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Germania: i parametri di Maastricht 22/11/2004
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Messaggio Germania: i parametri di Maastricht 22/11/2004 
 
Ma la Germania non nega l'interesse a modificare i parametri di Maastricht: «Faremo una riforma entro il 2005». Schroeder critica gli Usa: dovrebbero rafforzare il dollaro  
  

BERLINO Il ministro delle Finanze tedesco Hans Eichel ha smentito in modo lapidario e secco l'esistenza di una sorta di asse Roma-Berlino per la riforma del Patto di stabilità . Nein! è stata la sua risposta a quanti gli hanno chiesto se l'incontro bilaterale avuto con il ministro dell'economia italiano Domenico Siniscalco a margine della riunione del G20 a Berlino sia servito a fissare una posizione unitaria sul fronte del tanto discusso ritocco dei parametri di stabilità  dei bilanci fissato dal Patto. «No, non c'è un'iniziativa comune», ha dichiarato Eichel in un incontro con la stampa al termine del G20. «àˆ un tema di cui certamente abbiamo parlato e ci sono cose su cui siamo d'accordo e altre su cui non lo siamo. La Commissione ha presentato una proposta di cui abbiamo discusso all'ultimo Ecofin. Credo che riusciremo a finalizzare la riforma entro la seconda metà  del prossimo anno».
Il ministro tedesco smentisce così il suo omologo italiano, che sabato a Berlino aveva parlato di un'azione coordinata tra i due governi pur ammettendo di non sapere se i due (Silvio Berlusconi e Gerhard Schroeder) si fossero recentemente parlati sul tema, aggiungendo però che «si puà³ parlare di azione coordinata». Da Roma peraltro il ministero dell'Economia ieri ha precisato che il giorno prima nè Siniscalco nè altri avevano parlato «di asse comune o di iniziative diplomatiche», ma solo «di punti di vista coincidenti».
Si conclude cosà­ un meeting del G20 dominato suo malgrado da tematiche che ufficialmente non erano neanche all'ordine del giorno. I ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali di diciotto paesi (l'Argentina ha infatti disertato l'appuntamento per via delle divergenze sul riassetto del proprio debito) più la Banca centrale europea hanno discusso per l'intero fine settimana di cooperazione nella lotta agli abusi del sistema finanziario, all'evasione fiscale e al riciclaggio di denaro per il finanziamento di organizzazioni terroristiche, alla stabilità  dei flussi capitali e di abbattimento dei debiti.
Ma le problematiche che fin da venerdì sera hanno dominato i lavori di questo prestigiosissimo club (i paesi aderenti al G20 coprono pur sempre il 90% del commercio mondiale e due terzi della popolazione del pianeta) erano ben altre: accanto alla fantomatica riforma del Patto di stabilità  soprattutto l'attuale volatilità  dei tassi di cambio e la preoccupante debolezza del dollaro. E in questo clima contraddittorio di argomenti inseriti nell'agenda ufficiale del G20 e argomenti trattati invece a margine e negli innumerevoli incontri bilaterali di ministri e governatori, gli spunti per colpi di scena ed interpretazioni molto personali di singoli partecipanti al meeting non sono certo mancati. Lo stesso cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha approfittato del meeting per bacchettare gli Stati Uniti invitandoli ad intraprendere di più per fermare l'emorragia del mini-dollaro e di non cercare le sue origini nella mancata politica di riforme dei governi europei. Dichiarazioni che hanno lasciato indifferenti il presidente della Fed Alan Greenspan e il ministro americano delle finanze John Snow che hanno puntato il dito invece sulla troppo debole crescita economica nei Peasi dell'Eurolandia. Polemiche che a loro volta lasciano stupiti se non addirittura indifferenti i paesi in via di sviluppo come la Cina, l'India, o il Brasile, le cui economie, come ha osservato lo stesso governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio «stanno ormai trascinando quelle dei paesi industrializzati».
«E sono ormai proprio questi paesi in via di sviluppo i motori per la crescita economica mondiale», ha osservato anche Eichel prevedendo per il 2005 un tasso di crescita comunque leggermente inferiore a quello corrente a causa del caro petrolio. In un documento finale il G20 ha fissato una serie di strategie politiche per garantire lo sviluppo e la crescita e per coordinare meglio gli interventi economici dei singoli stati, mentre la decisione piຠevidente è stata quella di cancellare l'80% dei debiti iracheni da parte dei paesi creditori, [b:d0560eee96]Russia[/b:d0560eee96] compresa.
 
(Fonte web articolo di WALTER RAUHE)
 




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Andrea
 
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