PER RICORDARE IL REGISTA MEJERCHOL'D
L'Aquila, 28 feb.- E’ stato probabilmente il maggiore regista del Novecento, sicuramente quello...
...che ha lasciato la traccia più profonda e tragica nella vicenda del teatro del secolo scorso: Vs. E. Mejerchol’d, il cui stile e le cui straordinarie anticipazioni sulle dinamiche della recitazione e della costruzione dello spettacolo sono tutt’oggi al centro di un vastissimo interesse in tutto il mondo.
Alla sua figura e alla sua opera l’Università degli Studi dell’Aquila dedica una giornata di studi, il prossimo 2 marzo, con la partecipazione di Fausto Malcovati, ordinario di Letteratura Russa all’Università Statale di Milano e massimo studioso di Mejerchol’d in Italia, e Claudio Paternò, fondatore del Centro Internazionale di Studi sulla Biomeccanica Teatrale di Perugia. Proprio alla biomeccanica, il complesso sistema di preparazione dell’attore sviluppato da Mejerchol’d e solo recentemente riscoperto in Russia, di cui Paternò è tra i pochissimi esperti in Italia, è dedicata la sessione della mattina, mentre nel pomeriggio il prof. Malcovati traccerà il profilo intellettuale e stilistico di Mejerchol’d. La manifestazione, organizzata dalla Cattedra di Letteratura Russa, avrà inizio alle ore 9,30 presso la sala “V. Rivera” della Facoltà di Lettere e Filosofia, in via Camponeschi 2.
Ma chi è MEJERCHOL'D?
Biografia di Vsevolod Emil'evic Mejerchol'd
1874 Nasce a Penza, il 10 Febbraio, ottavo figlio di un proprietario di distilleria, di origine tedesca.
1890 Partecipa ad alcuni spettacoli filodrammatici interpretando fra l’altro Repetilov in “Che disgrazio l’ingegno!” di Griboedov (anche aiuto regista).
1892 Muore il padre e la situazione economica della famiglia diventa difficile.
1895 Termina il ginnasio a Penza, si trasferisce a Mosca e si iscrive alla facoltà di giurisprudnza. In estate torna a Penza e continua la sua attività filodrammatica.
1896 Sostiene l’esame di ammissione alla scuola di recitazione della Società Filarmonica moscovita, diretta da Nemironovic-Dancenko e viene ammesso al secondo anno. Sposa Olga Michajlovna Munt.
1898 Terminato il corso (ha come compagni Olga Knipper che diventerà moglie di Cechov e Moskvin) viene scritturato da Stanislavskij e Nemirovic-Dancemko, fondatori del Teatro d’Arte. Il suo primo ruolo è quello del principe Suiskij ne “ Lo zar Fedor Joannovic “ di A. K. Tolstoj, spettacolo inaugurale del nuovo teatro.
1898-1902 Lavora come attore nel Teatro d’Arte, interpretando 18 personaggi, fra cui il principe d’Aragona ne “ Il mercante di Venezia” di Shakespeare, il marchese di Forlimpopoli ne “La Locandiera” di Goldoni, Treplev ne “Il gabbiano” di Cechov, Tiresia in “Antigone” di Sofocle, Ivan il Terribile in “La morte di Ivan il Terribile” di A. K. Tolstoj, Tuzenbach in “Le tre sorelle” di Cechov, Petr in “Piccoli boghesi” di Gor’kij.
1902-1904 Esce dal Teatro d’Arte, organizza una propria compagnia (Compagnia del nuovo dramma) e si trasferisce in provincia, prima a Cherson poi a Tiflis. Mette in scena circa 170 lavori, fra cui “Tre sorelle”, “Zio Vanja”,”Il gabbiano”, “Ivanov”, “Il giardino dei ciliegi”, di Cechov, “I villeggianti”, “Bassifondi” di Gor’kij, “La potenza delle tenebre”di L. N. Tolstoj e altri lavori di Ostrovskij, Hauptmann, Ibsen, A. Tolstoj, Schnitzler, Maeterlink. Affianca all’attività di regista anche quella di attore.
1905 Viene invitato da Stanislavskij a dirigere al suo fiaco il Teatro-Studio, una filiale del Teatro d’Arte con intenti sperimentali. Vengono preparati due spettacoli, “La morte di Tintagiles” di Maeterlink e “Schluck” e “Jau” di Hauptmann. Il teatro non viene aperto per varie ragioni, fra cui una certa perplessità di Stanislavskij sui risultati della compagnia e considerazioni di carattere politico (rivoluzione 1905).
1906-1907 Viene chiamato a Pietroburgo da Vera Komissarzevskaja, una delle più grandi attrici del primo Novecento, come principale regista del suo teatro. Mette in scena 13 spettacoli fra cui “Hedda Gabler” e “Casa di Bambola” di Ibsen, “Suor Beatrice” e “Il miracolo di Sant’Antonio” di Maetedlink, “Il baraccone da fiera” di Blok, “Vita di un uomo” di Andreev “Risveglio di primavera” di Wedekind, “La vittoria della morte”di Sologub. La collaborazione con l’attrice si rivela sempre più difficile e culmina con l’estromissione del regista dal teatro prima del termine del contratto.
