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MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
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 MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Per prima cosa il mio cordoglio va alle famiglie delle vittime dell' acciaieria ThyssenKrupp di Torino e di tutte quelle che hanno perso i propi cari durante il lavoro.
ROMA - "Quella dei morti sul lavoro è una vera emergenza nazionale". Lo afferma il presidente del Consiglio Romano Prodi in una nota diffusa a Lisbona, dove il premier si trova per il vertice Ue-Africa. Intanto arrivano le prime iscrizioni nel registro degli indagati nei confronti della ThyssenKrupp, l'acciaieria dove nella notte tra mercoledì e giovedì sette operai sono stati trasformati in torce umane. Quattro di loro sono morti. Le condizioni degli altri tre rimangono molto gravi. Sulla vicenda viene mantenuto uno stretto riserbo al Palazzo di Giustizia di Torino. Secondo indiscrezioni, tuttavia, nell'iscrizione vengono contestate le ipotesi di accusa di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Al momento non è chiaro quante persone siano state indagate, ma secondo voci non confermate potrebbe essere due o tre.
L'inchiesta è condotta dai pm Laura Longo e Francesca Traverso e coordinata dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Anche oggi sono in atto accertamenti per chiarire con precisione quale sia stata la causa che ha fatto scoppiare l'incendio alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove è avvenuta la tragedia. La Procura ha sequestrato una sorta di scatola nera che riguarda l'apparecchiatura. Gli inquirenti si aspettano da questo materiale di avere indicazioni più precise su quello che è accaduto. Nel frattempo la Procura ha incaricato l'Asl di fare ogni accertamento sulla sicurezza dello stabilimento anche in proiezione futura. Ieri, intanto, sono iniziati i primi controlli sugli oltre 300 estintori esistenti nello stabilimento. Trenta di essi sono stati portati nella sede dei vigili del fuoco dove verranno analizzati nel dettaglio perché contengono materiale liquido e gassoso. Agli altri è stata applicata una procedura che ne permette l'uso ma non la modifica in attesa degli accertamenti della magistratura. Al momento dell'incidente alcuni operai hanno denunciato che 3 estintori su 5 non funzionavano. Obiettivo degli inquirenti è capire che uso ne venisse fatto da parte dell'azienda e degli operai. Pare infatti che alle volte, nei piccoli interventi, gli estintori fossero usati per metà e poi non più ricaricati. Una prassi, quest'ultima, che li rendeva inutilizzabili perché il materiale all'interno diventava scadente sul fronte della sicurezza.
QUATTRO I MORTI DELL'ACCIAIERIA MALEDETTA Dopo Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e tre figli piccoli, il più vicino alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove si è sviluppato l'incendio è morto Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all'ospedale Molinette, mentre al San Giovanni Bosco, Angelo Laurino, 43 anni, é stato stroncato da un'insufficienza multiorgano.
Entrambi avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo. Ieri sera al Cto di Torino, è morto anche Bruno Santino, l'operaio, che aveva 26 anni, ed era stato trasferito in giornata dall'ospedale Maria Vittoria al centro grandi ustionati del Cto. A pregare tutto il giorno perché si salvasse il fratello Luigi, pure lui operaio alla Thyssenkrupp (ma non era di turno mercoledì notte). Il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli come prevede la legge: "Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l'altro l'impresa". Scola, viveva a Torino, era sposato aveva due figli molto piccoli (uno di 17 mesi e l'altro di quasi tre anni).Quando è arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all'idea di non rivedere più i suoi bimbi. Laurino, anche lui abitante a Torino, aveva due figli, Fabrizio di 12 anni e Noemi di 14. Con l'aggravarsi della tragedia aumenta anche la richiesta di trovare i responsabili della tragedia: "Grazie per quello che state facendo per mio marito, tutti si danno da fare moltissimo qui in ospedale, ma io chiedo anche giustizia dalla magistratura", ha detto la moglie di Laurino al ministro Livia Turco un paio d'ore prima di avere la drammatica notizia della morte di Angelo. E la Turco ha risposto: "Noi ci siamo qui, ma anche la magistratura farà il suo dovere". Rabbia e dolore anche tra i familiari di Scola: "Da quando aveva capito che le acciaierie sarebbero state chiuse - ha detto la mamma, Marisa Pisano - Roberto stava valutando altre offerte di lavoro. Però alla Thyssenkrupp si trovava bene e gli sarebbe dispiaciuto andarsene".
