Il Contadino Caduto In Miseria
Il Contadino caduto in miseria (Giovan Battista Niccolini)
Allor che lunghe, oscure
Notti l’autunno adduce,
Potette un ladro, e lesto assai di mano,
Penetrar nella casa d’un villano.
Giunto là, dove all’appartata cella
La volta, i muri, e il pavimento ingombrano
I rustici tesori,
Che il buon cuor raccolse
Con sudore infinito
Fece sì ben che vi lasciò pulito.
Id est tutto rubò: chi di danaro
Lascia allo scrigno, onde lo tolse, un resto,
Starei quasi per dirla, è un ladro onesto:
Grado merita, e titol d’Eccellenza;
Ma questo ladro non avea coscienza.
Ricco andò al letto il nostro contadino,
Ma spogliollo sì ben quel manigoldo,
Che sveglio si trovò senza un quattrino;
Nè al misero rimane
Che andar d’attorno a dimandar del pane.
Se avvien che in tanta povertade io resti
Deh! fa, padre del ciel, ch’io non mi desti!
Il misero villano
Si lagna e si tapina;
E la gente vicina
Tutta a sè tragge: ei d’amici e parenti
Qual di sventura in tempo e di periglio
Tosto raguna universal consiglio.
Chi mi soccorre, ei disse,
Nella miseria in ch’io caduto sono?
Allor ciascuno a disputar si diede
Con sì gravi maniere,
Che il senno dimostràr d’un consigliere.
Il compar Figiovanni
Dicea: signor sapiente
Non si vantan ricchezze impunemente.
E Filipetro a lui: caro fratello,
Non altro a dir n’avanza
Che costruir conviene un’altra volta
Più vicina la stanza
Ove stà la raccolta.
Ecco l’avviso mio, Nencio, tacete
Allor gridò: che chiacchiere indiscrete!
Per me non trovo male
Che sia lungi il granajo;
Tenga un can da pagliajo,
Buona guardia e mordace.
E il nostro amico d’ajutar mi piace.
La mia cagna fedele
Ha partorito: un suo figliuolo a scelta
Si tolga: a lui con tutto il cuor lo dono.
Volentier me ne privo: ho per costume
Dei parti suoi farne un regalo al fiume.....
In somma ognun gli espose
Il senno suo: di belli esempi un monte
Sulla casa arrecò, sul manigoldo;
Ma a dirla a voi, nessun gli offerse un soldo...
Così va il mondo: in povertà caduto
Trovi consigli, e nei consigli accusa,
Ma poi qual mano ai tuoi bisogni è schiusa?
Anche l’amico divien sordo e muto.
G.B. Niccolini
http://www.larici.it/culturadellest/letteratura/krylov/13.htm