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Ucraini col cedolino bloccati mentre rientravano in Italia
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Ucraini col cedolino bloccati mentre rientravano in Italia    
  
La polizia frontiera di Polonia e Ungheria non sembra informata del permesso di transito nell’area Schengen. Il Viminale: “Ci siamo già attivati, soluzione in pochi giorni”
Roma – 16 gennaio 2008 - Gli ucraini che lavorano nel nostro Paese spesso decidono di tornare a casa in macchina. Il viaggio è lungo, ma può essere più conveniente rispetto a un volo e permette di riempire il bagagliaio di regali all’andata, di provviste al ritorno.

Questo Natale si sono lanciati nell’impresa anche tanti immigrati con il permesso in fase di rinnovo, visto che stavolta con la ricevuta della domanda di rinnovo  potevano attraversare anche tutte le frontiere dell’area Schengen. Una facilitazione concessa temporaneamente da Bruxelles su richiesta del nostro Ministero dell’Interno, come spiega questa circolare.

Per molti però il ritorno si è trasformato in un’odissea. Quando, a seconda del percorso scelto, hanno tentato di attraversare l’Ungheria o la Polonia, hanno trovato la strada sbarrata da poliziotti di frontiera che non riconoscevano alcuna validità al prezioso fogliettino rilasciato dall’ ufficio postale.

L’associazione Cristiana Ucraini in Italia ha raccolto decine di segnalazioni di connazionali bloccati. “I più fortunati sono riusciti a passare dopo una lunga attesa di 15-20 ore pagando un visto di transito di 80 euro. Altri dovevano tornare in Ucraina per poi recarsi in Ambasciata Italiana a Kyiv per ottenere un visto di reingresso” spiega il presidente Oleksandr Horodetskyy.

Vasyl Piekh, che il 12 gennaio cercava di tornare a Roma a Livn (Leopoli),  è stato bloccato dalla polizia polacca: “Mi hanno detto che non potevo attraversare la Polonia senza un permesso di soggiorno valido o un visto, e non sapevano niente della circolare del ministero dell’Interno. Sono tornato a Lviv e dopo aver fatto la fila al Consolato di Polonia per ottenere un visto di transito ho ricevuto la risposta di andare nell’Ambasciata Italiana e chiedere un visto di rientro”.

“Conosco più di 60 casi del negato rientro ai cittadini ucraini in possesso della ricevuta di Poste Italiane e permesso di soggiorno scaduto, che si sono verificati alla frontiera ungherese” racconta invece Mario Tronca, Presidente dell’Associazione Culturale Cristiana Italo-Ucraina di Roma. A molti degli ucraini bloccati sarebbe stato “proposto di pagare 100 euro per un visto di transito, una cosa che ritengo ingiusta e scorretta”.

Casi di lavoratori bloccati alle frontiere sono stati segnalati anche dalla Cgil. “Abbiamo chiesto al Viminale di informare meglio tutte le autorità straniere. Non c’è solo l’aerea Schengen, pensiamo anche a chi per tornare in India o in un paese africano fa diversi scali e ogni volta rischia di essere fermato” denuncia Umberto Saleri dell’Ufficio Immigrazione. “Il problema di fondo, al di là dei provvedimento tampone, rimangono i tempi dei rinnovi, inaccettabilmente lunghi”.

I problemi riscontrati in Ungheria e Polonia erano forse prevedibili. La circolare del Viminale è del 12 dicembre, l’ok da Bruxelles sarà arrivato qualche giorno prima. Ma Polonia e Ungheria  sono entrati nell’area Schengen solo il 21 dicembre e nella formazione della polizia di frontiera difficilmente sarà rientrata anche quell’agevolazione temporanea valida solo per gli immigrati in Italia...

“La situazione si risolverà entro pochi giorni” assicurano comunque dal Ministero dell’Interno. “Abbiamo già avuto un incontro con il console ungherese in Italia e ci ha assicurato che informerà subito il suo governo. Inoltre in questi giorni si riunirà a Lubjana il comitato strategico immigrazione e i rappresentanti dell’ Italia, Polonia e Ungheria avranno modo di chiarirsi”.

fonte stranieriinitalia
 




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Andrea
 
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