Voglio ricordare l'uscita di un libro su Marco:

L'uscita recente dell'edizione italiana de "Gli ultimi giorni di Marco Pantani" (edito da Rizzoli) del libro di Philippe Brunel oltre a ricostruire in maniera fortemente critica le indagini ufficiali - tanto da far riaprire di nuovo il caso sulla morte del Pirata da parte della procura di Forlì - contribuisce ad alimentare il mito del Pirata nel decennale dell'accoppiata Giro e Tour e a quattro anni dalla sua scomparsa nel giorno di San Valentino. Come nel caso del cantautore Luigi Tenco, che ancora fa discutere a quarant'anni dalla morte, ci sono fini che sembrano non avere fine. Ma diversamente che per il cantante per Pantani ad approfondire il caso è stato non un italiano ( il titolo del libro è "Vie et mort de Marco Pantani") e forse non è un caso.
Brunel, giornalista dell'Equipe, ha detto che il suo «è un atto di ringraziamento per la generosità del ciclista nei confronti dei cronisti sportivi che come me lo seguivano» ma purtroppo in Italia, ad eccezione del libro di rivelazioni della madre di Pantani che esce tra poco, non ci sono pubblicazioni significative come questa. Prima di scrivere il libro l'autore ha trascorso i mesi invernali, nel periodo della pausa dei ciclisti dalle gare, in Romagna a ripercorrere gli ultimi giorni del campione e a cercare testimonianze e verifiche. Un'inchiesta supplementare decisa a seguito di quella condotta secondo Brunel troppo frettolosamente, che venne chiusa in appena 55 giorni. Il libro pone tanti interrogativi su ciò che accadde in quella stanza del residence Le Rose. È proprio vero che non ci fosse nessuno con Pantani quella sera? Perché è stata solo presa in considerazione come causa del decesso accidentale l'overdose per cocaina e sono state scartate frettolosamente altre ipotesi, sollevate per esempio da inspiegabili ecchimosi dietro le orecchie di Pantani? E perché il medico che eseguì l'autopsia portò a casa propria il cuore di Marco nel timore che qualcuno lo trafugasse?
È lungo l'elenco dei dubbi formulato nella contro-inchiesta mentre, per converso, sono lapidarie e poco convincenti, per il giornalista transalpino, le risposte dell'inchiesta, già riaperta una volta dopo che la mamma di Pantani aveva parlato di minacce subite dal figlio a Campiglio dopo la tappa del 5 giugno 1999 che provocò la sua sospensione. Certo è che quel giorno iniziò la lunga discesa del ciclista che amava ascoltare Charlie Parker e che si concluse tragicamente in una stanza d'albergo proprio come per Luigi Tenco.