Rimane appeso a un filo il destino degli altri tre feriti gravissimi, di cui tre ricoverati a Torino ed uno a Genova. All'ospedale Maria Vittoria lotta tra la vita e la morte Giuseppe De Masi, 26 anni, che vive a Torino con i genitori ed ha una madre infermiera; mentre alle Molinette è ricoverato Rocco Marzo, di 54, sposato a padre di due figli. A fine mese sarebbe dovuto andare in pensione. Tutti hanno ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 90% del corpo. Viene tenuto in coma farmacologico, all'ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodinò, 26 anni. Le prime autopsie sulle vittime saranno eseguite lunedì e martedì prossimo.
Nel frattempo proseguono gli accertamenti in fabbrica per capire con precisione il punto in cui si è verificata la tragedia, la causa dell'incendio e se tutte le norme per la sicurezza sono state rispettate. Per questo motivo la Procura ha controllato tutti gli estintori dello stabilimento dopo la denuncia di alcuni operai, che hanno detto che alcuni non funzionavano. Altro aspetto da chiarire è l'operato della squadra antincendio e la sua formazione. Pare infatti che gli operai avessero la prassi di sbrigarsela da soli quando capitavano piccoli inconvenienti. Non è chiaro se la notte dell'incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente che, come emergerebbe dalle prime indiscrezioni, era in un altro reparto.
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#1 08 Dicembre 2007, 13:49 |
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morello
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Strage Torino, ci sono i primi indagati
Le prime indiscrezioni parlano di avvisi di garanzia in arrivo per omicidio, lesioni e disastro colposi
TORINO
Prime iscrizioni nel registro degli indagati nei confronti della ThyssenKrupp, l’acciaieria dove nella notte tra mercoledì e giovedì sette operai sono stati trasformati in torce umane. Quattro di loro sono morti. Le condizioni degli altri tre rimangono molto gravi. Sulla vicenda viene mantenuto uno stretto riserbo al Palazzo di Giustizia di Torino. Secondo indiscrezioni, tuttavia, nell’iscrizione vengono contestate le ipotesi di accusa di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Al momento non è chiaro quante persone siano state indagate, ma secondo voci non confermate potrebbe essere due o tre.
L’inchiesta è condotta dai pm Laura Longo e Francesca Traverso e coordinata dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Anche oggi sono in atto accertamenti per chiarire con precisione quale sia stata la causa che ha fatto scoppiare l’incendio alla linea 5 dell’impianto di trattamento termico dove è avvenuta la tragedia. La Procura ha sequestrato una sorta di scatola nera che riguarda l’apparecchiatura. Gli inquirenti si aspettano da questo materiale di avere indicazioni più precise su quello che è accaduto. Nel frattempo la Procura ha incaricato l’Asl di fare ogni accertamento sulla sicurezza dello stabilimento anche in proiezione futura.
Ieri, intanto, sono iniziati i primi controlli sugli oltre 300 estintori esistenti nello stabilimento. Trenta di essi sono stati portati nella sede dei vigili del fuoco dove verranno analizzati nel dettaglio perchè contengono materiale liquido e gassoso. Agli altri è stata applicata una procedura che ne permette l’uso ma non la modifica in attesa degli accertamenti della magistratura. Al momento dell’incidente alcuni operai hanno denunciato che 3 estintori su 5 non funzionavano. Obiettivo degli inquirenti è capire che uso ne venisse fatto da parte dell’azienda e degli operai. Pare infatti che alle volte, nei piccoli interventi, gli estintori fossero usati per metà e poi non più ricaricati. Una prassi, quest’ultima, che li rendeva inutilizzabili perchè il materiale all’interno diventava scadente sul fronte della sicurezza.
Acciaieria, facevano turni di 16 ore
Le vittime per il fuoco alla ThyssenKrupp sono diventate quattro: bilancio sempre più inaccettabile. Ieri mattina è morto Roberto Scola, 33 anni e due figli piccoli. Nel pomeriggio non ce l’hano fatta neppure Bruno Santino, 26 anni, e Angelo Laurino, 43 (due figli anche lui). Gli altri tre feriti sono gravissimi. La parola, ora, tocca ia magistrati: la società è finita nel registro degli indagati ed è possibile, se le voci raccolte in procura saranno confermate dagli accertamenti, che i manager di primo livello della multinazionale tedesca siano chiamati a rispondere di accuse gravissime.
