impegnarsi in qualcosa. Vivere insieme non e' facile, impegno formale o meno! Vuole comunque dire mettere in comune risorse, fatica, tempo, sogni... E ignorare queste realta' rappresenta comunque un costo sociale, sia che si tratti dell'elemento debole di una coppia che si rompe e che magari si ritrova per strada, sia che si tratti di uno dei due che sopravvive all'altro e si trova con il caos amministrativo davanti. Ne risente il lavoro, la salute, i rapporti umani. Questo e' un costo sociale. Se abbastanza cittadini ne soffrono ne risente l'intera societa'.
Allora non si tratta di dire "essi sono uguali agli altri che si sposano" oppure "essi non esistono". Si tratta di ragionare sul significato e sulle modalita' in cui queste nuove situazioni di vita si debbano rapportare con la societa' in cui si trovano. Ci sforziamo un sacco per capire ed integrare modi e mentalita' straniere ma per i nostri concittadini che fanno scelte non tradizionali sentiamo solo intolleranza ed irritazione?
Ripeto, non pretendo nulla se non di poter esprimere le mie opinioni e possibilmente di essere ascoltato da chi e' interessato.
Ho fatto le mie scelte consapevolmente e ne ho sopportato responsabilmente le conseguenze.
L'unica cosa che contesto in maniera decisa e' che la formalizzazione dell'impegno costituisca motivo di supremazia morale.

morello
Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Per un matrimonio perfetto è essenziale il reciproco rispetto

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
Ochopepa ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Distinguiamo bene le cose: il matrimonio come sacramento ed impegno di fronte a Dio e quello come contratto sociale, di fronte alla comunita' civile.
Le due cose sono ben distinte ma vengono confuse dal Concordato che fa si che il matrimonio religioso abbia valenza anche civile.

Per chiarire bene la mia posizione, io sono credente e assolutamente favorevole all'impegno di fronte a Dio. Nota inoltre che io non pretendo un bel nulla. Il problema si pone perche' e' la societa' stessa a porlo, in quanto interessa una quantita' crescente di persone e rappresenta un'evoluzione dei
costumi e della concezione dei rapporti.

Allora si pongono due questioni, non una!
La prima e' che sono da rispettarsi tutti i matrimoni di fronte a Dio. Indipendentemente dal Dio. Se io sono Ortodosso o Scintoista, il mio impegno non e' meno sacro. Allora non facciamo un Concordato per dare la supremazia alla Chiesa Cattolica, ma offriamo a tutte le confessioni la possibilita' di inserire alla fine del loro rito la registrazione civile del legame.
La seconda e' che quello che tu chiami "il formalismo di un matrimonio" relativo all'acquisizione di diritti e doveri civili nell'ambito della societa' in cui vivi, sia che avvenga in Comune o come conseguenza di un Concordato, e' la formalizzazione di un modello di relazione esclusiva che non rappresenta piu' la maggioranza schiacciante delle scelte dei cittadini.
Allora laddove si parla di diritti e doveri civili, in una societa' e' importante seguire i cambiamenti degli stili e dei modelli di vita dei cittadini, perche' sono essi stessi a comporre la societa'. Nel mio caso, io sono passato attraverso le forche caudine del "non esistere" ai fini legali sia durante la malattia che dopo il decesso della mia compagna. Poco importa che sia stata proprio la malattia a far saltare il nostro progetto di "formalizzare" la nostra unione (tu ti sposeresti all'interno di un incubo, solo per acquisire dei diritti legali? E conseguentemente e' meno impegnativo come "dolore e malattia" perche' non l'ho formalizzato?). Nella societa' moderna costruire un rapporto esclusivo dipende da un numero infinito di variabili. Tanto per citarne qualcuna: la precarieta' del lavoro, le scelte di stabilita' abitativa e non ultimo il desiderio di prendersi un impegno con tutta la consapevolezza necessaria. Non sono i corsi prematrimoniali cattolici a rendere chiaro il significato di un tale impegno, io li trovo un'ipocrisia insopportabile, il solito "bollino blu" rituale ed inutile. E' la coscienza della coppia, il progetto di un futuro insieme. Non siamo piu' villici medievali ignoranti, le nostre scelte e le nostre responsabilita' le abbiamo davanti ben chiare. Possiamo scegliere di non vederle ma non far finta di esserne inconsapevoli.
Quello che mi stupisce nella societa' moderna e' che sono venuti meno anche diritti che una volta tutelavano la versione antica delle "coppie di fatto", i fidanzati! Una mia zia che oggi ha quasi novant'anni e' stata fidanzata per dieci prima di sposarsi, e c'erano regole precise anche per quello.
A me pare che se due persone vanno a vivere insieme ci sia un preciso intento ad impegnarsi in qualcosa. Vivere insieme non e' facile, impegno formale o meno! Vuole comunque dire mettere in comune risorse, fatica, tempo, sogni... E ignorare queste realta' rappresenta comunque un costo sociale, sia che si tratti dell'elemento debole di una coppia che si rompe e che magari si ritrova per strada, sia che si tratti di uno dei due che sopravvive all'altro e si trova con il caos amministrativo davanti. Ne risente il lavoro, la salute, i rapporti umani. Questo e' un costo sociale. Se abbastanza cittadini ne soffrono ne risente l'intera societa'.
Allora non si tratta di dire "essi sono uguali agli altri che si sposano" oppure "essi non esistono". Si tratta di ragionare sul significato e sulle modalita' in cui queste nuove situazioni di vita si debbano rapportare con la societa' in cui si trovano. Ci sforziamo un sacco per capire ed integrare modi e mentalita' straniere ma per i nostri concittadini che fanno scelte non tradizionali sentiamo solo intolleranza ed irritazione?
Ripeto, non pretendo nulla se non di poter esprimere le mie opinioni e possibilmente di essere ascoltato da chi e' interessato.
Ho fatto le mie scelte consapevolmente e ne ho sopportato responsabilmente le conseguenze.
L'unica cosa che contesto in maniera decisa e' che la formalizzazione dell'impegno costituisca motivo di supremazia morale.


