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Anima russa a Verona
Volevo consigliare la splendida mostra sull'arte russa a Verona
a Palazzo Forti. Purtroppo finisce a fine mese ma vale vermente la pena la trasferta. In questa mostra ho capito come si è potuto passare dal verismo al cubismo e come l'arte russa sia così duttile e nello stesso tempo legata fortemente alle tradizioni.
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Fino al 30.1.2005
Kandinsky e l'anima russa
Verona, Palazzo Forti
Kandinsky e l'anima russa
Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti, Verona
+39 045 8001903
+39 045 8003524 fax
ingresso 9 € 7 € gruppi (minimo 15 persone) studenti tra i 14 e i 30 anni
gratuito 0-8 anni
Mar_Dom 09.00 - 19.00 Lun chiuso. 01 gen chiuso
www.palazzoforti.it
Tra Asia ed Europa, tra modernità e tradizione. Un'anima contraddittoria, carica di passione, affascinante: in cui convivono avanguardia, rituali atavici, amore per la madre-terra. Dal romanzo sociale dell'Ottocento, al cubofuturismo. E fino ai giorni nostri…
Kandinsky e l'anima russa: a Verona fino a maggio 2005.
23/12/2004 di Emilio Campanella
Per evitare equivoci bisognerà dire subito che la bella mostra "Kandinsky e l'anima russa", organizzata a Palazzo Forti a Verona sino al 23/5/2005 con opere provenienti del Museo di Stato Russo di S.Pietroburgo, non è una mostra su Kandinsky, del quale sono presenti "solo" nove tele su centoventi, e che anima è intesa nel senso più ampio del termine, e quindi con diversi plurali, anche non solo religiosi. Altra osservazione riguarda l'acume dei curatori che dividendo per sezioni tematiche (1. Il popolo - La sua anima; 2. Acqua - Terra - La madre Russia; 3. Memoria - Memorie; 4. Vita quotidiana - Simboli; 5. Fede - Scenari Mistici) riprendono ogni volta un ordine cronologico di esposizione che stimola, poi, a raffrontare, correre avanti, tornare indietro, accendendo l'interesse. Altra cosa è che alcune opere escono per la prima volta dal paese, e, bisogna dire che vedere "Burlaki sul Volga" di Repin, così da vicino, è una bella emozione (lo ricordo ancora come copertina di Dostojewski di quand'ero ragazzo!), e, così si inizia l'emozionante avventura alla scoperta di luoghi, volti, usanze, luci e colori dalla prima metà del XIX° alla fine del XX° secolo e oltre. Nella prima sezione "Le lavandaie" della Goncharova (1911), ma anche la sontuosa e bellissima "Mercantessa" di Kustodiev (1915), lo struggente "Innamorati" di Korzhev (1959), sino al ciclo "Ritratto di Famiglia" della Tobreluts di cui sono presenti "Mamma" e "Nonno" (1997/2004), non lontanissimi da un'estetica un po‘ alla Pierre et Gilles. Ci sono paesaggi straordinarà® nella seconda sezione, tra cui "Inverno" (ancora della Goncharova e sempre del 1911). Nella terza il "Bogatyr" di Vrubel‘ (1898-99), ed il gigantesco (495x373cm), sorprendente "Suvorov valica le Alpi nel 1799" di Surikov, ma anche "Lettera dal fronte" di Laktionov del 1962. Alcune belle nature morte nella quarta, ed almeno il polittico "Gli Evangelisti" della "solita" fantastica Goncharova (sempre 1911), oltre a "Macchia Nera" di Kandinsky (1912) assurto a simbolo della mostra (manifesto pieghevole, copertina del catalogo). A concludere questa rapida carrellata: "Suprematismo" di Malevič. Secondo me, una mostra non deve essere intasata di opere, e questa, per quanto impegnativa, non lo è. Deve proporre un percorso chiaro, ed in questo caso le scelte tematiche sono estremamente precise; ed in più, trattandosi di una mostra di Palazzo Forti, continua un discorso partito molti anni fa, sull'arte moderna, e che in tempi recenti ha più frequentemente privilegiato il mondo russo proponendo esposizioni legate da un riconoscibile filo rosso.