Raccontano i testimoni: «Alla acciaieria in smobilitazione si lavorava sino a sedici ore consecutive». E ancora: «La manutenzione vera e l’attenzione alla sicurezza è cessata con la decisione di chiudere lo stabilimento torinese». Peccato che ad ottobre fossero state dirottate da Terni importanti commesse e che lo spaventoso rogo di mercoledì sia scoppiato a causa della rottura di un lungo flessibile contenente olio. La prima mossa della magistratura è di aver alzato il tiro: la società è stata indagata sotto il profilo della responsabilità amministrativa. Lo consente una legge entrata in vigore a fine agosto che, oltre ad addossaresanzioni economiche importanti alle aziende «colpevoli», consente ai pm di far scattare misure in via cautelare misure decisamente più pesanti, fino al sequestro degli stabilimenti.
Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, affiancato dai pm Laura Longo e Francesca Traverso, ha impostato il lavoro su due fronti: accertare le responsabilità dell’incendio e prevenirne altri in futuro. Il riflesso dei primi accertamenti sulle condizioni di sicurezza svolti in fabbrica da vigili del fuoco, ispettori dell’Asl e della polizia scientifica . Ma si vuol andar oltre e fare in fretta (2-3 giorni) per verificare se «ogni luogo» della grande e obsoleta acciaieria consente di lavorare in sicurezza ai poco meno 200 lavoratori rimasti (nel 2002 erano quattromila). Altrimenti è probabile che scatti il provvedimento più drastico. La procura ha pure chiesto ai servizi ispettivi dell’Asl di fornirle la documentazione sui controlli di questi ultimi anni nello stabilimento. I testimoni hanno parlato di estintori vuoti o quasi, e a tarda sera era ancora in corso l’accertamento disposto dai pm per verificare quanto dichiarato loro dai lavoratori. Punta di un iceberg di irregolarità che erano evidenti già nel 2002, al tempo dell’incendio domato in tre giorni: allora i vigili del fuoco ritennero che si dovesse investire 1,5 miliardi di euro per rifare l’intero stabilimento.
Mentre proseguono le indagini, le famiglie delle vittime insistono nel chiedere giustizia. «Mio marito è morto per un omicidio non per un infortunio sul lavoro» grida disperata Sabina Laurino, moglie di Angelo, 43 anni, padre di due ragazzi, Fabrizio e Noemi di 12 e 14 anni. «Lavorare in quella fabbrica, senza nessuna garanzia di sicurezza, è stata la sua condanna a morte - prosegue Sabina -. E adesso non solo sono rimasta senza il suo amore, ma dovrò conti su come allevare due figli adolescenti». Ancora accuse alla ThyssenKrupp: «Sono dei delinquenti e se la passano bene economicamente, non sanno che esiste gente come mio marito che la sera mangiava solo pane e salame per risparmiare. Mio marito mercoledì era andato a lavorare, non in guerra e invece è morto come una torcia umana senza neppure l’onore di un soldato».
Alla ricerca di una verità «che ripari in qualche modo il dramma che stiamo vivendo» è anche Egla Scola, giovane moglie di Roberto, 33 anni, che ha smesso di soffrire all’alba di ieri. «Io ho 24 anni e non lavoro, mi occupo di Gabriele e Samuele che hanno 1 anno e mezzo e 3 anni. Come faremo a tirare avanti?». Desolazione e rabbia anche tra i familiari degli altri tre operai che lottano tra la vita e la morte: Rocco Marzo, 54 anni, Giuseppe Demasi, e Rosario Rodinò, tutti e due di 26 anni. Ieri è venuta a visitarli anche il ministro alla Sanità Livia Turco: «È inammissibile che in fabbrica si muoia in questo modo».
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#2 08 Dicembre 2007, 13:58 |
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Antomar
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Questo bisognerebbe che lo leggessero anche quelli che con un clik del mause possono decidere il futuro di un'azienda, o della sopravvivenza delle famiglie degli operai ivi impiegati, ma cercherè di spiegarmi meglio nell'altro Topic.