Circa la natura del concordato ti avevo già risposto in questo 3d ma sembra che non hai capito.. ed invece di rispondere alle mie posizioni ti ripeti come un giradischi.
Hai il dente avvelenato per quanto ti è successo, comprensibile, ma le leggi non vanno pensate per i singoli.

La seconda frase che ho messo in neretto è una enorme stronzata: i fidanzati dell'epoca di tua zia non potevano nemmeno fare due passi da soli, figurarsi vivere insieme, e tu vorresti rapportarli alle coppie di fatto di oggi??? Inoltre le regole precise di cui parli erano regole comportamentali sociali, non leggi, erano "regole", "costumi", "tradizione" chiamale come ti pare ma con la storia delle coppie di fatto non c'entrano un cavolo.

Ultima modifica di Shrek il 15 Ottobre 2008, 7:40, modificato 2 volte in totale
Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
gladium ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ecco Drugo (...a proposito, ciao è un po' che non ti leggevo..) come vedi i vs sono 2 tra i tanti modi di vedere il matrimonio...
L'importante a mio modo di vedere è che si stia assieme in modo consapevole e responsabile... il come poi ai fini pratici della vita di coppia può risultare ininfluente.


Ciao caro Gladium, è un piacere ritrovarmi a conversare con persone come te (sono stato assente principalmente per motivi di lavoro - 4 settimane di fila di trasferte).

E' vero che in pratica poi i problemi ci sono sempre e le mandate a quel posto non si contano, ma ho voluto sottolineare nel mio intervento che nella coppia (almeno nella nostra) ci si tende a quei valori che devono essere alla base... non è una promessa alla cieca (davanti a Dio o nei confronti di se stessi, che per un credente possono corrispondere)... è uno sforzo che si fa, un sacrificio per un qualcosa di più Grande...


Shrek ha scritto: [Visualizza Messaggio]
drugospb ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Bell'argomento, caro Shrek (a proposito, come te la passi?? presto conto di venire a Mosca!!).


Ehehe.. vedrai che a Novembre mi farò una o due settimane a S.P...

Come me la passo? Bah.. Mosca non è certo la mia città ma offre sufficienti distrazioni per farsi voler bene.
Comunque sia le colline del Chianti e gli Appennini del Mugello sono la mia casa.. sono cresciuto tra Fiesole ed il Piazzale Michelangelo.. come ed in cosa Mosca città potrebbe competere?


(lo so, lo so, non importa che mi rispondi..!)

:lol:


Cosa risponderti, caro Shrek... hai indubbiamente ragione... la Toscana è pur sempre la Toscana e scusami se, insieme alla Sicilia, è la regione italiana più conosciuta al mondo, non solo per essere la terra natia di Dante e di altri numerosi importanti artisti italiani, ma anche e soprattutto per le sue bellezze naturali...

Ti aspetto a Piter... sappi sin da ora che dal 17 al 21 sarò fuori, forse anche un giorno a Mosca... ed il 26 rientro in Italia...

Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
@ DRUGO: sicuramente bisogna cercare di mirare a costruire un qualche cosa di importante per la coppia, in modo responsabile e consapevole.

@ Shrek : certo, ai fini legali i modi di vedere il matrimonio sono solo e solamente 2. Parlavo del rapporto personale che si instaura tra le 2 persone che, a mio parere, se lo possono gestire come pensano meglio. L' importante è che vadano daccordo tra loro...

@ Ochopepa : mi pare che il matrimonio religioso può essere di tipo non concordatario ( il prete non legge gli articoli del codice civile alla fine della cerimonia...), in questo caso per lo stato il matrimonio NON ha valore.

Profilo PM  
Titolo: Re: "..in Salute E In Malattia, In Ricchezza E In Pover
[quote user="gladium" post="6625749@ Ochopepa : mi pare che il matrimonio religioso può essere di tipo non concordatario ( il prete non legge gli articoli del codice civile alla fine della cerimonia...), in questo caso per lo stato il matrimonio NON ha valore.[/quote]

il matrimonio religioso, infatti, è detto anche di coscienza, ovvero non deve essere vincolato ai diritti-doveri civili.


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