Aleksandr Sokurov


Titolo: Aleksandr Sokurov
Stanotte sui Rai 3:
IMPERO
(Ampir, Russia 1986, col. dur. 32'12”)
Regia di Aleksandr Sokurov
Tratto da Sorry Wrong Number, radiodramma di Lucille Fletchler alla base dell'omonimo film di Anatole Litvak. Nel ruolo della donna costretta a letto, in
pericolo di vita, la ballerina Alla Osipenko.

Titolo:
Stanotte? Non sai a che ora, Luca?
Di solito queste cose le danno in orari veramente improbabili... :-?

Profilo PM  
Titolo:
No.... sicuramente dopo l'una..... credo in prima nottata..... io metto il registratore con una cassetta lunga e spero di beccarlo.....

Titolo:
блин! Ho il VCR rotto :evil:
Me lo vengo a vedere da te, allora :-D

Profilo PM  
Titolo:
Ma non capite che la rai mette certi programmi (molto spesso più interessanti di quelli in prima serata) così tardi, a notte fonda, in modo da essere sicuri che la gente è già  a casa e può godersi il film in tutta tranquillità .

Titolo:
Diciamo che è una caratteristica di Fuori Orario : cose mai viste di Ghezzi.
RAI3 .

Mr.G

Profilo PM  
Titolo:
[quote:41d51f326d="Mr.G"]Diciamo che è una caratteristica di Fuori Orario : cose mai viste di Ghezzi.
RAI3 .

Mr.G[/quote:41d51f326d]
Diciamo allora a Ghezzi che quelle [color=red:41d51f326d]cose non sono mai viste[/color:41d51f326d] :-D

Titolo:
La nottata di Fuori Orario è stata interessante. Due film a confronto che partono da uno stesso soggetto tratto da Sorry Wrong Number, radiodramma di Lucille Fletchler. "Impero" di Sokurov e "Il terrore corre sul filo" di Litvak. Il primo è essenziale, dialoghi quasi inesistenti,una sola attrice, attenzione massima alle immagini che vengono stilizzate e rarefatte a tal punto di farle divenire diapositive..... anzi, icone. Sokurov ha dell'immagine un'attenzione e una cura tipica di un devotissimo pittore di madonne, ma prende dall'Oriente quei silenzi e quella ricerca di un vuoto interiore che ricordano lo zen giapponese.
Ma non riesco ad avere i suoi tempi che sembrano dilatarsi all'infinito. La telecamera appena si muove, tutto è talmente dilatato che mi verrebbe voglia di prendere il televisore e di gettarlo in strada. Più di Tarkowskj ( di cui mi sembra fratello) mi viene voglia di sgozzarlo vivo tale è il mio disappunto su''impossibilità  di seguire una sua storia. Sokurov è l'anticinema.
Il film di Litvak è un capolavoro,una piccola bomboniera, è del 48 con uno splendido Burt Lancaster. Se si escludono alcune lungaggini di sceneggiatura tutto è ben articolato, gli attori sono bravissimi, la storia è movimentata ed avvincente, la telecamera compie movimenti sempre pertinenti, mai offendendo l'occhio dello spettatore: eppure quasi tutto il film si svolge in interni e precisamente in una camera da letto. E' fresco e movimentato come spento e monotono sa essere Sokurov. Litvak riesce a catturare l'attenzione come Sokurov riesce a far cambiare canale anche a un monco sprovvisto di telecomando.... Insomma, due capolavori a confronto..... spero di non avervi annoiato con le mie considerazioni mentre mangio piselli ai pomodorini pachino rifatti con il coniglio... Ok, buona notte passo e chiudo. :-)

Titolo:
Ho visto ieri notte "Dialoghi con  Solženicyn". Li avevo già  visti tempo fa. Stranamente Sokurov non muove la telecamera in modo così lento da mandargli 100 accidenti..... anzi, dialoga con lo scrittore in modo vivissimo.
Interessante.
E poi è una grande emozione ascoltare  Aleksandr Solženicyn. Sembra l'ultimo dei Titani della letteratura russa: un pezzo di storia sacra.
Molto interessante.


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