Ciao Morello
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#3 08 Dicembre 2007, 14:17 |
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morello
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Manifestazione dei metalmeccanici per dire "Basta morti sul lavoro" Insieme sindacati e istituzioni. Bertinotti: "Intollerabile situazione"
Torino, in silenzio per i morti in fabbrica
Un padre urla: "Assassini, la pagherete"
Un sindacalista: "Oggi è il funerale simbolico di una intera città che si stringe attorno alle vittime"
Gravissime ma stabili le condizioni dei tre ustionati sopravvissuti all'incendio
TORINO - "Basta morti sul lavoro". Dolore e rabbia a
Torino. La città si ferma questa mattina per due ore, per ricordare le vittime e i feriti nell'incendio della ThyssenKrupp. In lacrime gli operai dell'acciaieria in testa al corteo organizzata da Cgil, Cisl e Uil.. Due ali di folla applaudono, e i negozi del centro hanno abbassato in segno di lutto le serrande e spento le luci di Natale.
"Assassini, chi mi ridà mio figlio? Dov'erano gli estintori? Assassini". In prima fila il papà di Bruno Santino, una delle quattro vittime del rogo, con un giornale in mano con la foto del figlio, continua a ripetere queste frasi. Tanto dolore e lacrime alla manifestazione, ma anche rabbia e qualche tensione con i numerosi cameramen e giornalisti presenti mentre il corteo sfila. Dopo lo striscione dell'acciaieria, i gonfaloni, poi via via gli striscioni di decine di consigli di fabbrica.
"Oggi è il funerale simbolico di una intera città che si stringe attorno alle vittime, ai loro familiari e ai feriti - ha sottolineato Ciro Argentino, delegato Fiom della Thyssen - con questa manifestazione, che sarà silenziosa vogliamo sottolineare che oggi non è la fine di una lotta, ma è l'inizio di una lunga battaglia per portare la sicurezza sui luoghi di lavoro".
Il corteo da piazza Arbarello raggiungerà piazza Castello e si fermerà sotto la sede della Prefettura. Un corteo silenzioso, ribadiscono i sindacati, dove silenziosa sarà la rabbia per l'incidente costato la vita a quattro operai. Dopo lo striscione della ThyssenKrupp listato a lutto, i gonfaloni del Comune, della Provincia e della Regione, poi via via gli striscioni di decine di consigli di fabbrica. Ci saranno anche i rappresentanti delle istituzioni, del governo, i ministri della Sanità e della Solidarietà sociale, Livia Turco e Paolo Ferrero e il presidente della Camera, Fausto Bertinotti.
"Non se ne può più di queste stragi sul lavoro - ha detto Bertinotti -, bisogna che si guadagni la consapevolezza che è proprio necessaria una svolta". Per il presidente della Camera "occorre rimettere la questione generale del lavoro al centro della vita pubblica del Paese e dare più potere da subito ai rappresentanti sindacali sulla questione della sicurezza e dell'ambiente, più potere di denuncia e di controllo".
"Bisogna applicare le leggi già approvate dal parlamento e non ancora in vigore", sottolinea il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero che ribadisce quanto già affermato alla vigilia della discussione di domani al decreto sulla sicurezza in Consiglio dei ministri e aggiunge: "Spero francamente che sia approvato".
Al corteo partecipa anche don Luigi Ciotti: "Le nostre sono parole stanche, sono parole che continuiamo a ripetere davanti a tragedie che continuano a succedere", dice il sacerdote da sempre impegnato in battaglie civili, partecipa al corteo. "Il nostro - aggiunge - è un grido di dolore ma anche di amore. Umanamente c'è il disgusto, non basta più indignarsi per una strage che è continua, che avviene tutti i giorni, per un peccato sociale che è la mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma è anche un grido di amore per le mogli, per i figli, che però non devono sentire solo oggi la nostra vicinanza".
