La Corte costituzionale boccia per la terza volta la legge sull'immigrazione. Stavolta cade la norma che impedisce la regolarizzazione di uno straniero che ha subito una denuncia. Il ministro Castelli: «Ci adegueremo». Bindi: «Per fortuna c'è la Consulta». Verdi e Prc: legge da abrogare
MANUELA CARTOSIO
Per Marco Paggi, dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione, «era solo questione di tempo». L'incostituzionalità era talmente evidente che la Consulta non poteva far altro che rifilare un altro ceffone alla Bossi-Fini. La Corte costizionale ha dichiarato illegittimo non regolarizzare un extracomunitario solo perchè denunciato per un reato che prevede l'arresto obbligatorio o facoltativo in flagranza. La norma lede l'articolo 3 della Costituzione che sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Il principio della presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva vale anche per gli immigrati. Una denuncia non è «indice di una inclinazione a delinquere». Tanto meno è una condanna. Da essa, quindi, non può «automaticamente» derivare il rigetto della domanda di regolarizzazione.
Laconica e obbligata la reazione del ministro della giustizia Castelli: «Ci adegueremo, come abbiamo sempre fatto». «Per fortuna c'è la Consulta», gioisce Rosi Bindi per la Margherita. «Una ragione in più per abrogare la Bossi-Fini per intero», affermano Verdi e Prc.
La questione di legittimità costituzionale, sollevata dal tribunale di Vicenza e di Prato, verteva sull'articolo 33 della Bossi-Fini e sull'articolo 1 della legge 222, inerente la legalizzazione del lavoro irregolare degli extracomunitari. Entrambi negavano la regolarizzazione degli stranieri denunciati per reati per i quali gli articoli 380 e 381 del codice di procedura penale prevedono l'arresto obbligatorio o facoltativo in flagranza. Furto, rapina, spaccio di droga, violenza o minaccia a pubblico ufficiale. Ma anche la più blanda resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni personali (magari inventate da un datore di lavoro che vuol disfarsi di un estracomunitario), l'uso di documenti falsi, attaccarsi ai cavi dell'energia elettrica in un casolare abbandonato. «L'ampio spettro di reati ha determinato un ampio impedimento alla regolarizzazione», afferma un altro aderente all'Asgi, Massimo Pastore. Sono tanti gli extracomuniati che, presentatisi in Questura a ritirare il sospirato permesso, sono stati impacchettati ed espulsi. «Molti non sapevano neppure d'avere una denuncia». In alcuni casi si sono fatte espulsioni «senza accorgersi» che nel frattempo la denuncia era stata ritirato o che il reato era stato prescritto. Castelli, bontà sua, dice «ci adegueremo». Per il futuro è un obbligo. «Ma per il passato?», domanda Pastore. Saranno riviste tutte le regolarizzazione bocciate perchè sul richiedente pendeva una denuncia? Come si farà a rintracciare quelli che costretti a lasciare l'Italia?
Istituire un diritto «speciale» per gli extracomunitari è il vizio d'origine della Bossi-Fini. La Consulta, ogni volta che interviene, la boccia perchè il diritto non può essere «duale». Quella di ieri è la terza sentenza avversa alla legge tanto voluta dalla destra. Il governo ha reagito mettendo delle pezze che a loro volta sollevano dubbi di incostituzionalità (è il caso della competenza affidata ai giudici di pace di mettere il timbro sulle espulsioni). La Consulta, ironizza l'avvocato Paggi, ha ancora molto da lavorare sulla Bossi-Fini. I ricorsi presentati sono circa 600. «Se si abroga, si fa prima». Salvando il comma 22 dell'articolo 22, concede l'esponente dell'Asgi. «Prevede espressamente il diritto di proseguire il rapporto di lavoro o di instaurarne uno nuovo per l'extracomunitario in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno».
Che la Costituzione debba valere per tutti, a prescindere dal luogo di nascita e dal colore della pelle, non entra proprio nella zucca del leghista Luciano Dussin. Detto che quella della Consulta è una sentenza «politica», il parlamentare del Carroccio aggiunge: «E' una vergogna che la Corte costituzionale prenda sistematicamente a picconate le nostre leggi, confondendo volutamente i diritti dei cittadini con quelli che sono da considerarsi solo ospiti». Picconate benedette, per Rosi Bindi che promette che il centrosinistra, una volta al governo, cestinerà la Bossi-Fini. L'avrà detto a Rutelli?
da "il manifesto" (19 febbraio 2005)
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