1908-1918 Viene chiamato come regista ai Teatri Imperiali, dove lavora ininterrottamente per dieci anni. Mette in scena al Teatro Aleksandrinskij lavori di Hamsun, Molière, L. N. Tolstoj, Sologub, Pinero, Lermontov (il famoso “Ballo in maschera” andato in scena alla vigilia della rivoluzione), Z. Gippius, Calderon, Shaw, Ostrovskij, Suchovo-Kobylin, Ibsen; al teatro Mariinskij inizia la sua attività di regista lirico mettendo in scena “Tristano e Isotta” di Wagner, “Orfeo e Euridice” di Gluck, “Elettra” di Strauss, “La fanciulla di neve” di Rimskij-Korsakov. La maggior parte delle scenografie è firmata da A. Golovin.
1913 Esce “Teatro: libro sul nuovo teatro”, raccolta di articoli, gran parte dei quali pubblicati negli anni precedenti.
Mette in scena al Teatro Chatelet di Parigi “La Pisanella” di G. D’Annunzio (in francese) con Ida Rubistein come protagonista.
1913-1918 Accanto al lavoro registico nei Teatri Imperiali, svolge attività pedagogica e sperimentale, aprendo uno Studio dove fra le materie inserisce tecniche del movimento, commedia dell’arte, lettura ritmica, uso della maschera. Nei saggi pubblici mette in scena fra l’altro due lavori del poeta simbolista Aleksandr Blok, “La sconosciuta” e “Il baraccone da fiera”.
1914-1916 Esce una rivista da lui diretta, “L’amore delle tre melarance ”, dove con lo pseudonimo di Dottor Dappertutto svolge attività pubblicistica.
1915-1916 Inizia l’attività cinematografica: firma la regia de “Il ristratto di Dorian Gray” tratto dal romanzo di Oscar Wilde ( interpreta il personaggio di lord Henry) e “Un uomo forte” tratto da un racconto di Przybyszewski (interpreta il poeta).
1917 Aderisce alla rivoluzione e partecipa all’organizzazione e all’attività di alcune associazioni artistiche rivoluzionarie (Associazione Operatori Artistici, Associazione registi, ecc.).
1918-1919 Dirige la Sezione Teatrale del Narkompros (Commissariato per l’istruzione popolare) a Pietrogrado, dopo che la Sezione centrale si è spostata a Mosca.
Diventa membro del partito.
1918 Nel primo anniversario della rivoluzione mette in scena con una compagnia di fortuna “Mistero buffo” di Majakovskij.
1919 Arrestato dai bianchi durante un periodo di cure nel sud della Russia, viene detenuto nella prigione di Novorossijsk.
1920-1921 Torna a Mosca dove Lunacarskij gli affida la direzione della Sezione Teatrale del Narkompos di Mosca, carica che tiene un solo anno. Organizza un teatro che chiama Teatro RSFSR I. Mette in scena “Albe” di Verhaeren e “Mistero buffo” di Majakovskij (seconda versione).
1921 Organizza un Laboratorio registico (GVTM: Gosudastvennye Vysie Rezisserskie Masterskie) dove continua i suoi esperimenti sul movimento e la mimica. Comincia a porre le basi teoriche della biomeccanica. fra gli allievi c’è Zinajda Rajch, che diventerà la sua seconda moglie e interprete dei suo principali spettacoli.
1922 Con un gruppo di allievi fonda il Teatro dell’attore, dopo la chiusura per ordine governativo, del Teatro RSFSR I. Mette in scena “Casa di bambola” di Ibsen e “Le cocu magnifique” di Crommelink. Esce un suo scritto in forma di brossura “L’emploi dell’attore”.
1923-1938 Nasce il Teatro Mejerchol’d, dove il regista lavora fino alla chiusura, firmando le sue regie più famose: “La foresta” di Ostrovskij (1924), “D.E.” di Erenburg e Kellermann (1924), “Il maestro Bubus” di Fajko (1925), “Il Mandato” di Erdman (1925), “Il revisore” di Gogol’ (1926), “Che disgrazia l’ingegno!” di Griboedov (1928), “La cimice” di Majakovskij (1929), “Kommandarm 2” di Sel’vinskij (1929), “Il bagno” di Majakovskij (1930), “Ultimo decisivo” di Visnevskij (1931), “L’elenco delle benemerenze” di Olesa (1931), “L’introduzione” di German (1933), “Le nozza di Krecinskij” di Suchovo-Kobylin (1933), “La signora delle camelie” di Dumas (1934), “Trentatrè svenimenti” tre atti unici di Cechov (1935). Nel 1936 e 1937 lavora alla messa in scena di “Boris Godunov” di Puskin e “Come fu temperato nell’acciaio” di N. Ostrovskij, ma entrambi gli spettacoli non vengono autorizzati.
1930 Esce un suo breve scritto “La ricostruzione del teatro”.
1932 Iniziano i lavori per la costruzione di un grande teatro, il cui progetto è studiato dal regista con un gruppo di architetti. Non verrà portato a termine: oggi è una sala da concerti.
1933 Nuova edizione al Teatro Puskin di Leningrado di “Un ballo in maschera” di Lermontov.
1935 Mette in scena al Piccolo Teatro d’opera di Leningrado “La dama di picche” di Cajkovskij.
1938 Viene chiuso per ordine governativo il Teatro Mejerchol’d
1938-1939 Viene chiamato da Stranislavskij a dirigere il Teatro d’opera Stanislavskij. Completa la messinscena di “Rigoletto” che Stanislavskij lascia inconpiuta (muore nel 1938).
1939 Viene arrestato.
1940 Muore fucilato.
1955 Viene ufficialmente riabilitato come vittima della repressione stalinista.
da “L’Ottobre teatrale” a cura di Fausto Malcovati ed. Feltrinelli