I feriti. Restano gravissime, ma stabili le condizioni degli ultimi tre ustionati sopravvissuti all'incendio. Hanno ustioni tra l'80 e il 90 per cento del corpo, continuano a lottare tra la vita e la morte. Si tratta di Giuseppe Demasi, 26 anni, ricoverato all'ospedale torinese Maria Vittoria, Rosario Rodinò, 26 anni, trasferito al San Martino di Genova e Rocco Marzo, 54 anni, in un letto delle Molinette, dove alle 13, sanitari e personale amministrativo si ritroveranno nel cortile per un minuto di silenzio. (fonte repubblica.it)
Mazzi di fiori e biglietti davanti alla ThyssenKrupp per le vittime dell'incendio
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#4 10 Dicembre 2007, 11:17 |
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drugospb
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Età: 48 Residenza:  San Pietroburgo - Matera
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Questo bisognerebbe che lo leggessero anche quelli che con un clik del mause possono decidere il futuro di un'azienda, o della sopravvivenza delle famiglie degli operai ivi impiegati, ma cercherè di spiegarmi meglio nell'altro Topic.
Ciao Morello
Caro Antomar, capisco la tua rabbia e la condivido... così come condivido quella dei parenti delle vittime... Ma, purtroppo, non serve che, a leggere queste notizie, siano "quelli che con un click del mouse possono decidere il futuro di un'azienda"... Loro non c'entrano nulla... Quando leggo queste cose (non mi riferisco alla tua affermazione, ma alla tragedia avvenuta a Torino), mi incazzo perchè discutiamo delle condizioni di lavoro dei cinesi, rumeni e senegalesi e poi i nostri connazionali muoiono nelle nostre fabbriche nel nostro paese in questo barbaro modo... Mi incazzo perchè si continua a parlare di sicurezza sul lavoro, ma le morti bianche si succedono una dietro l'altra... tanto, al nostro paese (e continuo a scriverlo con la "p" minuscola, mentre andrebbe scritto con quella maiuscola) piace seguire gli standard europei quando fa comodo e non quando è necessario... mi incazzo perchè questi operai erano lì a lavorare in condizioni precarie (turni di dodici ore addirittura) per portare un misero salario a casa e non riuscire ad arrivare neanche a fine mese... no, non voglio entrare nel vortice dei paragoni tra ricchi e poveri... no, non voglio alimentare polemiche sulle distinzioni fra classi... voglio semplicemente sottolineare che basta poco per salvare delle vite e rendere queste stesse vite un po' più dignitose.
Una preghiera per Antonio, Roberto, Angelo e Bruno.
____________ ВСЁ БУДЕТ ХОРОШО!!
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#5 10 Dicembre 2007, 23:28 |
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morello
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
TORINO, ADDIO AGLI OPERAI
TORINO - "Mai più morti come queste, mai più lavoratori dilaniati dal fuoco". Le parole del cardinale Severino Poletto echeggiano nel Duomo di Torino, dove quattro famiglie e una città intera si stringono intorno agli operai morti nel rogo dell'acciaieria Thyssenkrupp.
Le bare di Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino e Bruno Santino, portate a spalla dagli operai che condividevano con loro il lavoro, entrano nella Cattedrale mentre le campane suonano a lutto e i negozi abbassano le serrande, accolte dal sindaco Sergio Chiamparino e dall'applauso della folla. Piange a dirotto il figlio di Laurino, Angelo, dieci anni, abbracciato alla mamma, piangono tutti i parenti, i colleghi di Torino e quelli arrivati da Terni, la gente comune. Siedono in mezzo alla folla i ministri Cesare Damiano e Paolo Ferrero, la presidente della Regione, Mercedes Bresso, il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta. A metà della chiesa, tra i banchi, ci sono i vertici della Thyssenkrupp e, accanto a loro, l'ambasciatore tedesco in Italia, Michael Steiner.
Entrano, scortati, da una porta laterale del Duomo, la stessa da dove usciranno alla fine della cerimonia, Harald Espenhahn, amministratore delegato del gruppo, Klaus Peter Henninh, membro del board della capogruppo e l'ingegnere Giovanni Bertoni, responsabile della Thyssenkrupp Italia. All'interno gli operai e i familiari li ignorano, all'uscita nessuno li vede. Quando passano le bare, piangono e applaudono, parlano di "un momento molto triste, di una giornata del dolore e del lutto", ma la ferita resta. "Non li ho incontrati - dice il sindaco Sergio Chiamparino - anche perché non me lo hanno chiesto. Comunque prima di ristabilire delle normali relazioni, come si ci possono essere fra le istituzioni e una grande azienda, credo occorrerebbe da parte della Thyssen un segnale di scuse nei confronti delle famiglie per avere sottovalutato il loro dolore e non avere dato un segno di vicinanza subito".
