Va in onda il programma “Le antiche città della Russia”.
La Radio “La Voce della Russia” continua il ciclo di trasmissioni sulle antiche città russe, luoghi di attrazione per il turismo internazionale. Oggi andremo a visitare Kaljazin, chiamata “Atlantide russa” perché nel secolo scorso fu in parte sommersa.
Kaljazin sorge sulla riva destra del Volga. Abbiamo a disposizione scarse notizie sulla sua storia: è stata fondata nel XII secolo e durante il regno di Caterina II divenne capoluogo del distretto. Nel XVIII secolo qui ferveva un vivace commercio, e nel secolo scorso, più esattamente nel 1940, ai tempi dell’Unione Sovietica, due terzi della città, compreso il suo centro storico, furono sommersi. Adesso in quei luoghi c’è un colossale serbatoio idrico esteso più di 4500 chilometri quadrati. Kaljazin divenne l’“Atlantide russa” e qui maestosamente si erge dall’acqua, come per miracolo, il campanile intatto dell’antica cattedrale di San Nicola. Esso indica il luogo dove una volta c’era l’alta riva del fiume. Su questa riva un tempo c’era un mercato dal quale si dipartivano a raggiera le strade lungo le quali erano situate le case dei mercanti. Kaljazin sorse dai sobborghi degli artigiani e dei commercianti formatisi attorno al monastero della Santa Trinità. Nel XV secolo il monaco Macario fondò questo monastero dove venne seppellito. Da tutta la Russia i pellegrini venivano qui per venerare le reliquie del santo monaco. Nella sagrestia del monastero vi erano tantissimi preziosi arredi sacri e libri antichi. Nel monastero c’erano: una scuola, un ospedale e varie officine artigiane. E tutte queste costruzioni sono finite in un baleno sott’acqua. Oggigiorno gli storici tentano di ricostruire i particolari della vita quotidiana del monastero e del suo fondatore, dice il direttore del museo etnografico regionale Svetlana Mokrova:
"Per quanto riguarda i ritrovamenti, essi sono vari e relativi non soltanto al monastero ormai sommerso, ma anche a tutta la storia di Kaljazin. Però i più interessanti dati storici riguardano la vita del santo monaco Macario di Kaljazin e la storia del suo monastero nel periodo compreso tra il XV al XX secolo."
A metà degli anni ’30 del XX secolo in un esteso territorio, nel quale sorgeva anche Kaljazin, fu deciso di creare un serbatoio idrico. Molte case della città furono demolite. Il risultato fu che la città venne divisa in due parti, collegate in seguito da una diga, e il centro storico finì sott’acqua, tranne l’altissimo campanile della cattedrale di San Nicola che si voleva far esplodere. Era già state messe nel campanile tonnellate di esplosivo, quando uno degli architetti andò a Mosca per presentare la proposta di lasciare intatto il campanile per fargli assumere la funzione di faro, dal momento che il corso del Volga in questo tratto ha una configurazione a gomito. La proposta di salvare il campanile fu accettata, fu solo deciso di togliere la campana che era appesa alla sua cima. Però, mentre la stavano smontando, i sostegni non ressero e la pesantissima campana cadde lentamente all’interno del campanile fino alla sua base. Dopo brevissimo tempo l’acqua sommerse la base del campanile e le autorità decisero di non fare nulla per recuperare la campana. Questi sono i fatti accaduti, ma da quel momento iniziò una storia incredibile. Gli abitanti del luogo, che facevano il bagno nei pressi del campanile, sostenevano che la campana continuasse a suonare. Pochi credettero alle loro affermazioni fino a quando nel giugno 1941 tutti gli abitanti di Kaljazin non sentirono uno scampanio d’allarme. La campana iniziò a suonare a notte fonda e continuò fino al mattino. Gli anziani dissero che era il presagio della guerra. Ed effettivamente la guerra scoppiò il 22 giugno 1941 quando la Germania hitleriana attaccò l’Unione Sovietica. Vicino al campanile è stata creata una piccola isola artificiale con un pontile in legno. Quando c’è bel tempo si può arrivare all’isola con una piccola barca. Gli abitanti del luogo vi porteranno lì con piacere.
