Il Cavaliere errante (E. Petroni)
Un certo Cavalier dei tempi eroici
Grandi avventure d’ir cercando immagina,
E di far guerra ai maghi, e agl’incantesimi.
S’arma, ed il mio destrier, disse, recatemi;
Ma sulla staffa il piè prima di mettere
Parlar volle al destriero in questi termini.
«M’odi, fedele e coraggioso pegaso;
«Passa i campi, le selve, i monti inospiti,
«Prendi ‘l cammin che vuoi, come di nobil e
«Vera cavalleria le leggi esigono;
«Tale il scerrai che noi guidi alla gloria
«Quando dato a me sia di render docili
«Tanti che al mondo son mostri malefici,
«E regal donna della Cina in premio
«Torre per moglie, e più di un regno vincere,
«Amico, allor le tue fatiche e angustie
«Non scorderò; vogl’io tutta dividere
«Teco la gloria mia, vo’ che magnifica
«Qual palagio per te stalla si fabbrichi
«E ne la state i paschi abbi più fertili.
«Or privo fin di biada, intanto, o povero
«Amico mio, ti stia sovente, e bevere
«Non puoi che torbid’acqua; e allor dell’aureo
«Orzo tu avrai per nutrimento in copia,
«E bevanda di miel la sete a estinguere.
Il cavalier, ciò detto, in sella gettasi,
E lascia affatto in abbandon le redini.
Ma che! il destriero sciagurato in cambio
Di trarlo in cerca di si belle glorie,
Sai dove andò? Verso la stalla subito.
E. Petroni
http://www.larici.it/culturadellest/letteratura/krylov/20.htm