"Deve emergere nella coscienza di tutti un impegno serio e responsabile. Non succeda mai di dover recriminare 'dopo' ciò che si dovrebbe sempre impedire che accada prendendo per tempo le doverose precauzioni", afferma il cardinale Poletto nell'omelia. Definisce i quattro operai "autentiche vittime d'amore", parla di "una nuova questione etica" e dice che "la salute non può essere un prodotto da vendere in cambio di un posto di lavoro. Nessuno può cadere nel peccato di non occuparsi a sufficienza della salute dei lavoratori". Anche il pontefice, in un telegramma inviato dal segretario di Stato Vaticano, monsignore Tarcisio Bertone, partecipa al dolore dei familiari delle vittime e "auspica che sia tutelata la sicurezza dei lavoratori".
Ai lati delle bare i gonfaloni della città e della Provincia di Torino, delle Regioni Piemonte e Umbria, della città di Terni e del comune di Envie , il paese del cuneese dove risiedeva Antonio Schiavone. Ora Laurino, Schiavone e Scola riposano per sempre uno accanto all'altro nel cimitero monumentale di Torino, dove sono stati tumulati in tre loculi del Giardino della Quiete, un'area nuova del campo santo. Santino invece viene seppellito nel suo paese, a Nichelino, alle porte della città. Davanti alla fabbrica, dove hanno trovato la morte, continua il pellegrinaggio dei torinesi, che portano fiori e cioccolatini agli operai. Delegati e lavoratori continuano a lanciare le loro accuse sulla scarsa manutenzione e sui mancati controlli, mentre il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, propone uno sciopero generale per la sicurezza.
TELEGRAMMA DEL PAPA, TUTELARE LA SICUREZZA SUL LAVORO
All'inizio della messa funebre l'arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, ha letto un telegramma inviato dal segretario di Stato Vaticano, mons.Tarcisio Bertone, a nome del papa Benedetto XVI. Il Pontefice, oltre alla partecipazione al dolore dei familiari delle vittime, "auspica che sia tutelata la sicurezza dei lavoratori". I familiari dei quattro operai deceduti occupano i primi banchi. Il figlio di Angelo Laurino, che ha 10 anni, abbracciato alla madre piange a dirotto. All'esterno della Cattedrale vi sono i suoi compagni di scuola, accompagnati dalla loro professoressa. Lungo le transenne sono stati stesi due striscioni della Fiom: su uno è scritto: "Lavorare per vivere e non per morire"; sull'altro: "Roberto, Antonio, Angelo, Bruno: 1' di silenzio non basta più". Molte le corone e i cuscini di fiori fra cui quattro inviate dalla ThyssenKrupp, l'acciaieria nel cui stabilimento di Torino é accaduto la scorsa settimana il tragico incidente su lavoro.
DAMIANO, NON DOBBIAMO DIMENTICARE
"Oggi è la giornata del dolore, del raccoglimento, del silenzio e del rispetto. C'é stata una grande partecipazione, dignitosa e dolente dei lavoratori e delle famiglie. Ma non dobbiamo correre il rischio di dimenticare". Sono le parole del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che ha partecipato ai funerali dei quattro operai della Thyssenkrupp nel Duomo di Torino. Damiani ha definito l'omelia del cardinale Poletto "molto bella, di una persona che comprende il lavoro e i lavoratori, i problemi, i disagi, le ansie del mondo del lavoro".
"La nostra azione - ha proseguito il ministro - deve proseguire. Il nostro obiettivo di sconfiggere la tremenda piaga degli incidenti sul lavoro è fondamentale, ma dobbiamo anche sostenere queste famiglie e non dimenticare che in Italia ogni anno muoiono 1.300 persone sul lavoro. Gli sforzi importanti che il governo ha fatto, con l'assunzione di oltre 1.400 ispettori e l'aumento del 35% dei controlli nell'edilizia solo quest'anno, e le buone leggi che esistono se non vengono applicate rendono gli sforzi inutili. C'é bisogno di un impegno di tutti a partire dai luoghi di lavoro e dalle imprese per una nuova cultura del lavoro, per far sì che le ragioni della competitività non dimentichino mai i valori dell'integrità fisica delle persone". "Lasciamo che la magistratura faccia la propria parte, noi abbiamo fiducia. Giustizia venga fatta, i responsabili paghino", ha concluso Damiano
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#6 13 Dicembre 2007, 23:39 |
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Toninooo
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
L'Italia è prima assoluta in Europa, per incidenti mortali sul lavoro e seconda dopo la Bulgaria, per la corruzione dei politici. Ci sara' un legame?
