E' in edicola l'ultimo numero della rivista Limes - http://www.limesonline.com - dal titolo LA RUSSIA IN CASA, dedicata alla Russia.
Di seguito l'indice e un estratto dell'editoriale. http://www.limesonline.com/archivio.htm
Buona lettura.
Paka Rago
LIMES n.6/2006
LA RUSSIA IN CASA
Editoriale - Eurussia?
PARTE I LA RICONQUISTA
Vitalij TRET’JAKOV - Manifesto della Grande Russia
Andrej BUNICˇ - Dal furto al balzo strategico
Piero SINATTI - Il ballo della debuttante. Così Mosca si affaccia sui mercati globali
Viktor MJASNIKOV - Dall’Armata rossa all’Armata russa:
le cifre del declino
Paolo SARTORI - La Transnistria chiave del Caucaso?
Viatcheslav AVIOUTSKII - I padroni di Kiev
Anatolij OREL - L’Ucraina torna a casa
Mauro DE BONIS - Bush non sfonda in Georgia
(in appendice un’intervista a Salome ZURABISHVILI:
In Georgia le rose stanno appassendo)
Piero SINATTI - Il Caucaso russo tra Mosca e Grozny
Cecilia TOSI - Azeri sull’orlo di una crisi di nervi
Igor JELEN - Il Kazakistan, fragile colosso
PARTE II EURUSSIA versus EURAMERICA
Massimo NICOLAZZI - Cucinare con Gazprom
Gianni DE MICHELIS - Dalla Russia la sfida che può rilanciare l’Europa
Giovanni DEL RE - Non solo saune. Mosca e Berlino sono partner veri
Fausta SPERANZA - Vodka, caviale e affari all’ombra del Big Ben
Emanuela C. DEL RE - L’impero del patriarca
Mikhail MARGELOV - Washington ci capisce
Vasilij MIKHEEV - Putin teme la coppia Pechino-Washington
Ezio FERRANTE - La spartizione dell’Artico
Roberto NOCELLA - Da Castro a Chávez: la riscoperta russa dell’America Latina
Anna MASLOVA - Ritorno in Africa
Gabriele CIAMPI - Noi, la Russia
PARTE III NEL VENTRE DEL GIGANTE
Giulietto CHIESA - La democrazia dello zar
Angelantonio ROSATO - E dopo Putin?
Dmitrij SABOV - Nazionalismo proletario
Aleksandr MALISˇEV - Di chi è la Siberia
Margherita BELGIOJOSO - Dal’nij Vostok, il ‘pericolo giallo’ tra mito e realtà
liMes IN PIÙ
Gastone BRECCIA - Adieu, Herr von Clausewitz
Davide URSO - Il futuro della Cina si gioca nelle campagne
Pietro MESSINA - Cosa Nostra guarda a oriente
Daria BONFIETTI - Ustica, il passato che non passa
editoriale Limes n.5 2006,
(prima pagina)
EURUSSIA?
PUTIN VUOL PASSARE ALLA STORIA COME IL DECOLONIZZATORE DELLA RUSSIA. Il leader provvidenziale che ha ereditato le rovine dell’impero sovietico e ha posto le basi per un nuovo impero russo. Il quinto, dopo quelli di Kiev (circa 850-1240), di Mosca (circa 1400-1605), dei Romanov (1613-1917) e dei bolscevichi (1918-1991), se accettiamo la classificazione dello storico britannico Philip Longworth.
Quando l’ex agente del Kgb salì al potere, il 7 maggio 2000, la Federazione Russa poteva apparire «un Alto Volta con missili nucleari, grandi atleti e silenziosi funzionari» o uno sceiccato fuori area. Un immenso buco nero assoggettato all’egemonia americana, divorato dagli oligarchi e dalla «famiglia» El’cin.
Pochi avrebbero scommesso allora sulla rinascita della potenza russa.
Ossia della Russia tout court. Giacché uno sguardo alla carta geografica
consente di stabilire che la Russia è potente o non è. Il suo spazio confina
infatti con tutti i protagonisti della geopolitica mondiale, effettivi o aspiranti: i primi a est (Stati Uniti, Cina e Giappone), i secondi a ovest (Unione Europea).
A sud Mosca affronta lungo le pendici del Caucaso la pressione islamista, mentre nelle steppe centrasiatiche gioca la partita per il controllo e lo smistamento delle risorse energetiche. Soprattutto, a ridosso delle sue frontiere, all’Oceano Artico al Baltico, dai Balcani al Mar Nero e all’Afghanistan, campeggia la Nato – l’America vestita da Occidente – la cui proiezione ormai illimitata eccita le fobie del Cremlino e ne rinnova la sindrome da accerchiamento. Conclusione: se il potere sullo spazio russo fosse troppo flebile o conteso fra potentati locali, interessati a spartirne le spoglie con i rispettivi protettori esterni, l’impero di Mosca scadrebbe a colonia. Esattamente il panorama offerto dalla Federazione Russa al crepuscolo
del secolo scorso...