mercoledì 10 novembre 2004
Vasilij Kandinskij(1993), Kandisnky Chagall e Malevich e lo spiritualismo russo (1999-2000), Kazimir Malevich e le sacre icone russe. Avanguardia e tradizioni (2000) e ora Kandisnky e l'anima russa sono mostre che proseguono il cammino espositivo che Giorgio Cortenova, direttore di Palazzo Forti, ha iniziato, da tempo nella sua esplorazione della pittura e dello spirito russo.
A differenza degli altri, questo allestimento muove dall'esigenza di indagare e mostrare la parte più intima della creatività baltica partendo da una triade magnifica: Kandinsky, Malevich e Chagall. Vero è che è difficile far capire cos'è l'anima di un popolo, anche perchè in tutte le nazionalità si rintraccia un quid comune, ma è altrettanto lampante che qui, nei meandri dell'espressione artistica, visitando la mostra, s'intuisce qualcosa di radicalmente e visceralmente diverso. Attraverso le sei sezioni Il popolo. La sua anima , Terra. Acqua. La Madre Russia, Sogni. Visoni, Memoria. Memorie, Vita quotidiana. Simboli e Fede. Scenari mistici si vuole mostrare come i pittori russi hanno dipinto e inteso la vita russa. E questo dall'Ottocento fino ai giorni nostri, perchè accanto a un Il'ya E. Repin che dipinge nel 1901 Lev Nikolaevich Tolstoj a piedi nudi (1901), c'è un artista come Il'ya I. Kabakov con il suo lavoro Giardino (1978) o Erik V. Bulatov con Nuovole in dissolvimento (1982-1987).
Uno spaccato a tutto campo, quindi, scelto tra le quattrocentomila opere in possesso del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, e che testimoniano una grande distanza dalle altre realtà pittoriche europee.
E' la grande, irruente passione che gli artisti trasmettono nella pittura -sostiene Giorgio Cortenova- a fare la differenza: un esempio è l'alone sacrale che traspare in molti dei soggetti raffigurati.
Il carattere della cultura russa è tutto particolare, se da una parte c'è un'influenza europea, dall'altra, essa convive con forti componenti asiatiche e in qualche modo ancora legate ad una ritualità pagana. Ed è proprio quest'ultima componente che è satura di sacralità e molto sentita a livello popolare. Il rapporto con la Natura, inscindibile dalla vita dell'abitante delle terre russe, è soggetto/oggetto nella pittura, e gli elementi come terra, acqua, fenomeni atmosferici sono fusi e resi visibili dai pittori e dalle loro opere in mostra. La base di tutti questi elementi è contenuta nella rivoluzione formale compiuta più tardi dalle Avanguardie del Novecento. E Kandinsky, Malevich, Chagall, Natalia Goncharova, sono tra i pittori che aprono il passo alla futura modernità espressiva della cultura russa.
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Emozioni
Difficile trasmettere in un forum le tue emozioni davanti a capolavori di tale portata. Purtroppo ero da solo e quindi non potevo condividerle con nessuno. Comunque in alcuni quadri c'è veramente tutta la Russia che amo. Una cosa che mi piace dell'arte russa che gli artisti non avendo le gabbie culturali occidentali, non hanno paura di osare creando stili di forte impatto. Insomma non è la galleria Tretiakov ma vale la spesa del viaggio.
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Sono stato alla mostra un paio di mesi fa .
Ero in compagnia di un artista russo.
I quadri di Kandiski non mi hanno detto un gran che , anzi nulla.
Bellissimi i quadri , i primi nella prima sala, quelli che ritraevano scene di vita, volti umani, espresioni vere, ... mi hanno colpito molto.
Così come la semplicità del quadro con pesce e pane nero ...
Grandiosi anche i paesaggi : reali .
E' piaciuta molto anche a me la mostra...e anche Verona
Mr.G
____________ "Fratelli, ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità ".
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