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#7 14 Dicembre 2007, 9:12 |
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il Passatore
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
scusa un po' Toninoooo ma da dove tiri fuori queste statistiche? l'Italia e' la nazione dove ci sono piu' morti sul lavoro e poi la corruzione secondi dopo la Bulgaria??? mahh!!
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#8 14 Dicembre 2007, 10:15 |
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Antomar
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Purtroppo devo confermare quanto scritto da Tonino, l'Italia nell'ambito della Comunità Europea è il Paese con più infortuni sul lavoro e secondo solo alla Bulgaria in fatto di corruzione della classe politica.
Questo secondo le statistiche di un noto istitudo europeo e pubblicate la settimana scorsa su Repubblica e mi sembra sul Corriere, ma non sono sicuro.
Comunque è di ieri il sondaggio della Demos dove emerge anche che gli italiani sono prigionieri della sfiducia, uno su tre è deluso dalla democrazia, sono preoccupato per il nostro Paese, mi sembra che tutti siamo in preda al qualunquismo e a una mancanza di cultura civica disastrosa.
Credo che nemmeno quando l'Italia era povera e analfabeta c'era una chiusura in se stessi e un egoismo come adesso, speriamo che qualcosa cambi perchè non vorrei che risorgesse un nuovo uomo della Povvidenza. Ma possibile che non sia rimasto quasi nessuno che ami ancora veramente questa nostra Nazione e il suo popolo?
Ciao
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#9 14 Dicembre 2007, 12:47 |
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il Passatore
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
allora stiamo messi male
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#10 14 Dicembre 2007, 13:38 |
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Toninooo
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Secondo l'organizzazione " Transparency International"
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#11 14 Dicembre 2007, 13:42 |
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Toninooo
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
eh si, siamo messi male. L'ultimo incidente in quella ditta tedesca, (pensavo che almeno i tedeschi avessero a cuore la sicurezza). Ogni giorno succede qualcosa nel nostro bel Paese, oggi anche a Terni, un incendio in una fabbrica. Ma domani e' un'altro giorno, ci scorderemo tutto.
E' una vergogna. Montezemolo, Briatore (invocato dal nostro Rapi), e i politici che dicono? Ci pensa Napolitano.
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#12 14 Dicembre 2007, 13:50 |
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pretender
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
E' una vergogna. Montezemolo, Briatore (invocato dal nostro Rapi), e i politici che dicono? Ci pensa Napolitano.
Napolitano era alla prima della Scala di Milano nel tardo pomeriggio di quel triste giorno , anziche' andare a Torino .
____________ Lo so , non si dovrebbero mai seguire i propri bassi istinti ; ma non sono che un uomo .
"Solo due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana , e non sono sicuro della prima"
( A.Einstein )
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#13 14 Dicembre 2007, 14:06 |
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il Passatore
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
a parte questo.... vorrei tanto sapere cosa ha da dire di tanto segreto Storace su Napolitano!!!!
premesso che Storace non mi e' mai piaciuto ma anche Napolitano e' tra i meno significativi presidenti in Italia.
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#14 14 Dicembre 2007, 14:12 |
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Antomar
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Se l'Italia fosse un paese normale persone come Napolitano, Berlusconi, Prodi e moltissimi altri sarebbero a casa a giocare coi "pronipotini". Quanto invidio la Spagna di Zapatero, la Gran Bretagna di Blair e Gordon, anche la Russia di Putin, almeno con lider giovani si darebbe speranza al futuro, coi nostri, ormai sperano solo gli ospizi.
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#15 14 Dicembre 2007, 14:15 |
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Toninooo
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Mentre per la liberta' di stampa , siamo al 84° posto, tra il Burundi e lo Zambia.
Un minuto di silenzio e' stato osservato, e poi tutti a seguire Wagner alla Scala, dove era presente, si, anche il nostro Presiodente reduce dalla celebrazione dei 100 anni della Mondadori.