Kaljazin oggigiorno è una piccola città di provincia nella regione di Tver. Una delle curiosità della città è il museo etnografico regionale che è molto popolare fra i turisti. Fra le attività promosse dal museo particolarmente famoso è il programma chiamato “La creatività delle mani”, che illustra le attività artigianali, afferma Svetlana Mokrova:
"Il programma prevede delle conferenze che si tengono nel giorno della festa della donna e durante la festa religiosa dei santi Pietro e Fevronija. Si parla del contributo delle donne nell’organizzazione della vita quotidiana e come, da che mondo è mondo, si arreda una casa. Presentiamo quei mestieri che erano popolari a Kaljazin. Diamo rilievo alla lavorazione del lino, artigianato sviluppatosi dal XIV secolo. Ed ancora parliamo della produzione dei merletti, iniziata alla fine del XVII secolo. Se i turisti lo desiderano, organizziamo delle master class per far vedere come si realizzano merletti e lavori a uncinetto. Parliamo anche del ricamo ornamentale che esisteva dal XVII secolo nelle officine artigiane del monastero della Trinità."
In tutta Kaljazin ci sono solo due buoni alberghi. Il primo, che si chiama Portico dei mercanti, si trova fuori città. Un soggiorno per due persone costa circa 40 euro al giorno. Qui d’inverno si può affittare una motoslitta e d’estate un quadriciclo o un motoscafo. Il secondo buon albergo di Kaljazin si chiama Famp, costruito nel 2009. E’ provvisto di tutti i comfort e il soggiorno per una persona costa circa 40 euro al giorno.
Come di consueto vi diamo qualche consiglio sul percorso da compiere per giungere alla meta di oggi. Da Mosca in macchina si arriva a Kaljazin in circa 3 ore.
Siamo giunti, così, al termine della nostra rubrica.
Vi aspettiamo, come sempre, fra due settimane con un nuovo itinerario turistico.
Salutandovi vi ringraziamo per la vostra cortese attenzione.
Con voi è stata Laura Venniro.
La Radio “La Voce della Russia” continua il ciclo di trasmissioni sulle antiche città russe, luoghi di attrazione per il turismo internazionale. Oggi andremo a visitare Kaljazin, chiamata “Atlantide russa” perché nel secolo scorso fu in parte sommersa.
Kaljazin sorge sulla riva destra del Volga. Abbiamo a disposizione scarse notizie sulla sua storia: è stata fondata nel XII secolo e durante il regno di Caterina II divenne capoluogo del distretto. Nel XVIII secolo qui ferveva un vivace commercio, e nel secolo scorso, più esattamente nel 1940, ai tempi dell’Unione Sovietica, due terzi della città, compreso il suo centro storico, furono sommersi. Adesso in quei luoghi c’è un colossale serbatoio idrico esteso più di 4500 chilometri quadrati. Kaljazin divenne l’“Atlantide russa” e qui maestosamente si erge dall’acqua, come per miracolo, il campanile intatto dell’antica cattedrale di San Nicola. Esso indica il luogo dove una volta c’era l’alta riva del fiume. Su questa riva un tempo c’era un mercato dal quale si dipartivano a raggiera le strade lungo le quali erano situate le case dei mercanti. Kaljazin sorse dai sobborghi degli artigiani e dei commercianti formatisi attorno al monastero della Santa Trinità. Nel XV secolo il monaco Macario fondò questo monastero dove venne seppellito. Da tutta la Russia i pellegrini venivano qui per venerare le reliquie del santo monaco. Nella sagrestia del monastero vi erano tantissimi preziosi arredi sacri e libri antichi. Nel monastero c’erano: una scuola, un ospedale e varie officine artigiane. E tutte queste costruzioni sono finite in un baleno sott’acqua. Oggigiorno gli storici tentano di ricostruire i particolari della vita quotidiana del monastero e del suo fondatore, dice il direttore del museo etnografico regionale Svetlana Mokrova:
"Per quanto riguarda i ritrovamenti, essi sono vari e relativi non soltanto al monastero ormai sommerso, ma anche a tutta la storia di Kaljazin. Però i più interessanti dati storici riguardano la vita del santo monaco Macario di Kaljazin e la storia del suo monastero nel periodo compreso tra il XV al XX secolo."