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Ultima modifica di Toninooo il 18 Dicembre 2007, 17:32, modificato 1 volta in totale |
#16 14 Dicembre 2007, 14:21 |
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gladium
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
scusate se vado un poco OFF TOPIC...
...e questi sarebbero quelli che ci rappresentano?
Questi dovvrebbero essere quelli che si preoccupano di farci vivere in una società migliore da poter passare ai nostri figli?
Mah... mi viene un nervoso!!!
Questi qua erano a lavorare in condizioni vergognose senza che nessuno facesse un tubo e dopo cosa vediamo?
Al funerale la chiesa piena di gente e dopo qualche giorno... tanti saluti a tutti!!!!
W l'Italia!!!!
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#17 15 Dicembre 2007, 2:15 |
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morello
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
THYSSENKRUPP; MORTO QUINTO OPERAIO
TORINO - Sale a cinque il bilancio delle vittime dell'incendio all'acciaieria torinese della Thyssenkrupp. Stamani è morto all'ospedale Molinette di Torino Rocco Marzo, 54 anni, il capoturno che insieme con i colleghi della linea 5 era stato investito dall'olio bollente e infiammato. Era sposato e padre di due figli, uno di 26 e uno di 22 anni. Nell'incendio aveva riportato ustioni sull'80% del corpo. Ancora più estese le ustioni degli ultimi due operai tuttora in vita, Giuseppe Demasi, e Rosario Rodinò, entrambi di 26 anni. Il primo è ricoverato al Centro grandi ustionati del Cto di Torino e l'altro all'ospedale Villa Scassi di Genova. Il rogo alla ThyssenKrupp si era verificato nella notte fra il 5 e il 6 dicembre scorsi. Fu provocato, secondo quanto stabilito dalle perizie, dalla rottura di un manicotto in cui scorreva olio dopo che si era verificato un principio di incendio. In questi dieci giorni i medici del Cto hanno sottoposto Marzo, che era ormai prossimo alla pensione, a due interventi chirurgici, martedì e venerdì scorsi, per togliergli lembi di pelle necrotizzata. Le sue condizioni erano apparse però subito gravissime.(ANSA).
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#18 16 Dicembre 2007, 21:11 |
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Toninooo
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Oggi sono morti altri 3 operai.
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#19 18 Dicembre 2007, 17:31 |
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morello
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 Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Toninooo ha scritto: [Visualizza Messaggio] Oggi sono morti altri 3 operai.
ANSA- Ancora morti bianche. In poche ore, oggi tre operai sono rimasti vittime di incidenti sul lavoro rispettivamente nell'Alessandrino, all'arsenale di Venezia e vicino Roma. In una fornace di Valenza (Alessandria) un operaio di 53 anni, Franco Raselli, è stato schiacciato tra due carrelli di trasporto del materiale. La linea di produzione della fornace, la San Marco Terreal Italia, è stata sequestrata dal procuratore di Alessandria Michele Di Lecce. Nella fornace stanno indagando i carabinieri e i Servizi di prevenzione ambienti di lavoro (Spresal) dell'Asl.
Un operaio di 55 anni, Maurizio Michielon, di Jesolo (Venezia), è morto stamane in un incidente sul lavoro all'Arsenale di Venezia. L'uomo è stato travolto da alcune travi in legno che erano state accatastate in vista della messa in opera, ed è morto all'istante. L'operaio era dipendente della Iccem (società veneziana di costruzioni) chiamata al recupero e restauro di una serie di capannoni della parte civile dell'Arsenale, concessi al consorzio di ricerca e servizi Thetis. Sul posto sono interventi i carabinieri e gli operatori sanitari del Suem 118.
Un operaio italiano di 22 anni è morto nell' ospedale di Albano Laziale a causa delle gravi ferite subite in seguito ad un incidente sul lavoro, avvenuto a Cecchina, vicino a Roma. L'operaio era dipendente di una ditta in appalto, incaricata della realizzazione di un impianto fognario. Per cause da accertare, durante le fasi di scarico di grossi tubi, uno di questi ha colpito il giovane, ferendolo gravemente. Trasportato in ospedale, l'operaio è morto poco dopo il ricovero. Sull'incidente indagano i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo e gli ispettori del lavoro.
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#20 18 Dicembre 2007, 18:20 |
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