A metà degli anni ’30 del XX secolo in un esteso territorio, nel quale sorgeva anche Kaljazin, fu deciso di creare un serbatoio idrico. Molte case della città furono demolite. Il risultato fu che la città venne divisa in due parti, collegate in seguito da una diga, e il centro storico finì sott’acqua, tranne l’altissimo campanile della cattedrale di San Nicola che si voleva far esplodere. Era già state messe nel campanile tonnellate di esplosivo, quando uno degli architetti andò a Mosca per presentare la proposta di lasciare intatto il campanile per fargli assumere la funzione di faro, dal momento che il corso del Volga in questo tratto ha una configurazione a gomito. La proposta di salvare il campanile fu accettata, fu solo deciso di togliere la campana che era appesa alla sua cima. Però, mentre la stavano smontando, i sostegni non ressero e la pesantissima campana cadde lentamente all’interno del campanile fino alla sua base. Dopo brevissimo tempo l’acqua sommerse la base del campanile e le autorità decisero di non fare nulla per recuperare la campana. Questi sono i fatti accaduti, ma da quel momento iniziò una storia incredibile. Gli abitanti del luogo, che facevano il bagno nei pressi del campanile, sostenevano che la campana continuasse a suonare. Pochi credettero alle loro affermazioni fino a quando nel giugno 1941 tutti gli abitanti di Kaljazin non sentirono uno scampanio d’allarme. La campana iniziò a suonare a notte fonda e continuò fino al mattino. Gli anziani dissero che era il presagio della guerra. Ed effettivamente la guerra scoppiò il 22 giugno 1941 quando la Germania hitleriana attaccò l’Unione Sovietica. Vicino al campanile è stata creata una piccola isola artificiale con un pontile in legno. Quando c’è bel tempo si può arrivare all’isola con una piccola barca. Gli abitanti del luogo vi porteranno lì con piacere.
Kaljazin oggigiorno è una piccola città di provincia nella regione di Tver. Una delle curiosità della città è il museo etnografico regionale che è molto popolare fra i turisti. Fra le attività promosse dal museo particolarmente famoso è il programma chiamato “La creatività delle mani”, che illustra le attività artigianali, afferma Svetlana Mokrova:
"Il programma prevede delle conferenze che si tengono nel giorno della festa della donna e durante la festa religiosa dei santi Pietro e Fevronija. Si parla del contributo delle donne nell’organizzazione della vita quotidiana e come, da che mondo è mondo, si arreda una casa. Presentiamo quei mestieri che erano popolari a Kaljazin. Diamo rilievo alla lavorazione del lino, artigianato sviluppatosi dal XIV secolo. Ed ancora parliamo della produzione dei merletti, iniziata alla fine del XVII secolo. Se i turisti lo desiderano, organizziamo delle master class per far vedere come si realizzano merletti e lavori a uncinetto. Parliamo anche del ricamo ornamentale che esisteva dal XVII secolo nelle officine artigiane del monastero della Trinità."
In tutta Kaljazin ci sono solo due buoni alberghi. Il primo, che si chiama Portico dei mercanti, si trova fuori città. Un soggiorno per due persone costa circa 40 euro al giorno. Qui d’inverno si può affittare una motoslitta e d’estate un quadriciclo o un motoscafo. Il secondo buon albergo di Kaljazin si chiama Famp, costruito nel 2009. E’ provvisto di tutti i comfort e il soggiorno per una persona costa circa 40 euro al giorno.
Come di consueto vi diamo qualche consiglio sul percorso da compiere per giungere alla meta di oggi. Da Mosca in macchina si arriva a Kaljazin in circa 3 ore.
Siamo giunti, così, al termine della nostra rubrica.
Vi aspettiamo, come sempre, fra due settimane con un nuovo itinerario turistico.
Salutandovi vi ringraziamo per la vostra cortese attenzione.
Con voi è stata Laura Venniro.
http://italian.ruvr.ru/radio_broadcast/72279410/78505368.html
Nella pagina linkata è disponibile un contributo audio.